L’Agenzia Spaziale Indiana (ISRO) ha annunciato di aver ricevuto i due satelliti da 200 kg l’uno che costituiranno la missione SPADEX. Space Docking Experiment, costata circa 16 milioni di dollari, è la prima missione di test di manovre di docking in orbita, sviluppata interamente da un’azienda privata indiana.
Si tratta di Ananth Technologies Private Limited (ATL), azienda indiana che opera nel settore aerospaziale e della Difesa. ATL ha completato lo sviluppo e l’integrazione dei due satelliti per ISRO e successivamente li ha consegnati presso l’ISRO UR Rao Satellite Centre (URSC) di Bangalore.
SPADEX testerà le capacità dell’India di effettuare un’operazione di docking in orbita. I due satelliti, denominati da ISRO “chaser” e “target” per il ruolo che assumeranno, partiranno a bordo di un vettore PSLV. Una volta immessi su due differenti orbite, si incontreranno e attraccheranno insieme, combinandosi per creare un unico satellite. La manovra sarà fondamentale per le future missioni quali Chandrayaan-4 e per la costruzione della Stazione Spaziale Bharatiya Antariksha, tra i prossimi obiettivi dichiarati da ISRO.
Space Docking Experiment
Storicamente, l’Agenzia Spaziale Indiana ha sempre costruito, assemblato e testato i propri satelliti presso il complesso URSC di Bangalore. La missione SPADEX rappresenta una vera occasione di rottura con il passato per ISRO, dato che è la prima volta in cui l’Agenzia Spaziale Indiana si è completamente affidata ai privati. I due satelliti, infatti, sono stati assemblati, testati e integrati (tutto in soli 3 mesi) presso le strutture private di ATL, anch’esse situate a Bangalore.
Tutto ciò è stato possibile grazie alle nuove riforme del settore spaziale indiano, le quali garantiscono un maggior contributo e nuove opportunità al settore privato. SPADEX è una missione che ha lo scopo di dimostrare il rendezvous e l’attracco autonomo: la capacità di due veicoli spaziali di funzionare come una sola unità.
La missione dovrebbe partire entro il 15 dicembre 2024. Questo solo se il trasporto (su camion) verso l’Indian Spaceport di Sriharikota e i test pre lancio andranno come da programma.
Il satellite “chaser”, oltre a telecamere e sensori, sarà dotato di un braccio robotico remoto per l’attracco. Inoltre, verrà testata la capacità di funzionamento autonomo delle singole parti. Infatti, un meccanismo di docking autonomo affidabile potrebbe permettere riduzioni significative di costi e tempi di produzione nel mercato satellitare.
Una singola parte mal funzionante, potrebbe essere facilmente sostituita lanciandone in orbita al suo posto una nuova, applicazioni che rientrano nel settore dell’In Orbit Servicing. L’obiettivo più ambizioso, infine, sarà un test del meccanismo in vista delle prossime missioni indiane robotiche e con equipaggio.
Futuribilità di SPADEX
Proprio il futuro, prossimo e non, dell’esplorazione spaziale indiana potrebbe dipendere dall’esito della missione SPADEX. Questa tecnologia definita da ISRO “split-up and united“, verrà testata anche per le missioni Chandrayaan-4 Moon Sample Return, per la stazione spaziale e Gaganyaan-2.
La missione Chandrayaan-4 è progettata per eseguire un allunaggio, raccogliere campioni lunari e poi rientrare a Terra, riportando i campioni lunari raccolti. La tecnologia testata con SPADEX sarà determinante nel coordinare l’incontro tra un lander lanciato dalla superficie lunare con i campioni di suolo, e il modulo (in attesa in orbita) sul quale i campioni rientreranno sulla Terra.
La stazione spaziale Bhartiya Antariksha Station, è attesa al lancio del primo modulo nel 2028, e ISRO intende sfruttare SPADEX per testare il docking dei moduli che la formeranno. Gaganyaan-2 sarà invece la prima missione che testerà il trasporto di astronauti in orbita con la capsula omonima, che in futuro verrà usata per inviare astronauti indiani sulla stazione Bhartiya Antariksha, una volta ultimata.
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