Da una combinazione di dati della missione Voyager 2 e di nuove simulazioni, sembrerebbe che anche Miranda, luna di Urano, potrebbe ospitare un oceano sotto la sua superficie.
La scoperta aggiunge Miranda alla lista delle lune che potrebbero ospitare oceani interni, come già osservato per alcune lune di Saturno e Giove e anche da un recente studio per Ariel di Urano. L’oceano sarebbe mantenuto liquido da una combinazione di forze mareali e interazioni gravitazionali, che genererebbero calore sufficiente a contrastare il gelo dello spazio esterno.
La presenza di un oceano interno aumenterebbe significativamente l’interesse scientifico per Miranda, offrendo nuove prospettive per la comprensione delle lune ghiacciate e dei processi di riscaldamento che mantengono l’acqua in forma liquida a grandi distanze dal Sole.
Miranda è la più piccola delle lune principali di Urano, ma le sue caratteristiche uniche l’hanno resa oggetto di studio sin dal passaggio della sonda Voyager 2 nel 1986. Con una superficie tempestata di canyon, fratture e formazioni geologiche complesse, Miranda ha sempre sollevato interrogativi riguardo la sua storia evolutiva.
La nuova ricerca propone che, nonostante le sue dimensioni ridotte, Miranda potrebbe ospitare un oceano sotterraneo mantenuto liquido da processi di riscaldamento mareale. Questi processi si verificano quando la forza gravitazionale di Urano genera attrito all’interno del nucleo della luna, provocando un aumento della temperatura che potrebbe sciogliere parte del ghiaccio presente sotto la crosta.
Il modello proposto dagli scienziati prevede che l’acqua liquida si trovi al di sotto di una crosta ghiacciata di decine di chilometri, e la sua scoperta rappresenta un ulteriore esempio di come i corpi celesti lontani dal Sole possano sviluppare condizioni favorevoli alla presenza di oceani sotterranei.
Le simulazioni suggeriscono che questo oceano potrebbe anche contenere composti chimici utili allo sviluppo della vita, un’ipotesi che alimenta il dibattito su quanto sia diffusa l’acqua liquida nel Sistema Solare. La possibilità di oceani sotterranei su lune come Miranda evidenzia la diversità e la complessità dei processi geologici presenti anche su corpi di piccole dimensioni, sollevando nuove domande sul ruolo di Urano e del suo campo gravitazionale nel modellare le caratteristiche delle sue lune.
Il sistema di Urano è composto da cinque lune principali, ciascuna con caratteristiche uniche. Oltre a Miranda, anche Ariel, Titania e Oberon hanno mostrato segni di attività geologica.
Ariel, in particolare, presenta una superficie relativamente giovane e segni di attività criovulcanica, suggerendo che possa avere un sottosuolo attivo. Inoltre, a luglio 2024 il James Webb Space Telescope ha confermato che Ariel ha una superficie con abbondanti depositi di ghiaccio di anidride carbonica e monossido di carbonio, che per le condizioni al contorno, si pensa potrebbero emergere dall’interno di Ariel, forse da un oceano sotterraneo.
La notizia di Miranda arriva dopo diverse ricerche che parlano di oceani sotterranei. A febbraio 2024 anche la luna Mimas di Saturno si è unita ad altre più famose, come Encelado o le lune galileiane di Giove Europa, Ganimede e Callisto.
La scoperta di oceani sotterranei su corpi lontani dal Sole non solo amplia la nostra comprensione della geologia e della termodinamica delle lune ghiacciate, ma apre anche nuove prospettive per la ricerca di ambienti abitabili oltre la Terra. Con il progresso nelle tecnologie di esplorazione, gli studi sulle lune dei giganti ghiacciati potrebbero fornire risposte cruciali sulle possibilità di trovare acqua e, forse, forme di vita primitive in ambienti estremi del Sistema Solare.
Lo studio, pubblicato su The Planetary Science Journal, è reperibile qui.
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