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| On 6 ore ago

Il futuro incerto della ISS: le perdite e i ritardi sulle nuove stazioni spaziali preoccupano

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Il 26 settembre un nuovo report dell’Office of Inspector General (OIG) della NASA ha fatto emergere nuove preoccupazioni sul futuro della ISS. In particolare, il report ha analizzato le perdite di aria sulla Stazione, cresciute molto nel 2024, e i problemi di budget e di collaborazione con la Russia.

Il risultato emerso, è la difficoltà che la NASA avrà a deorbitare in tempo la ISS nel 2030 e allo stesso tempo le difficoltà che si presenteranno per arrivare a quella data. Il rapporto dell’OIG ha evidenziato il potenziale rischio di una perdita in particolare, presente nel modulo Zvezda russo, elevandolo al massimo livello nel sistema di gestione dei rischi della ISS.

La perdita è localizzata nel modulo di servizio dell’elemento Zvezda, noto come PrK, che separa una porta di attracco dal resto del modulo. Sebbene la perdita sia stata inizialmente rilevata nel 2019, il tasso di fuga è recentemente raddoppiato, raggiungendo il valore massimo di circa 1.7 kg al giorno nell’aprile 2024. La situazione è stata quindi classificata al livello cinque, sia per probabilità che per gravità, nel sistema di gestione del rischio della NASA.

La posizione della NASA e la cooperazione con Roscosmos

Durante una conferenza stampa svolta il giorno prima del lancio della missione Crew-9, i rappresentanti della NASA hanno minimizzato i problemi emersi dal rapporto. Robyn Gatens, direttore del programma ISS della NASA, ha dichiarato che il recente lavoro di riparazione ha portato a una riduzione del tasso di perdita di circa un terzo. Questa riduzione rappresenta un passo avanti importante, ma il problema non è ancora risolto in modo definitivo.

Uno schema elaborato dall’OIG dei moduli della ISS e della locazione della perdita. Credits: NASA/OIG

Jim Free, amministratore associato per le operazioni spaziali della NASA, ha aggiunto che la collaborazione con Roscosmos rimane fondamentale per comprendere appieno le origini delle perdite. Oltre a questo bisognerà valutarne l’impatto sulle operazioni della stazione spaziale. Entrambe le agenzie stanno concentrando le indagini su possibili difetti nelle saldature interne ed esterne del modulo. Al momento però, non sono state identificate perdite simili altrove sulla ISS.

Attualmente, il personale di bordo della stazione spaziale mantiene chiuso il portello del PrK quando non è in uso, limitando così l’impatto della perdita. Nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare, una soluzione a lungo termine potrebbe essere la chiusura permanente del portello, anche se ciò impedirebbe l’utilizzo di uno dei porti di attracco utilizzati dai veicoli Progress e Soyuz.

Secondo quanto riportato dal rapporto OIG, Roscosmos è fiduciosa di poter monitorare e chiudere il portello del modulo di servizio prima che il tasso di perdita raggiunga un livello critico, anche se non esiste ancora un accordo preciso tra le agenzie su quale sia effettivamente questo livello critico. In pratica, non è assicurato che se la NASA chiedesse a Roscosmos di disattivare il modulo PrK e di chiuderlo definitivamente, la Russia acconsentirebbe.

Una vista dal basso del modulo Zvezda

Il deorbito al 2030 sarà possibile?

La collaborazione tra NASA e Roscosmos sarà quindi essenziale. Non solo per risolvere l’attuale problema, ma anche per garantire la gestione delle operazioni della ISS almeno fino al 2030. Questo è il termine attualmente fissato dalla NASA per la dismissione della stazione.

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Tuttavia, il supporto ufficiale di Roscosmos è stato garantito solo fino al 2028. Questo lascia qualche incertezza su come verranno gestite le operazioni di deorbitazione in assenza di un impegno russo più a lungo termine. Tutti gli altri partner internazionali hanno già confermato il supporto fino al 2030. Inoltre, non è detto che la NASA riesca a completare le operazioni di deorbito entro il 2030, per diversi motivi.

Il rapporto dell’OIG ha evidenziato diverse problematiche relative alla catena di approvvigionamento per i pezzi di ricambio necessari per le riparazioni della stazione oltre che i (ormai famosi) ritardi nella certificazione del CST-100 Starliner di Boeing.

Anche i piani di deorbitazione della ISS sono stati citati come una possibile criticità. La NASA ha recentemente assegnato un contratto a SpaceX per lo sviluppo di un veicolo di deorbitazione basato sulla capsula Dragon. Questo veicolo dovrebbe fornire la spinta finale necessaria per garantire un rientro controllato della stazione spaziale, indirizzandola verso un corridoio nell’Oceano Pacifico lungo circa 2000 chilometri. Tuttavia, il rapporto sottolinea che lo sviluppo del veicolo avrà diversi problemi legati sia al budget che alle tempistiche. Ci sono dei dubbi che esso possa essere pronto per il 2028, anno in cui è previsto il lancio.

Allo stesso tempo, il piano della NASA di deorbitare la ISS per sostituirla con delle stazioni spaziali private potrebbe avere qualche problema. Attualmente la prima stazione che dovrebbe raggiungere l’orbita è quella di Axiom Space, il cui lancio del primo modulo è previsto per il 2027. Potrebbero però esserci diversi ritardi dovuti a problemi interni dell’azienda. Inoltre, questa stazione dovrebbe diventare indipendente solamente dopo aver inviato tre nuovi moduli alla Stazione Spaziale Internazionale.

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