Nelle ultime due settimane la capsula Starliner di Boeing è stata oggetto di parecchie attenzioni. Queste sono dovute in particolare all’incidente di Dicembre che ha fatto fallire il primo volo orbitale della capsula e non le ha permesso di arrivare alla ISS. Qualche giorno fa è emerso che l’errore che ha provocato quell’incidente non era l’unico problema alla capsula, e anzi non era nemmeno il più grave. Questa ulteriore “scoperta” del team di Boeing farà ritardare ancora di più il primo volo con astronauti della Starliner che ora potrebbe non essere nemmeno nel 2020.
A questo si sono aggiunte alcune affermazioni del direttore dell’agenzia spaziale russa secondo il quale Boeing avrebbe comprato componenti russe per costruire la Starliner. Dmitry Rogozin, a capo di Roscosmos, si è dichiarato sorpreso quando lo ha scoperto, anche se c’è bene da segnalarlo subito, Boeing non ha fatto nulla di illegale.
Boeing ha stretto un accordo con la società privata Zao Orbita con sede a Voronezh, una città a circa 450 Km da Mosca. L’accordo è stato firmato nel 2013 e riguarda un particolare pezzo del sistema di attracco alla ISS. Non è quindi un sistema che centra con l’incidente dello scorso dicembre. Per placare le polemiche che si sono subito scatenate, lo stesso account twitter ufficiale di Boeing Space ha confermato la notizia. Il pezzo è una unità di conversione di potenza. Questo pezzo permetterebbe il trasferimento di potenza dalla Starliner alla ISS quando la capsula è attraccata alla stazione.
You’re right, Joey. And we comply with those contract requirements. #Starliner uses a Power Converter Unit provided by Zao Orbita in Voronezh, Russia. It allows us to transfer power from @Space_Station to Starliner while docked.
— Boeing Space (@BoeingSpace) February 21, 2020
Boeing Space ha inoltre spiegato che questa componente si usa già da più di 20 anni sulla ISS e una sua versione precedente veniva addirittura usata nella stazione spaziale sovietica MIR. Il pezzo, afferma Boeing: “E’ stato alleggerito e rimpicciolito ed è stato scelto per soddisfare le esigenze di Starliner di garanzia della missione e di affidabilità per i clienti”.
La capsula Starliner di Boeing fa parte del programma della NASA Commercial Crew Program, dal quale ha ricevuto circa 4.2 miliardi di dollari di finanziamenti. Questa nuova informazione sulla provenienza di questo componente potrebbe non piacere troppo all’agenzia spaziale americana. In questa fase in cui i rapporti con Boeing sono più tesi che mai potrebbe non essere una buona notizia per l’azienda.
Boeing ad inizio febbraio aveva anche proposto di rieseguire un volo orbitale di test della capsula a spese dell’azienda. NASA però non ha ancora dichiarato se questo volo si farà oppure se si passerà alla prossima fase di test. Per fine febbraio si attende inoltre la conclusione delle indagini complete alla capsula dopo l’incidente di Dicembre, indagini che hanno già scoperto ulteriori errori ad inizio del mese.
Zao Orbita è stata creata nell’immediato dopoguerra per costruire componenti elettroniche e per eseguire riparazioni di impianti elettrici. Pochi anni dopo è stata completamente riorganizzata per prendere parte alla corsa allo spazio, sviluppando componenti per capsule sovietiche. Orbita produsse il sistema di alimentazione della stazione spaziale MIR e un esclusivo sistema di alimentazione a turbogeneratore per lo spazioplano Energiya-Buran. La società entrò a far parte del progetto ISS fin dalla sua fondazione nel 1996 creando e producendo dispositivi di alimentazione, in particolare per la sezione russa della stazione.