Starlink è certamente uno dei progetti più ambiziosi di SpaceX e probabilmente anche quello che si sta muovendo più rapidamente. Data la natura completamente interna di questo progetto, fino ad oggi avevamo pochissime informazioni sul software che gestisce i satelliti della megacostellazione di SpaceX. Tuttavia grazie alle dichiarazioni di Matt Monson, direttore dello sviluppo software Starlink, sono emersi nuovi ed interessanti dettagli.
Le informazioni qui trattate sono emerse da un AMA (ask me anything) avvenuto il mese scorso su Reddit. Sempre da quel evento erano emerse nuove informazioni sulla Crew Dragon di cui abbiamo parlato qui. Nell’articolo scorso trovate una breve spiegazione sulle norme ITAR, ossia del perché le informazioni rilasciate in ambito aerospaziale sono poche e quando ci sono, molto generiche.
Un rapido sviluppo per una rete complessa
Una delle caratteristiche che contraddistingue lo sviluppo della costellazione di SpaceX è sicuramente la velocità con con cui l’azienda californiana sviluppa le varie versioni dei propri satelliti. Il più noto esempio di questa metodologia di sviluppo è il problema dei transiti nel cielo notturno. SpaceX non ha infatti atteso di risolvere questo problema prima di lanciare i primi satelliti ma lo ha affrontato direttamente durante la costruzione della costellazione.
Quest’approccio è stato reso possibile anche in virtù del fatto che gli Starlink saranno migliaia e dureranno pochi anni. Ciò permetterà di deorbitare i modelli precedenti per sostituirli con quelli aggiornati di volta in volta. A poco più di un anno dal primo lancio, SpaceX ha recentemente lanciato un nuovo gruppo di satelliti con a bordo il primo dotato di un nuovo “parasole” per ridurre la luminosità durante la missione Starlink-7. In questo articolo abbiamo parlato nello specifico di questo nuovo sistema.
Il software non è esente da questo dinamismo. Dalle parole di Monson emerge come nello sviluppo sia presente una certa flessibilità di lavoro. Più precisamente, quando vi è la necessità di testare nuovi aggiornamenti che coinvolgono la costellazione, il team di sviluppo esegue prima dei test su un numero ristretto per poi eventualmente estendere a l’intera costellazione. Questa metodologia è molto importante poiché il software che gestisce la costellazione stessa è molto complesso, quindi una minima variazione può portare ad un grande cambiamento su tutto il sistema.
Rispondendo ad un altra domanda, Monson afferma che rispetto allo sviluppo del software della Crew Dragon vi sono maggiori libertà poiché non sussiste il rigore richiesto dalla NASA. Tuttavia, rispetto alla Dragon non cambiano l’approccio allo sviluppo, gli strumenti e sopratutto il personale. In molti casi le stesse persone che sono state attivamente al lavoro sulla Dragon sono poi passate a Starlink.
Dragon, Starlink e sicurezza
Uno degli aspetti sicuramente più curiosi di Starlink è l’UI (user interface), usata sui primissimi prototipi di Starlink (Tintin A e B). Questa derivava direttamente dai display presenti sulla Dragon. Ovviamente rispetto al 2018 questa UI è stata pesantemente aggiornata e rivista. In ogni caso questo fatto conferma come nei software di SpaceX ci sia molto in comune fra veicoli diversi. Questo permettendo ancora una volta massima flessibilità nello sviluppo e maggiore sicurezza.
Parlando si sicurezza, si apprende dell’AMA che SpaceX usa una crittografia end-to-end per Starlink, rendendo minimo il rischio di perdere dati da una breccia nel sistema. In generale ogni veicolo di SpaceX può operare solo con software proprietario dell’azienda.
Un’altra delle caratterstiche dei satelliti è la possibilità di deorbitare passivamente qualora le comunicazioni con la terra siano assenti per un determinato lasso di tempo. In questo modo un eventuale satellite impossibilitato a comunicare si porterà ad un orbita più bassa, quindi con maggiore attrito con l’atmosfera terrestre per poi rientrare a terra in modo più prevedibile possibile. Questo è un grande passo avanti per evitare di creare inutile spazzatura spaziale.
Tanti dati e computers
Per quanto riguarda la quantità di telemetria ricevuta, Monson afferma che ogni giorno la costellazione produce circa 5 TB di dati. Tuttavia il team sta lavorando per ridurre questa quantità, in modo che il singolo satellite invii i soli dati realmente importanti o “interessanti”. Questo processo può essere portato a compimento grazie alla progressiva automazione del rilevamento dei problemi a bordo. Questo approccio è di fondamentale importanza dato l’aumento costante del numero di satelliti in orbita.
Un altro numero impressionante è sicuramente quello dei computer utilizzati. In un singolo lancio di 60 starlink, si attesta a oltre 4000, ovviamente dotati di Linux come per la Dragon. Quest’ultima caratteristica è molto importante perché, come abbiamo discusso per la Dragon, porta ad utilizzare direttamente la maggiore esperienza acquisita da altri programmi, in questo caso Falcon e Dragon.