Il 28 ottobre 2024 l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha comunicato che di recente i due cubesat a bordo della missione Hera, chiamati Juventas e Milani, hanno effettuato con successo il loro primo contatto con la Terra.
Hera è stata lanciata il 7 ottobre 2024 a bordo di un Falcon 9 di SpaceX. Si sta dirigendo verso l’asteroide binario Didymos, il primo corpo celeste nel Sistema Solare la cui orbita è stata modificata intenzionalmente dall’uomo attraverso l’impatto della sonda DART della NASA nel 2022.
I due cubesat, dalle dimensioni di una scatola da scarpe, sono progettati per svolgere ruoli complementari ma ugualmente importanti a quelli della sonda. Juventas, sviluppato da GOMspace in Lussemburgo, effettuerà la prima analisi radar all’interno di un asteroide. Milani, realizzato da Tyvak International a Torino, in Italia, si occuperà di analisi mineralogiche multispettrali.
Questi mini-satelliti rappresentano un’innovazione significativa nella tecnologia spaziale, e il loro primo risveglio ha rappresentato un momento storico per l’ESA, segnando la prima operazione di cubesat europei nello spazio profondo.
Il processo di commissioning dei due CubeSat si è svolto sotto l’attenta supervisione del centro di controllo missione ESOC dell’ESA a Darmstadt, in Germania, in collaborazione con il Centro Europeo per la Sicurezza e l’Educazione Spaziale (ESEC) di Redu, in Belgio.
Juventas è stato il primo a essere attivato, il 17 ottobre 2024, quando si trovava a 4 milioni di km dalla Terra, seguito da Milani il 24 ottobre, a una distanza quasi doppia, di 7.9 milioni di km. Le operazioni di verifica purtroppo sono state interessate da ritardi nella comunicazione che hanno raggiunto i 32.6 secondi (andata e ritorno) per Juventas e 52 secondi per Milani.
Tuttavia, durante queste prime attivazioni, entrambi i cubesat hanno dimostrato un funzionamento ottimale di tutti i sistemi di bordo. Inclusi gli strumenti scientifici, i collegamenti inter-satellite necessari per comunicare con Hera e i reaction wheel per il controllo dell’assetto.
Particolarmente significativo è stato il mantenimento di una temperatura stabile intorno ai 5°C all’interno dei Deep Space Deployers, con le batterie che hanno mantenuto un livello di carica adeguato nonostante l’ambiente ostile dello spazio profondo.
La missione Hera sta procedendo secondo i piani stabiliti. I due CubeSat rimarranno all’interno dei loro deployers fino all’arrivo a destinazione, previsto per la fine del 2026.
In quel momento, verranno rilasciati con una velocità estremamente bassa, di pochi cm/s. Una precauzione necessaria, dato il campo gravitazionale ultra-debole dell’asteroide.
Durante la fase di crociera, i cubesat verranno attivati ogni due mesi per controlli di routine, condizionamento delle batterie e aggiornamenti software. Questo successo iniziale non solo conferma l’efficacia del concetto di spacecraft “companion” più piccoli a bordo di una sonda principale, ma apre anche la strada a future missioni che utilizzeranno configurazioni simili. Come la missione RAMSES dell’ESA per la difesa planetaria, e la missione Comet Interceptor.
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