Il James Webb Space Telescope è il più grande e potente telescopio spaziale mai costruito dall’uomo. La sua partenza è attualmente prevista per il 18 dicembre 2021 a bordo di un lanciatore Ariane V. Attualmente il JWST è costato in totale 11,75 miliardi di dollari. Questa cifra va però contestualizzata e divisa fra le parti che sono impegnate nel progetto. Il James Webb Space Telescope è infatti una collaborazione fra la NASA, l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Canadese.
La NASA ha coperto la maggior parte dei costi, occupandosi di finanziare il progetto fin dalla sua nascita e di assemblarlo e progettarlo. Il costo sostenuto dalla NASA è di 10.8 miliardi di dollari (già aggiustato considerando l’inflazione). Quello sostenuto dall’ESA è di 790 milioni di dollari e quello sostenuto dal Canada è di 158 milioni di dollari. Questi costi fanno del JWST uno dei progetti scientifici più ampi e costosi mai realizzati dall’uomo, assieme all’Hubble space telescope e al CERN di Ginevra. Entriamo ora un po’ più nel dettaglio di queste cifre.
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I costi del James Webb Space Telescope per la NASA
Il progetto del James Webb Space Telescope è nato formalmente nel 1996 e prevedeva un budget totale di 400 milioni di dollari e un lancio previsto nel 2007. A inizio del ventunesimo secolo è stata però fatta una ristrutturazione completa del progetto, alzando il budget totale a 4.96 miliardi e un lancio nel 2014. Una seconda riorganizzazione del programma è stata fatta nel 2018, portando il costo totale a 8.8 miliardi di dollari.
Ora, arrivati al momento del lancio, la maggior parte dei costi sono stati coperti, e i problemi superati. Nel seguente grafico è rappresentata la cifra (aggiustata all’inflazione) spesa ogni anno solo dalla NASA per il JWST. È presente anche una proiezione fino al 2026.
Questi soldi sono stati erogati al progetto dalla divisione Astrofisica della NASA. A prima vista possono sembrare cifre piuttosto elevate, ma ovviamente vanno contestualizzate. Il James Webb non ha mai superato 1/3 del budget della divisione astrofisica della NASA. Inoltre, nello stesso periodo preso in considerazione per queste cifre (2003-2026) il governo federale americano ha speso circa 101 trilioni di dollari. Questo vuol dire che ogni 100 dollari, un solo penny è servito per finanziare il James Webb Space Telescope. I calcoli sono stati eseguiti da Casey Dreier per la Planetary Society.
I contributi di ESA e CSA
Ai soldi impiegati dalla NASA vanno sommati quelli dell’Agenzia Spaziale Europea e Canadese (CSA). L’ESA ha fornito lo NIRSpec instrument, uno dei quattro strumenti scientifici a bordo del telescopio. Il NIRSpec è uno spettrometro che osserverà nelle lunghezze d’onda fra i 0.6 µm e i 5 µm. Inoltre l’ESA ha fornito il 50% delle componenti chiave e dei fondi per sviluppare lo strumento MIRI. MIRI fornirà immagini nel medio infrarosso, in una frequenza fra i 4.9 μm fino ai 28.8 μm. I suoi obbiettivi scientifici sono le galassie lontane, le stelle di nuova formazione e le comete appena visibili, nonché gli oggetti nella fascia di Kuiper.
Per concludere, l’ESA ha anche fornito i servizi di lancio e immessa in orbita del telescopio, attraverso il vettore Ariane V. Questo lanciatore partirà dallo spazioporto di Kourou, in Guyana francese. L’Ariane V è stato scelto addirittura nel 2005 per la sua grande precisione e sicurezza. Il contributo dell’ESA per questo lancio si attesta in circa 400 milioni di dollari.
Il Canada ha invece fornito il Fine Guidance Sensor e uno strumento scientifico del telescopio, chiamato Near InfraRed Imager and Slitless Spectrograph (NIRISS). Questo strumento osserverà lo spazio nelle lunghezze d’onda fra i 0.6 μm e i 5 μm completando le osservazioni nel vicino infrarosso di NIRSpec e NIRCam. Il Fine Guidance Sensor (FGS) è invece un puntatore, usato per mantenere il telescopio nella giusta posizione e puntarlo sugli obbiettivi scientifici giusti.
Maggiori informazioni sugli strumenti a bordo del James Webb Space Telescope e sulla missione scientifica del telescopio si possono trovare nella guida completa al JWST di Astrospace.it
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