La NASA ha annunciato il 3 ottobre 2024 di aver selezionato due nuove proposte di missioni astrofisiche per il programma Explorers: un osservatorio per l’imaging nei raggi X, AXIS, e uno per l’infrarosso lontano, PRIMA.
Il team di ciascun progetto riceverà 5 milioni di dollari per condurre uno studio concettuale di missione della durata di 12 mesi, al termine dei quali la NASA valuterà dettagliatamente i risultati e selezionerà uno dei due progetti entro la fine del 2026.
Il progetto scelto sarà la prima di una nuova classe di missioni scientifiche della NASA del programma Explorers, le Probe Explorers. Con questa classe, l’Agenzia intende colmare il divario tra le missioni costose e di punta e quelle su scala più piccola, ma entrambe atte a indagare i misteri del cosmo. La missione selezionata procederà alla costruzione e al lancio nel 2032.
La nuova classe di missioni Probe Explorers
Il Decadal Survey 2020 delle National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine, Pathways to Discovery in Astronomy and Astrophysics aveva raccomandato alla NASA di stabilire questa nuova classe di missioni, e consigliato che la prima fosse una missione per i raggi X oppure per l’infrarosso lontano.
La NASA ha comunque valutato le proposte avanzate per Probe Explorers in base al loro merito scientifico, anche se in linea con le raccomandazioni del Decadal Survey, alla fattibilità dei piani di sviluppo e all’uso di tecnologie che potrebbero supportare lo sviluppo di future grandi missioni.
I costi delle missioni per i nuovi Probe Explorer sono limitati a 1 miliardo di dollari ciascuno, escluso il costo del razzo, dei servizi di lancio o di qualsiasi contributo. La NASA ha richiesto 12.5 milioni di dollari per il programma Probe Explorers nella sua richiesta di bilancio per l’anno fiscale 2025, cifra che salirà a quasi 300 milioni di dollari entro il 2029 per trovare una soluzione allo sviluppo della missione selezionata.
Le due proposte selezionate
La NASA ha selezionato due diverse proposte per entrare nella fase A, prima di decidere quale procederà alla costruzione e al lancio:
1. AXIS (Advanced X-ray Imaging Satellite)
Si tratterebbe di un osservatorio per l’imaging nella lunghezza d’onda dei raggi X, con un ampio campo visivo e un’elevata risoluzione spaziale. Studierebbe i buchi neri supermassicci e la loro origine, il processo di feedback stellare che influenza il modo in cui le galassie si evolvono. E aiuterebbe a determinare le fonti di energia di una varietà di fenomeni esplosivi nel cosmo.
L’osservatorio si baserebbe sui successi dei precedenti osservatori a raggi X, ma con l’intenzione di aggiungere nuove capacità per l’imaging a raggi X e in particolar modo la tecnica di imaging spettroscopico.
Il PI del progetto è Christopher Reynolds dell’Università del Maryland, e la gestione sarebbe affidata al Goddard Space Flight Center della NASA. Nel team scientifico della proposta c’è anche l’astrofisico italiano Nico Cappelluti, professore all’Università di Miami.
2. PRIMA (PRobe far-Infrared Mission for Astrophysics)
Questo sarebbe un telescopio spaziale con specchio primario da 1.8 metri di diametro per studiare le lunghezze d’onda del lontano infrarosso. Contribuirebbe a colmare l’attuale divario tra gli osservatori a infrarossi esistenti, come il James Webb Space Telescope, e i radiotelescopi.
Studiando l’energia irradiata solo nel lontano infrarosso, la missione affronterebbe questioni come le origini e la crescita di pianeti, buchi neri supermassicci, stelle e polvere cosmica.
Il PI di questo progetto è Jason Glenn del Goddard Space Flight Center, ma la gestione sarebbe affidata al JPL. La co-investigator di PRIMA è l’astrofisica italiana Carlotta Gruppioni, dell’INAF di Bologna.
Questa la pagina ufficiale del programma Explorers della NASA.
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