Il 15 ottobre SpaceX ha ufficialmente ripreso i voli del Falcon 9 dopo l’incidente, e la conseguente indagine, avvenuto durante il 28 settembre. In quell’occasione, un problema verificatosi durante l’ultima accensione nello spazio del secondo stadio causò un rientro leggermente al di fuori dell’area prevista. SpaceX ha dichiarato che, dopo il rilascio della capsula Dragon, il secondo stadio era rimasto acceso per 500 millisecondi in più rispetto quanto previsto.
SpaceX ha ottenuto le licenze per riprendere i voli del Falcon 9 l’11 ottobre, e il primo è stato eseguito il 15, alle 08:10 italiane. La partenza è avvenuta dalla rampa SLC-40 di Cape Canaveral, per portare in orbita 23 satelliti Starlink V2 mini. Il precedente lancio di satelliti Starlink era del 25 settembre.
SpaceX durante questa pausa dovuta all’assenza di licenze, ha comunque effettuato due lanci spaziali. Il primo, è stato eseguito con un Falcon 9 il 7 ottobre, ed è servito per lanciare la missione dell’ESA Hera. Per questa missione SpaceX aveva dei permessi speciali e specifici. Similmente, il 14 ottobre è stata lanciata con un Falcon Heavy la sonda Europa Clipper della NASA. In questo caso SpaceX non necessitava di permessi standard, in quanto la missione era organizzata in collaborazione con la NASA.
Il lancio di oggi, effettuato con uno stadio al suo undicesimo volo, il B1080, è stato anche il centesimo del 2024 per SpaceX. Finora hanno effettuato infatti due lanci con il Falcon Heavy, tre lanci di test con Starship e 95 lanci con il Falcon 9.
Alle 10:07 italiane del 15 ottobre, SpaceX ha programmato anche un’altra missione Starlink, con un carico da 20 satelliti, dalla rampa SLC-4E di Vandenberg, in California. Nel 2023 i lanci furono 98 in totale, 91 dei quali con il Falcon 9. Inoltre, nel giro di 48 ore SpaceX è riuscita a lanciare tutti e tre i suoi razzi: Starship, Falcon Heavy e Falcon 9.
Cambiamenti in atto per Starlink
Venerdì 11 ottobre SpaceX ha richiesto una modifica per la rete Starlink alla Federal Communications Commission, l’ente federale americano che si occupa delle frequenze delle telecomunicazioni. SpaceX ha richiesto di abbassare l’altezza di tre shell, cioè tre “gusci” che vanno a formare l’intera costellazione Starlink, di 45 e 60 km di quota. Questo permetterà di aumentare le prestazioni della rete, diminuendo anche la latenza.
I permessi sono relativi alla Gen2 di Starlink, cioè la versione della costellazione che SpaceX inizierà a costruire quando Starship sarà operativa e in grado di lanciare i satelliti Starlink V2, più grandi, performanti e impossibili da lanciare con i Falcon. Secondo le ultime informazioni, questi satelliti saranno larghi circa 7 metri e avranno una massa di 1,25 tonnellate.
A causa dei ritardi di Starship, SpaceX ha dovuto sviluppare una versione miniaturizzata dei V2, chiamata Starlink V2 Mini. Questi hanno prestazioni quattro volte migliori rispetto alla versione precedente. Con l’adozione della versione più grande, le performance miglioreranno di dieci volte, secondo quanto dichiarato da Musk.
La generazione 2 di Starlink sarà dotata di satelliti capaci di sfruttare tecnologie avanzate di beamforming e di elaborazione digitale per migliorare la copertura e la robustezza del segnale. Questi satelliti di nuova generazione sono progettati per ottimizzare l’utilizzo della larghezza di banda disponibile, permettendo una sua gestione più efficiente.
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