Lo scorso 20 agosto 2024, la sonda JUICE (JUpiter ICy moons Explorer) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha effettuato un flyby della Terra, dopo aver sorvolato la Luna a circa 24 ore di distanza durante il primo sorvolo Luna-Terra della storia.
Nel corso del flyby terrestre, JUICE si è avvicinata fino a 6840 km dalla superficie del nostro pianeta, sopra il Sud-est asiatico. Prima, durante e dopo il sorvolo ha mantenuto accesi otto dei suoi strumenti scientifici, per testarne le prestazioni.
Tra questi, lo spettrografo franco-italiano Moons And Jupiter Imaging Spectrometer (MAJIS) e il tedesco Submillimetre Wave Instrument (SWI). I due strumenti hanno dimostrato le loro importanti capacità di confermare la presenza di ingredienti per la vita nell’atmosfera terrestre.
Questo risultato è molto importante: significa che JUICE ha la capacità di valutare la potenziale abitabilità dei satelliti galileiani che studierà, una volta arrivata a destinazione nel 2031.
JUICE e le firme di vita sulla Terra
Se definiamo “abitabilità” la presenza delle condizioni necessarie alla vita per originarsi e sussistere, una prospettiva particolarmente entusiasmante per cercarla è data dalle lune ghiacciate di Giove: Ganimede, Callisto ed Europa.
Le loro croste ghiacciate nascondono oceani di acqua liquida che, potenzialmente, potrebbero costituire degli ambienti adatti allo svilupparsi della vita come noi la conosciamo. Per determinarlo, dobbiamo riconoscere delle tracce, dei segnali, che ci diano indizi su queste condizioni.
Durante il sorvolo della Terra, SWI ha “ascoltato” i segnali provenienti da centinaia di molecole nell’atmosfera terrestre, tra cui l’acqua e i cosiddetti elementi CHNOPS (carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno, fosforo e zolfo). Gli elementi CHNOPS sono gli ingredienti più comuni degli organismi viventi.
MAJIS invece ha misurato la composizione dell’atmosfera, raccogliendo la luce proveniente dalla Terra e osservando quali lunghezze d’onda della luce erano ridotte. Così MAJIS è riuscito a individuare quali molecole si trovavano tra il pianeta e lo strumento e assorbivano la luce, in particolare molecole importanti come ossigeno, ozono, anidride carbonica e acqua.
Inoltre, lo strumento ha ripreso la superficie terrestre in luce infrarossa, ottenendo mappe di temperatura ricche di informazioni.
Il team MAJIS si sta preparando ad approfondire i dati raccolti durante il sorvolo della Terra, in particolare sulla concentrazione di ossigeno nell’atmosfera. Le loro scoperte li aiuteranno a scoprire se i livelli di ossigeno sosterrebbero l’attuale attività biologica sulla Terra.
E sulle lune di Giove?
Ovviamente questi risultati non sono sorprendenti, perché sappiamo che la Terra è abitabile (e abitata). Tuttavia, indicano che MAJIS e SWI hanno grandi potenzialità per un lavoro di successo una volta su Giove, dove ci aiuteranno a indagare se le lune ghiacciate potrebbero essere potenziali habitat per la vita passata o presente.
Quando sarà operativo nel sistema gioviano, SWI studierà la composizione di Giove e delle sue lune ghiacciate, raccontandoci di più sui loro climi attuali, sulla loro origine e sulla loro storia. Le informazioni che lo strumento raccoglierà sapranno rivelarci la loro potenziale (o non) abitabilità, e se ci sono, cattureranno i segnali delle loro attuali attività biologiche.
Nel frattempo, MAJIS osserverà le nubi di Giove e gli ingredienti della sua atmosfera, e studierà le atmosfere sottili, i ghiacci e i minerali sulle superfici delle lune ghiacciate.
SWI è stato sviluppato e costruito da un consorzio internazionale di istituti guidati dal Max Planck Institute for Solar System Research. MAJIS è stato sviluppato da un ampio consorzio di scienziati e ingegneri europei, con due contributi principali da parte di Francia e Italia attraverso il supporto delle rispettive agenzie spaziali, CNES e ASI.
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