Dopo aver completato l’analisi del canale Gediz Vallis, una formazione geologica che ha sollevato interessanti interrogativi sulla storia climatica del Pianeta Rosso, il rover Curiosity della NASA è pronto a iniziare una nuova fase esplorativa della sua missione. Durante questa fase, si dirigerà verso le formazioni boxwork, strutture reticolari che si estendono per diversi km sulla superficie marziana.
L’importanza di questo momento di passaggio risiede nelle recenti scoperte effettuate nell’area di Gediz Vallis, in particolare il ritrovamento di un campo di pietre di zolfo puro. Questa scoperta, insieme alle caratteristiche geologiche del canale stesso, sta fornendo nuovi elementi per comprendere la transizione climatica di Marte verso condizioni più aride.
Il canale Gediz Vallis, situato ai piedi del Monte Sharp, una formazione alta 5 km, rappresenta infatti un’area chiave per lo studio delle condizioni che potrebbero aver supportato la vita microbica miliardi di anni fa, quando il pianeta presentava ancora laghi e fiumi sulla sua superficie. Ma anche la prossima area che Curiosity esplorerà non è da meno.
Le recenti scoperte di Curiosity nel canale Gediz Vallis
L’analisi del canale Gediz Vallis ha rivelato una complessa storia geologica che combina l’azione di fiumi, flussi di detriti umidi e valanghe secche. Di particolare interesse è la formazione denominata Pinnacle Ridge, un accumulo di detriti che il team scientifico sta attualmente studiando per costruire una cronologia degli eventi geologici.
La scoperta più sorprendente è stata tuttavia il campo di pietre di zolfo, inizialmente non rilevato dalle immagini ad alta risoluzione del Mars Reconnaissance Orbiter (MRO). Queste formazioni si sono rivelate essere composte da zolfo puro, come confermato dagli strumenti scientifici di Curiosity dopo che il rover ha frantumato uno dei campioni, rivelando cristalli gialli al suo interno.
L’origine di queste formazioni rimane un mistero, poiché sulla Terra lo zolfo è tipicamente associato a attività vulcanica o sorgenti termali, ma nessuna evidenza di tali fenomeni è stata riscontrata sul Monte Sharp. Questa scoperta rappresenta quindi un nuovo enigma scientifico, che richiederà ulteriori analisi e potrebbe fornire nuovi indizi sulla storia geologica di Marte.
Verso le formazioni “boxwork”…
Le formazioni boxwork verso cui Curiosity si sta dirigendo rappresentano uno degli obiettivi più interessanti della missione. Queste strutture, che dall’orbita appaiono come ragnatele sulla superficie marziana, secondo gli scienziati si sono formate attraverso un processo di mineralizzazione delle fratture nella roccia superficiale, durante le ultime fasi di attività idrica del Mount Sharp.
La loro formazione sarebbe avvenuta quando i minerali trasportati dall’acqua si sono depositati nelle fratture della roccia, e si sono successivamente solidificati. L’erosione del materiale circostante ha lasciato esposte queste strutture mineralizzate, creando il caratteristico pattern reticolare.
Ciò che rende queste formazioni particolarmente significative è la loro estensione: coprono un’area compresa tra 10 e 20 km, e si sono formate durante la fase di transizione verso un Marte più arido.
…alla ricerca di biomarkers
L’unicità di queste formazioni risiede anche nella loro complessa mineralogia, che potrebbe fornire indizi cruciali sulla composizione chimica delle ultime acque presenti sul pianeta. A differenza delle formazioni boxwork terrestri, tipicamente confinate in grotte o pareti rocciose di dimensioni limitate, l’estensione di quelle marziane suggerisce un processo di formazione su scala molto più ampia.
Questo potrebbe indicare la presenza di un sistema idrologico sotterraneo esteso e attivo durante le fasi finali dell’attività acquosa su Marte. La missione di Curiosity in questa nuova area potrebbe quindi rivelare non solo dettagli sulla transizione climatica del pianeta, ma anche fornire nuovi dati sulla potenziale abitabilità di Marte durante questo periodo critico della sua storia geologica.
Secondo la dott.ssa Kirsten Siebach della Rice University, queste creste contengono minerali cristallizzati in un ambiente sotterraneo caratterizzato da temperature più elevate e dalla presenza di acqua liquida salina. Condizioni che sulla Terra primitiva avrebbero potuto supportare la vita microbica.
Questa analogia rende le formazioni boxwork un obiettivo di primaria importanza per la ricerca di potenziali biomarker. E per la comprensione delle condizioni ambientali che potrebbero aver favorito l’emergere della vita su Marte.