Da maggio 2019 SpaceX ha trasportato in orbita 4519 satelliti Starlink, anche se non tutti si trovano ancora nello spazio. L’azienda è vicina al completamento della prima fase del progetto, mentre ha già iniziato a trasportare nello spazio gli Starlink di seconda generazione. Attualmente infatti, attorno alla Terra ci sono ben tre diverse versioni di Starlink.
Delle 36 missioni completate nel corso del 2023, ben 18 sono servite per rilasciare in orbita i satelliti di questa mega costellazione. SpaceX sta mantenendo un ritmo di lanci molto elevato, che potrebbe portarla a raggiungere quota 100 entro la fine dell’anno.
Al crescere della costellazione aumenta anche il numero di abbonati al servizio, sempre più stabile e in grado di funzionare ovunque. Per far fronte alla crescente domanda, SpaceX presto metterà in funzione una nuova fabbrica a Bastrop, in Texas, per la costruzione dei kit di connessione e strumentazione di terra.
Le tre versioni di Starlink in orbita
Da inizio anno sono stati trasportati nello spazio 855 Starlink, stabilendo così un nuovo record di satelliti lanciati in 5 mesi. In orbita ci sono tre diverse versioni di Starlink, di due generazioni (classificate come Gen1 e Gen2): gli Starlink V1.0, i V1.5 e i V2 Mini.
I primi sono stati lanciati da maggio 2019 a maggio 2021 e fanno parte del primo gruppo di satelliti, utilizzato per fornire una copertura iniziale per poter collaudare il servizio. Successivamente, SpaceX ha iniziato a produrre e inviare nello spazio i V1.5, la cui caratteristica principale è la connessione laser tra satelliti. In questo modo gli Starlink non devono avere necessariamente un collegamento diretto con le stazioni di terra, i gateway, e possono fornire servizi anche nelle regioni più remote.
We call them “V2 Mini”. They represent a step forward in Starlink capability pic.twitter.com/EFVpLFcz7n
— SpaceX (@SpaceX) February 26, 2023
A febbraio 2023, per la prima volta, hanno completato una missione con gli Starlink V2 Mini, che hanno una capacità quattro volte superiore rispetto alla versione precedente. Si tratta di una versione “miniaturizzata” rispetto a quelli che poi verranno lanciati con Starship.
SpaceX non è ancora riuscita a testare le effettive capacità dei V2 Mini, poiché quasi tutti i satelliti del primo carico, a seguito di problemi tecnici, sono deorbitati o sono in procinto di farlo. L’azienda ha poi effettuato altre due missioni con questi Starlink, che devono ancora raggiungere l’orbita operativa.
Gen1 quasi completa e crescita della Gen2
I permessi rilasciati a SpaceX dalla Federal Communications Commission, attualmente permettono di avere in orbita 4408 Starlink della Gen1 e 7500 della Gen2. Per quest’ultima la FCC ha concesso un permesso parziale poiché, una volta completa, dovrebbe essere formata da circa 30 mila satelliti.
Dei 4519 Starlink lanciati, anche se non tutti si trovano in orbita, 4013 fanno parte della Gen1. Secondo le analisi dell’astronomo Jonathan McDowell, di questo gruppo, i satelliti effettivamente operativi e utilizzati per connettersi a internet, sono 3238. SpaceX dovrà quindi effettuare ancora numerosi lanci prima di completare questa prima generazione. Inoltre, la vita operativa degli Starlink è di circa 5 anni, quindi sarà poi necessario continuare a lanciarne per mantenere attivo il servizio.
Nonostante la Gen1 non sia ancora completa, l’azienda ha iniziato a effettuare missioni anche per la Gen2. Questo nuovo gruppo è composto non solo dagli Starlink V2 Mini ma anche dai V1.5: dei 506 lanciati finora, sono 246 quelli operativi. I restanti sono deorbitati o devono ancora raggiungere l’orbita di destinazione.
Gli Starlink della Gen1 e della Gen2 sono suddivisi in “gusci” (shell in inglese), ognuno caratterizzato da una determinata altezza e inclinazione del piano orbitale dei satelliti. In base ai parametri di rilascio degli Starlink è quindi possibile stabilire se un determinato carico trasportato dal Falcon 9 faccia parte di una o l’altra generazione.
Numero di abbonati in crescita ed espansione globale
A dicembre 2022 SpaceX ha dichiarato che gli utenti attivi avevano raggiunto quota 1 milione, che sono diventati più di 1.5 milioni secondo le affermazioni di SpaceX di aprile 2023, distribuiti in 50 Paesi. Tramite il kit di connessione è ora possibile navigare in internet in qualsiasi parte della Terra ci si trovi, a patto di essere in una nazione in cui è legale utilizzarlo.
Nel corso degli ultimi mesi, SpaceX ha modificato diversi piani di abbonamento, aggiungendo nuove opzioni per l’utilizzo del servizio. Tra le novità, vi è la possibilità di noleggiare il kit di connessione a un prezzo di 15€ al mese, a cui si aggiungono 50€ di costo di attivazione, da pagare solo una volta, e un canone mensile per la connessione di 50€. Se invece si volesse acquistare il kit, attualmente bisognerà sborsare 300€, che saliranno a 450€ al termine di questo periodo promozionale.
Modificato invece il piano Camper, che ora diventa Roam e aggiunge diverse opzioni. Sarà infatti possibile connettersi alla rete tramite Starlink ovunque ci si trovi nel proprio paese e in movimento, per 100€ al mese, o nel mondo, pagando 240€ al mese. Acquistando la parabola Flat High Performance, sarà possibile usufruire anche delle massime prestazioni della rete.
Starlink ha iniziato a diffondersi anche su diversi mezzi di trasporto, come aerei, navi e treni. Diverse compagnie aeree e navali hanno iniziato a installare le parabole, in modo da poter offrire ai passeggeri una connessione veloce e stabile. Il 9 maggio, la compagnia ferroviaria americana Brightline ha annunciato di aver stretto un accordo con SpaceX proprio per l’utilizzo di Starlink sui treni. Ovviamente, per una connessione stabile, è necessario che sulla tratta non siano presenti gallerie.
Missioni Starlink necessarie per collaudare i Falcon 9
Per fornire un servizio efficiente è necessario che in orbita ci siano moltissimi satelliti, e per farlo SpaceX deve effettuare moltissimi lanci. Ciò è reso possibile soprattutto grazie alla riutilizzabilità dei Falcon 9, che SpaceX è riuscita a sviluppare e migliorare nel corso degli anni. Il record di tempo trascorso tra due lanci eseguiti dal medesimo booster è di 21 giorni.
SpaceX è giunta a questo risultato grazie ai numerosi dati acquisiti proprio durante le missioni Starlink, con cui l’azienda ha accettato di assumersi diversi rischi. In questo modo hanno potuto dimostrare di poter utilizzare senza problemi un medesimo Falcon 9 per ben 15 volte e ora puntano a certificarlo per 20 voli.
First Falcon 9 LZ-1 landing for a human spaceflight mission pic.twitter.com/2stzJoA7cX
— SpaceX (@SpaceX) May 22, 2023
Durante Ax-2 abbiamo assistito al rientro sulla terraferma del primo stadio, la prima volta che ciò accade durante una missione con la Crew Dragon. Anche questa modifica è stata possibile con l’analisi del comportamento del vettore con il lancio degli Starlink.
L’azienda di Musk continua a sperimentare e migliorare il proprio Falcon 9, ed è possibile che ciò comporti anche la perdita di uno o più booster. Il 16 febbraio 2021 SpaceX aveva provato a riutilizzare la copertura termica di un motore Merlin per sei volte, mai tentato prima. In quell’occasione si era creato un foro nella copertura termica, andando a compromettere il motore. Nonostante ciò, la missione è stata completata con successo, ma il booster non è riuscito ad atterrare.
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