Il 14 ottobre, ventitré astronauti provenienti da tutto il mondo, e da missioni spaziali di ogni tipo, hanno preso parte all’inaugurazione della 75esima edizione dell’International Astronautical Congress (IAC2024) a Milano.
Uomini e donne dello spazio, provenienti da 13 nazioni diverse che complessivamente hanno partecipato a ben 48 missioni spaziali. Per tutti loro, è stata organizzata dall’Agenzia Spaziale Italiana una serie di visite presso grandi aziende e università italiane del Nord Italia nel corso della settimana dell’IAC.
Il tour ha preso il via ufficialmente martedì, con una trasferta a Torino. Noi di Astrospace abbiamo avuto l’onore di poter seguire il viaggio degli astronauti per tutti e tre i giorni, viaggiando con loro, direttamente nel loro pullman, che abbiamo soprannominato Astrobus, ricordando l’Astrovan che trasportava gli astronauti Apollo alla rampa di lancio negli anni ’60.
Partecipare a questo tour è stata una emozione veramente incredibile, che ci ha permesso di parlare, confrontarci e discutere con astronauti dalle carriere ed esperienze così diverse. In questo approfondimento abbiamo cercato di raccontarvi la storia di questi tre giorni, durante i quali abbiamo non solo discusso con molti astronauti, ma anche visto alcune delle aziende e progetti spaziali italiani più ambiziosi di sempre.
Martedì 15 ottobre, Torino. La Luna è così vicina…
La prima tappa del programma era Torino, e appena arrivati in città, siamo stati a visitare la sede di Altec, martedì mattina. Qui gli astronauti, dopo la calorosa accoglienza dello staff, hanno avuto l’opportunità di visionare le Mission Control Room italiane, guardando in tempo reale le attività della Stazione Spaziale Internazionale che per molti di loro è quasi una seconda casa.
Nel percorso all’interno dell’azienda hanno suscitato notevole interesse anche le aree destinate alle simulazioni del terreno marziano, raggiunte attraversando un’area museale dedicata all’evoluzione della tecnologia spaziale italiana. Qui in bella vista, campeggia anche una replica del satellite “Tethered”, oggetto principale della missione STS-75 degli italiani Cheli e Guidoni del 1996. La prima volta che due astronauti italiani si sono trovati contemporaneamente nello spazio, e non fu l’ultima.
La giornata scorre velocemente, in un clima di grande coinvolgimento e curiosità, in particolare degli astronauti stranieri: alcuni di loro, come l’emiratino Hazza AlMansoori, sono per la prima volta in visita a Torino e Milano. Con lui abbiamo scambiato quattro chiacchiere proprio in autobus, realizzando questa intervista.
La visita prosegue presso gli stabilimenti di Thales Alenia Space, adiacenti ad Altec, dove il primo modulo della futura stazione orbitante Lunar Gateway è in fase di assemblaggio. Insieme ai tecnici di Thales Alenia Space, è stato proprio Luca Parmitano, che nei mesi scorsi ha testato il modulo in costruzione, a raccontarci alcuni particolari del Gateway e a rispondere alle domande più tecniche dei colleghi stranieri. Ma lo sguardo non è rivolto solo alla Luna: all’interno dell’hangar principale, insieme agli astronauti abbiamo potuto osservare i moduli della nuovissima stazione orbitante privata di Axiom Space, che orbiterà intorno al nostro pianeta nei prossimi anni.
In questa visita l’Italia ha mostrato ancora una volta il suo ruolo di rilievo nel settore aerospaziale. Il nostro percorso verso la Luna si sta scrivendo anche tra queste mura della città della Mole.
La tappa finale della giornata è stata il Politecnico di Torino, dove gli applausi di una impressionante folla di studenti hanno accolto l’arrivo degli astronauti. Il numero di ragazzi e ragazze che volevano partecipare all’evento era così elevato che l’aula magna non è riuscita a contenerli tutti: l’università allora ha predisposto una seconda sala dove è stato possibile seguire l’evento in streaming. Nonostante questo, centinaia di ragazze e ragazzi non sono riusciti ad entrare.
Dopo una rapida presentazione degli 11 astronauti presenti al tavolo dei relatori, è seguita una lunga e interessantissima serie di domande e risposte. Le voci degli astronauti hanno saputo ispirare i giovani studenti di ingegneria, raccontando esperienze e percorsi profondamente diversi, dalle missioni sullo Space Shuttle alle più recenti a bordo di Crew Dragon.
Sul pullman che ci ha trasportato a Torino e poi alla sera di nuovo a Milano, c’era un clima davvero meraviglioso, informale e decisamente amichevole. Gli astronauti hanno accettato di rilasciare interviste, hanno scambiano con noi opinioni e consigli fino al rientro in hotel.
Al termine del programma torinese, aspettando il secondo tour previsto per il giorno successivo, è rimasta l’emozione forte, fortissima, di aver avuto l’occasione di condividere un’intera giornata con un gruppo così ampio di astronauti, persone straordinarie capaci di rappresentare l’intera umanità, con un patrimonio inestimabile di esperienze, conoscenze, ed elevatissime qualità umane.
Mercoledì 16 ottobre, Milano. L’importanza di parlare con lo spazio
Sono le 8:00 del mattino a Milano, e la hall dell’albergo inizia a riempirsi di persone. Astronauti, assistenti, personale dell’Agenzia Spaziale Italiana, giornalisti. Poco dopo appaiono Paolo Nespoli, Tony Antonelli, Anthea Comellini e Akihiko Hoshide, che si dirigono verso l’ingresso. Fuori piove, e ci bagniamo mentre saliamo sull’astrobus, un mezzo speciale, che ci porterà fuori città, a visitare un luogo dove lo spazio è per forza di cose, molto vicino.
La prima tappa della giornata è infatti il Centro Spaziale del Lario, di Telespazio, una magnifica struttura avvolta dalle montagne, tra il lago di Como e quello di Mezzola. Qui, proprio grazie alle montagne che isolano la stazione dalle interferenze elettromagnetiche di origine antropica, nel 1977 è stato realizzato un impianto che è stato capace di caratterizzare in maniera unica e inaspettata il paesaggio, grazie a più di 60 antenne dedicate alla gestione dei servizi di trasmissione e ricezione satellitare, in particolare con un ampia visibilità dei satelliti in orbita geostazionaria posizionati tra i 78 Est e i 55 Ovest.
L’impianto, con 80.000 metri quadri di estensione, di cui 5000 dotati di edifici e strutture, si caratterizza come una vera e propria “Earth Station” – termine precursore dell’attuale Space Center – in cui veniamo accolti dalla dirigenza di Telespazio.
Qui, gli astronauti vengono guidati per tutto il complesso, visitando l’interno delle antenne maggiori (con parabole fino a 30 metri di diametro) e i centri di controllo per le operazioni, avendo modo di confrontarsi con gli addetti.
In particolare, si è discusso di un annuncio, fatto il giorno precedente allo IAC2024, ovvero il contratto tra ESA e Telespazio per il programma “Moonlight”, che servirà a gestire servizi di comunicazione e navigazione sulla Luna. Il contratto è stato affidato a Telespazio, che guiderà un consorzio di aziende europee, tra cui Thales Alenia Space Italia, SSTL, Hispasat e altre.
Conclusa la visita, siamo tornati tutti sull’autobus per procedere verso il secondo appuntamento della giornata, la visita al Campus di Bovisa del Politecnico di Milano e l’attesissimo incontro tra studenti e astronauti.
Qui, dopo un’interessante visita presso la Galleria del Vento del Politecnico, dove ci sono stati illustrati i suoi vari utilizzi per effettuare test su modelli aeronautici, edilizi e infrastrutturali, ci siamo diretti verso l’aula dove sarebbe avvenuto l’incontro con gli studenti. Nel percorrere la strada, chi si accorge del nostro passaggio ci osserva con grandissimo entusiasmo. Una sensazione che è stato un grande onore condividere con questi uomini e donne, anche se ovviamente solo di riflesso. Non tutti i giorni ci si ritrova a camminare per le aule del Politecnico di Milano di fianco a Franco Malerba, il primo astronauta italiano.
Arrivati sulla soglia, già intravediamo l’aula straripare e continuare a riempirsi, mentre gli astronauti Franco Malerba, Andrea Patassa, Anthea Comellini, Hazzaa Almansoori e Sara Sabry prendono posto per poter condividere esperienze, aneddoti e avventure spaziali.
Sono numerose le domande da parte degli studenti, interessati a conoscere i dettagli del processo di selezione astronauti ESA, delle difficoltà del training mentale e fisico a cui sono sottoposti gli astronauti e sulle tecnologie e competenze necessarie da sviluppare. Loro si alternano nel rispondere alle domande, condividendo la loro esperienza e mettendo a fuoco diversi aspetti, come l’importanza assoluta del lavoro di squadra e della cura reciproca, al fine di realizzare una missione di successo, soprattutto data la natura multiculturale di molte missioni spaziali.
Almansoori evidenzia l’importanza di essere curiosi e imparare il più possibile, soprattutto in attività pratiche, manuali, così da rendersi dei veri e propri futuri custodi di qualsiasi velivolo e stazione spaziale, avendo le conoscenze per aggiustare tutto ciò che potrebbe riportare una “failure”.
Sara Sabry, astronauta commerciale con Blue Origin, ha esortato gli studenti nel cercare tra le numerose opportunità disponibili per conseguire i propri sogni in ambito spaziale, discorso ripreso anche da Anthea Comellini e Andrea Patassa, i quali hanno riferito come la chiave per il successo, nel loro caso, sia derivata proprio da un consiglio ricevuto da Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti: siate sempre voi stessi, non fingete di essere diversi da quello che siete realmente.
L’incontro finisce con un monito e un’esortazione di Malerba: l’Europa ha già perso la corsa ai software, alla telefonia, ma è ancora perfettamente in grado di essere tra gli attori principali della nuova corsa allo spazio.
Giovedì 17 ottobre, Milano. Qui si costruiscono cose
Giovedì 17 ottobre pioveva, e l’arrivo all’hotel degli astronauti è stato faticoso e immerso nel traffico, con sulle spalle già tre giorni di IAC2024, la più grande fiera spaziale mai organizzata. L’emozione però era tanta, sia per i programma della giornata, che per la sensazione di trovarsi ad un passo dallo spazio. Durante questi tre giorni noi di Astrospace ci siamo divisi i compiti, come anche le giornate da passare con gli astronauti. Una divisione che in realtà è stata una condivisione di un’occasione speciale. Oggi toccava a me.
La partenza giovedì è avvenuta leggermente prima degli altri giorni, proprio in conseguenza al traffico e alla pioggia. L’atmosfera era rilassata, forse ancora di più degli altri giorni, una volta che anche gli astronauti avevano preso il ritmo di queste “gite”. Siamo stati a Nerviano, un paese vicino Milano dove si trova una delle sedi di Leonardo. Qui, scesi dall’astrobus, ci accoglie un inaspettato profumo di biscotti. “Qui vicino c’è una fabbrica di biscotti”, ci spiegano.
Dopo una breve introduzione delle attività e missioni spaziali a cui hanno contribuito a lavorare qui (e sono veramente tante), ci attende la visita dello stabilimento. Qui gli astronauti accedono ad una delle camere bianche dove vengono costruiti gli orologi atomici dei satelliti Galileo, dei pezzi di tecnologia fra i più avanzati al mondo, che permettono il funzionamento della rete di navigazione europea. Gli astronauti spariscono per qualche minuto alla nostra vista, mentre osservano le altre stanze e laboratori immersi nei sotterranei degli stabilimenti di Leonardo.
Tornati al piano superiore, ci aspetta un tour guidato fra i laboratori dei pannelli solari (dove vediamo in costruzione quelli dello Space Rider) e dell’elettronica. In un laboratorio vediamo anche il braccio robotico della missione Mars Sample Return e la trivella dell’esperimento PROSPECT dell’ESA. Si tratta di una trivella progettata per prelevare campioni dalla superficie lunare, cercando elementi volatili congelati come l’acqua ghiacciata.
La mattinata si conclude con le foto di rito, un rinfrensco e quattro chiacchere. Quanta tecnologia spaziale abbiamo visto! Il tour continua con una visita all’azienda OHB, alla quale però non potrò partecipare. Allo IAC2024, presenteremo proprio quel pomeriggio la prima ricerca di Astrospace Lab.
Ringraziamo gli astronauti presenti durante i giorni del tour per la loro disponibilità, e l’Agenzia Spaziale Italiana per l’invito.