Il 19 ottobre, la società Intelsat ha annunciato un problema al satellite di telecomunicazioni Intelsat 33e, in orbita geostazionaria, dichiarando che avesse subito un guasto irreparabile, e interrompendo definitivamente i servizi di comunicazione per i clienti in Europa, Africa e in alcune parti della regione Asia-Pacifico.
Il 21 ottobre, Intelsat ha confermato la perdita completa del satellite. Attualmente non sono ancora chiare le cause della distruzione, ma diversi osservatori indipendenti hanno confermato di aver tracciato decine di detriti provocati dalla rottura di questo satellite.
Intelsat ha dichiarato che sta collaborando con Boeing, che ha costruito il satellite, e con le agenzie governative per analizzare i dati disponibili e comprendere le cause dell’anomalia. È stata inoltre istituita una Failure Review Board per condurre un’indagine approfondita sull’accaduto. Al momento del guasto, Intelsat 33e non era coperto da assicurazione, come confermato da un portavoce della compagnia. Intelsat sta lavorando per trasferire i propri clienti su altri satelliti della sua flotta o su piattaforme gestite da terzi, al fine di minimizzare i disagi.
Il satellite Intelsat 33e, lanciato nell’agosto 2016, era operativo dal gennaio 2017. Nonostante un ritardo di tre mesi nella sua attivazione, causato da problemi con il propulsore principale, il satellite ha operato a lungo nell’orbita pianificata a 60 gradi Est. Tuttavia, un secondo problema di propulsione emerso durante i test in orbita ha ridotto la sua vita operativa di circa 3.5 anni, rispetto ai 15 previsti.
Intelsat 33e era parte della serie EpicNG, composta da satelliti ad alta capacità di trasmissione. La stessa serie aveva già subito diversi problemi nel 2019, quando il satellite Intelsat-29e fu dichiarato perso dopo soli tre anni di attività, probabilmente a causa di un impatto con un meteoroide o di un difetto di cablaggio.
La U.S. Space Force ha segnalato il 19 ottobre la presenza di circa 20 frammenti associati alla rottura del satellite. Un avviso su SpaceTrack, la piattaforma di tracciamento di satelliti e detriti in orbita del Dipartimento della Difesa statunitense, ha confermato che la rottura del satellite si è verificata il 19 ottobre 2024 alle 06:30 italiane.
Douglas Hendrix, CEO della compagnia di tracciamento spaziale ExoAnalytic Solutions, ha dichiarato il 21 ottobre che da loro sono stati identificati almeno 57 pezzi di detriti legati all’incidente.
Un’immagine della rottura di Intelsat 33e, catturata il 19 ottobre dalla compagnia britannica Spaceflux, ha mostrato i satelliti WGS 10 (USA 291) e Ovzon-3 nelle vicinanze dell’area di frammentazione. Tuttavia, secondo Viktoria Urban di Spaceflux, al momento non ci sono prove che suggeriscano rischi imminenti per questi o altri satelliti. “Il problema è l’incertezza legata alle orbite di questi frammenti,” ha dichiarato Urban, “potrebbero diventare pericolosi, ma ancora non possiamo saperlo con certezza.”
La perdita di Intelsat 33e porterà ancora una volta a discutere sul problema dei detriti spaziali, soprattutto in orbita geostazionaria, dove operano molti dei satelliti di comunicazione e dove lo smaltimento naturale è impossibile. In orbita terrestre bassa infatti, i detriti prima o poi rientrano in atmosfera naturalmente, e lo fanno prima più sono bassi. In orbita geostazionaria questo è impossibile, e ogni detrito è destinato a rimanere lì.
Attualmente non ci sono informazioni certe sulle cause di questa rottura. Come successo per il suo predecessore, potrebbe trattarsi dell’impatto di un micrometeoroide, oppure dell’esplosione di una componente del satellite dovuta a un errore di progettazione o di fabbricazione.
In passato è già successo parecchie volte, soprattutto in orbita terrestre bassa e con satelliti non più operativi, che le batterie o i serbatoi si danneggiassero, provocando piccole esplosioni capaci di rompere in decine di detriti il satellite.
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