La capsula Orion di Artemis II ha completato con successo i test all’interno dell'”altitude chamber”, anche detta camera ipobarica, il 6 novembre presso il Kennedy Space Center (KSC). Questa fase di test è studiata per simulare le condizioni dello spazio profondo e raccogliere dati aggiuntivi per integrare quelli ottenuti nei test precedenti, effettuati all’inizio dell’estate. A differenza della camera ipobarica utilizzata per Artemis I, la quale si trovava presso il NASA’s Glenn Research Center in Ohio, questa è all’interno dell’edificio Neil A. Armstrong Operations and Checkout del KSC.
La camera ipobarica, o camera d’altitudine, è stata inizialmente sviluppata per testare i sistemi di supporto vitale e ambientale sui moduli di comando e lunari del programma Apollo. Essa simula le condizioni dello spazio profondo, a un’altitudine almeno equivalente a oltre 60’000 km. L’interno della camera utilizzata per la capsula Orion che partirà con Artemis II é stata recentemente potenziata per supportare le missioni Artemis, ed è grande 10 metri di diametro e con 13 metri di altezza.
Oltretutto, oggi questa camera ipobarica consente di replicare condizioni presenti ad altitudini di oltre 76’000 km. Grazie a questi aggiornamenti, la NASA può ora testare Orion in condizioni simili a quelle dello spazio profondo. Dopo Apollo, NASA ha sfruttato queste camere all’interno del programma Shuttle, in particolare per testare la tenuta dei moduli pressurizzati della Stazione Spaziale Internazionale.
Artemis II l’ultima missione di SLS?
Durante la missione Artemis II, attesa per la fine del 2025, la capsula Orion condurrà gli astronauti NASA Victor Glover, Christina Koch e Reid Wiseman, così come l’astronauta canadese (CSA) Jeremy Hansen, in orbita attorno alla Luna. Il viaggio, che non prevede un allunaggio, durerà circa dieci giorni. Al termine di questi, la Orion e i quattro astronauti rientreranno sulla Terra.
Sarà una missione particolarmente importante, non solo per il Programma Artemis, ma anche per il futuro della capsula Orion stessa. Dopo solo una settimana dalle elezioni presidenziali americane infatti, iniziano già a circolare i primi dubbi e voci sul futuro di SLS e di Orion.
To be clear we are *far* from anything being settled, but based on what I’m hearing it seems at least 50-50 that NASA’s Space Launch System rocket will be canceled. Not Block 1B. Not Block 2. All of it. There are other ways to get Orion to the Moon.
— Eric Berger (@SciGuySpace) November 13, 2024
Attualmente è atteso per la fine del 2024 un grosso aggiornamento da parte della NASA sui test allo scudo termico della capsula Orion di Artemis I. Il ritardo di questi test e analisi, sta generando forti dubbi sulla possibilità di rispettare la fine del 2025 come data di lancio per la seconda missione. Se dovesse verificarsi un altro grosso ritardo, questo provocherà nuove forti discussioni sulla cancellazione di SLS e forse di Orion, dato che l’obbiettivo attuale dell’amministrazione Trump sarà senza dubbio quello di allunare prima del 2028.
Si va verso la cancellazione di SLS…e Orion?
Nonostante il lavoro svolto nell’ultimo anno sulla capsula Orion, soprattutto sullo scudo termico e sulle analisi delle radiazioni subite, la preparazione della capsula è molto in ritardo. Inoltre, gli ultimi test su SLS e i ritardi nella preparazione delle strutture di terra potrebbero portare a decisioni importanti. Si parla infatti non soltanto di un possibile nuovo slittamento della missione Artemis II.
Il rumors più importante è la cancellazione e ripianificazione dell’intero Programma Artemis e dei mezzi spaziali coinvolti. Da un lato, NASA comunica l’avanzamento dei preparativi finali alla missione Artemis II non lasciando ufficialmente trapelare le preoccupazioni che evidentemente vivono nel quartier generale. Dall’altro, gli Organi di revisione come il GAO e la stampa attorno stanno richiamando l’attenzione del pubblico.
Secondo il report GAO, le strutture di terra, compresa la rampa di lancio Mobile Launcher 1 e le altre infrastrutture che alimentano e gestiscono SLS prima del lancio hanno seri problemi. Molti dei problemi sono dovuti ai danni provocati dal lancio della prima missione Artemis, che sembrano essere stati maggiori del previsto.
La NASA ha avviato una serie di riparazioni e potenziamenti per il ML1. Tra questi, il rafforzamento della struttura della torre e l’aggiunta di protezioni per evitare danni simili in futuro. Tuttavia, il completamento di queste operazioni è stato più lungo del previsto. Addirittura, per quanto riguarda il ML2 che dovrebbe essere usato dalla missione Artemis IV in poi, non solo ci sono ritardi nell’esecuzione del progetto, ma il budget è stato superato di circa 6 volte. La domanda é: si sta andando verso la cancellazione di SLS? Ci sarà una “seconda vita” per Orion?
Dopo una sola settimana trascorsa dalle elezioni americane, la stampa ha ripreso a discutere questo scenario, ma con maggiore enfasi. Niente di ufficiale, ma come riferito da Eric Berger, giornalista e redattore di Ars Technica e alquanto affidabile nell’ambiente spaziale, lo scenario proposto indica una probabile cancellazione di SLS, stimata al 50%.
Ciononostante colpiscono le tempistiche e la modalità di comunicazione, che non è più una supposizione. Le ipotesi di una cancellazione di SLS aprono scenari diversi per Orion, che potrebbe essere lanciata verso la Luna solo dal Vulcan o dal Falcon Heavy, fra i razzi attualmente sul mercato. Sul lungo termine in ogni caso, l’ipotesi più probabile, a ora, è che venga cancellata la versione SLS 1B, prevista attualmente per il 2030. Questo aprirebbe un futuro ancora più incerto per Orion dopo le prime tre missioni Artemis.