Il 2 novembre 2000, gli astronauti William Shepherd, Yuri Gidzenko e Sergei Krikalev, aprirono il portellone del modulo Zvezda della Stazione Spaziale Internazionale. In quel momento iniziò l’occupazione umana dell’avamposto spaziale più complesso e innovativo mai costruito. Da allora la ISS non è mai più stata disabitata, dando inizio a un ventennio di continua permanenza di esseri umani nell’orbita bassa terrestre, uno degli innumerevoli successi che questa macchina ci ha permesso di raggiungere.
Avvicinandoci a questo particolare anniversario oggi abbiamo deciso di ripercorrere brevemente proprio quella missione, la Expedition 1. Questa prima spedizione sulla ISS, durata fino al 21 marzo 2001, è stata un incredibile successo, che ha permesso di gettare le basi di tutta la costruzione futura della Stazione. Durante Expedition 1 sono infatti arrivati ben 3 shuttle e due rifornimenti con la capsula Progress, affollando di visite e di lavoro i quasi 5 mesi di permanenza di questi primi tre astronauti. Partiamo dall’inizio.
William Shepherd, una volta saliti a bordo della ISS, diventò il primo comandante della nuova stazione spaziale. In questa primissima versione, la stazione era composta da tre moduli, il modulo Zarya, il modulo Unity e lo Zvezda, una configurazione che garantiva un volume abitabile perfino inferiore a quello della MIR, ma sabbiamo bene che era solo l’inizio. Shepherd non era certo una matricola nel volo spaziale, ma prima di expedition 1 aveva volato solo a bordo di missioni Shuttle, accumulando circa due settimane di permanenza nello spazio. I due cosmonauti avevano invece entrambi esperienza sulla MIR, tanto che Krikalev aveva già trascorso più di un anno nello spazio.
La partenza
I tre partirono il 31 ottobre dal cosmodromo di Baikonur, a bordo di una capsula Soyuz TM-31, lanciata dal vettore Soyuz-U. Questo lancio fece di Shepherd solamente il secondo americano a essere lanciato nello spazio con una capsula Soyuz, preceduto da Norman Thagard nel 1995, sempre a bordo di una Soyuz in direzione MIR.
La capsula Soyuz, una volta in orbita, ha eseguito ben 33 giri attorno alla Terra prima di eseguire il Docking con il modulo Zvezda. Questo vuol dire che i tre astronauti sono rimasti nella capsula Soyuz circa 2 giorni, un soggiorno sicuramente complicato. Ora questi viaggi, anche con le Soyuz, durano solo poche ore.
Una volta saliti a bordo del modulo Zvezda, i tre astronauti si trovati una stazione spoglia e piena di cose da fare e di oggetti da sistemare. Ogni rifornimento arrivato nei mesi precedenti aspettava infatti di essere stoccato e sistemato nel posto giusto. In queste prime settimane furono queste le mansioni principali, che tennero impegnati i tre astronauti nei moduli Zarya e Zveda. La ISS non disponeva ancora di sufficiente energia per mantenere attivo anche il modulo Unity, che quindi venne messo in “standby”.
Il primo “ospite”
Il 18 novembre arrivò il primo “ospite”: la prima capsula Progress. A bordo erano presenti rifornimenti di acqua, cibo, ossigeno e varia strumentazione scientifica. Questa fu la prima capsula di rifornimento della nuova Stazione Spaziale ma non fu una missione senza problemi. Durante la fase di attracco il sistema automatico ebbe un problema e venne quindi usato quello manuale, mosso da Yuri Gidzenko. Durante questa fase non fu poca l’ansia, dovuta alla recente esperienza con la MIR. Nel 1997 un attracco di una Progress con la MIR fallì, portando la capsula a scontrarsi e danneggiare pesantemente la stazione russa. Per fortuna il docking manuale avvenne senza problemi.
Dopo due settimane, il 1° dicembre, la Progress si stacca infine dalla Stazione, ma non definitivamente. Rimase infatti in volo libero per 25 giorni, riattaccando alla ISS il giorno 26 dicembre. Anche questa volta venne usato il docking manuale, nonostante quello automatico fosse stato sistemato. Dopo 44 giorni, il 1° febbraio, la capsula Progress lasciò definitivamente la ISS, rientrando e distruggendosi in atmosfera.
Il primo “upgrade”
Questo undocking della capsula Progress venne fatto per liberare spazio ad un altro ospite: lo space Shuttle Endeavour della missione STS-97 arrivato il 2 dicembre. A bordo dello shuttle, erano presenti 5 astronauti, e la prima serie di pannelli solari per la stazione spaziale.
Dopo 11 giorni, il 13 dicembre il primo shuttle a visitare la ISS lasciò la stazione e rientrò a terra. A quel punto i tre astronauti rimasero soli fino a febbraio, quando arrivò il secondo shuttle. Il giorno 9 febbraio lo Shuttle Atlantis attraccò alla stazione, con 5 astronauti a bordo. Lo scopo principale della missione STS-98 fu quello di portare in orbita il modulo Destiny. Questo è il primo elemento della ISS interamente dedicato alla ricerca scientifica. E’ un modulo costruito in America, e per la prima volta ha portato lo spazio abitabile della ISS a essere maggiore di quello della MIR. Venne montato grazie al braccio robotico Canadarm dello Space Shuttle.
Dopo 12 giorni nello spazio, lo shuttle Atlantis tornò a Terra il 20 febbraio del 2000, lasciando i tre inquilini della ISS ancora da soli. La situazione durò però ancora poco, data la fine sempre più vicina della stroica Expedition1. Il 10 Marzo arrivò infine l’ultimo Space Shuttle, con ben 7 passeggeri. Tre di questi rimasero a bordo della ISS, costituendo l’equipaggio della Expedition 2.
L’ultima missione shuttle durante Expedition 1
Questo shuttle portò alla ISS il modulo di rifornimento Leonardo, e durante la sua permanenza in orbita vennero eseguite ben due EVA. Una di queste, è stata particolarmente importante. L’astronauta James S. Voss e Susan J. Helms uscirono dalla ISS per poco mero di 9 ore, in quella che è ancora oggi una delle attività extraveicolari più lunghe mai condotte. Il motivo di questa lunghezza è dovuto ai molti problemi e imprevisti che si verificarono. Voss, perse addirittura uno strumento, che rimase pericolosamente in orbita, costringendo il controllo di Terra ad alzare la ISS di 15 km con i propulsori dello Shuttle per evitare problemi con il detrito spaziale.
Dopo la partenza dello Shuttle Discovery, rimasero a bordo della ISS Jurij Usačëv, James S. Voss e Susan J. Helms: era l’inizio della expedition 2 e il primo cambio ufficiale di equipaggio a bordo della ISS. Si concluse così la prima missione ufficiale di lunga permanenza a bordo della nuova stazione spaziale internazionale. Una missione storica, che ha creato le basi di tutta la permanenza umana nello spazio degli ultimi 20 anni.
In questo articolo trovi tutti i passaggi della costruzione della ISS, la Stazione Spaziale più grande mai costruita dall’uomo, e ancora da completare dopo più di 20 anni.
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