Il 7 novembre si è tenuto un meeting del Mars Exploration Program Analysis Group (MEPAG), un comitato della NASA che si occupa di studiare programmi e soluzioni interne al Moon to Mars Initiative. Quest’ultimo è il nome del programma di esplorazione della NASA, all’interno del quale è contenuto anche il Programma Artemis.
Durante la riunione del MEPAG, si è tenuto un incontro chiamato “Mars Exploration Program (MEP): Commercial Services Studies”. Durante questo meeting sono state presentate e analizzate diverse proposte di servizi per l’esplorazione marziana, provenienti dal settore commerciale. La NASA infatti, sta cercando di organizzare per Marte un programma molto simile al CLPS lunare, con il quale sta finanziando aziende private per fornire servizi di esplorazione della Luna.
Richard Thomas Griffiths, Assistant Director della divisione di Scienza ed esplorazione della NASA, ha dichiarato che negli ultimi due anni hanno visitato 15 diverse aziende, per poter valutare le loro proposte in modo più diretto rispetto al ricevere semplici presentazioni. Il programma è diviso in quattro diverse necessità, espresse dalla NASA, chiamate DRM.
Le proposte commerciali per il MEP
DRM è una sigla che sta per Design Reference Missions. Per ciacuna di queste tipologie sono state selezionate tre aziende, che hanno presentato delle proposte per risolvere la necessità specifica richiesta dalla NASA.
- DRM 1: Trasporto e consegna di payload di piccole dimensioni su Marte (Firefly Aerospace, Impulse Space, Lockheed Martin).
- DRM 2: Trasporto e consegna di payload di grandi dimensioni su Marte (Astrobotic, Blue Origin, United Launch Alliance).
- DRM 3: Immagini ad alta risoluzione per garantire la continuità e la copertura nell’osservazione del pianeta (Albedo, Astrobotic, Redwire).
- DRM 4: Servizi di comunicazione e posizionamento (COMM Relay/PNT), fondamentali per il rilancio delle comunicazioni e la navigazione (Blue Origin, Lockheed Martin, SpaceX).
DRM1
Le proposte per il DRM 1 si focalizzano sulla consegna di payload di piccole dimensioni su Marte. Sono coinvolte Firefly Aerospace, Impulse Space e Lockheed Martin. Firefly utilizzerà una versione modificata dell’Elytra OTV per trasportare circa 175 kg in orbita marziana, con una variante “Elytra Red” che sarà usato come modulo di servizio e propulsione per l’inserimento in orbita, con capacità fino a 300 kg. Un’opzione alternativa combina invece il lanciatore Alpha LV per lanciare un microsatellite da 20 kg verso Marte.
Impulse Space propone il dispenser Mira V2, dotato di aerobraking, adattato dal modello Mira testato nel 2023, con propulsione a ossido di azoto/etano e un delta-v di 1.8 km/s.
Lockheed Martin offre un microsatellite Aeroassist basato sull’architettura Curio™, capace di operare in ogni finestra di lancio marziana e progettato per un rapido lancio, con un payload massimo di 30 kg, sfruttando le tecnologie Aeroassist e l’esperienza nei sistemi di lander.
DRM2
Astrobotic propone di adattare il lander lunare Griffin, con modifiche minime per renderlo adatto all’inserimento in orbita marziana. Il design rispecchia il modello attuale per scendere sulla Luna, sfruttando l’esperienza del programma CLPS per offrire servizi commerciali su Marte. Blue Origin, invece, propone di adattare Blue Ring, dotandolo di un sistema di propulsione SEP/Chem adatto a missioni ad alta richiesta di delta-v.
ULA propone invece lo stadio Centaur modificato, per il quale sono previsti adattamenti per il lancio dalla Terra, la fase di crociera e l’inserimento in orbita marziana (MOI), con celle a combustibile per l’energia e array solari per l’alimentazione durante la fase operativa. Questo sistema è compatibile con il razzo Vulcan.
DRM3
La startup Albedo propone una piattaforma di imaging ad alta risoluzione, basata su un approccio economico che sfrutta il design VLEO per ottenere risoluzioni elevate da 300 km di altitudine sopra Marte. Il sistema è progettato per essere economico visto che deriva da altri prodotti VLEO e garantisce il trasferimento e la consegna dei dati tramite la Deep Space Network (DSN) o la rete di relay in orbita marziana.
Astrobotic offre una piattaforma personalizzata, sviluppata con esperti di imaging di Malin e ASU, con una fotocamera da 50 cm di apertura e risoluzione tra 1 e 2 metri. Questo sistema è compatibile con il bus Griffin proposto nel DRM2, con un’interfaccia ESPA che supporta payload da 700 kg e una larghezza di scansione di 4.8 km multispettrale a sei bande.
Redwire presenta invece RedScope, un satellite dotato di una fotocamera con funzionalità di framing su una piattaforma smallsat belga, con hardware accessibile commercialmente e una qualità d’immagine paragonabile a quella del sistema HiRise attualmente in orbita marziana.
DRM4
Blue Origin propone una configurazione del rimorchiatore Blue Ring per trasferire e gestire un satellite relè ad alte prestazioni, con capacità di posizionamento in varie orbite (bassa, alta circolare, aero-stazionaria). Il sistema include un’antenna in banda Ka/Ka per una velocità dati di 4 Mb/s a 1.5 AU (Unità Astronomiche), con opzioni di beam largo per copertura estesa o beam stretto per comunicazioni ad alta velocità.
Lockheed Martin adatta il design della sonda MAVEN (attualmente in orbita marziana) per offrire un servizio di comunicazione completo, con capacità di trasferimento in orbita autonoma senza bisogno del DRM 2. Il sistema supporterà un’ampia gamma di utenti e opera con link X e Ka ad alta velocità.
SpaceX infine propone la costellazione “Marslink,” derivata dal design Starlink, con numerosi satelliti in orbita marziana per garantire piena visibilità e interoperabilità tra asset a terra e in orbita. Questa soluzione offre link ottici tra i satelliti relè e una capacità estesa per imaging globale e monitoraggio, superando le capacità richieste dal progetto.