Nella tarda serata italiana dell’1 ottobre 2024, la NASA ha annunciato di aver definitivamente spento un altro strumento scientifico a bordo della sonda Voyager 2 lo scorso 26 settembre.
Si tratta del PLasma Science experiment (PLS), che permetteva alla missione di misurare la quantità di plasma (gas caldo ionizzato) presente nello spazio interstellare e la sua direzione. Altri quattro strumenti a bordo continuano a funzionare, su dieci iniziali.
La causa della decisione, che gli ingegneri NASA hanno cercato di rimandare il più possibile, è la progressiva riduzione dell’alimentazione elettrica della sonda. Il consumo del PLS era troppo elevato rispetto all’energia che il generatore termoelettrico a radioisotopi (RTG) della sonda riesce a fornire attualmente, dopo decenni di utilizzo e ben oltre la sua vita operativa utile.
#Voyager2 update: After taking all steps possible to avoid it, @NASAVoyager engineers have turned off the plasma science instrument aboard the probe due to its gradually shrinking electrical supply.
Four science instruments remain operational. https://t.co/Y8O7CpJrwK pic.twitter.com/2T4uwlVsyF
— NASA JPL (@NASAJPL) October 1, 2024
La riduzione dell’alimentazione elettrica
Entrambe le sonde gemelle Voyager 1 e Voyager 2 sono alimentate dal decadimento del plutonio, e perdono circa 4 watt di potenza ogni anno. Dopo aver completato il Grand Tour planetario dei pianeti giganti del nostro Sistema Solare, il team della missione aveva deciso di spegnere diversi strumenti scientifici che non sarebbero stati utilizzati nello studio dello spazio interstellare.
Ciò ha permesso a entrambe le sonde di godere di potenza extra a sufficienza, fino a qualche anno fa. Da allora, il team ha spento tutti i sistemi di bordo non essenziali per il funzionamento, compresi alcuni riscaldatori.
Per rinviare la necessità di dover spegnere un altro strumento scientifico, hanno anche modificato il modo in cui viene monitorata la tensione della Voyager 2. Infatti, i dati scientifici raccolti dalle Voyager sono unici. Nessun’altra sonda creata dall’uomo ha operato nello spazio interstellare, la regione al di fuori dell’eliosfera.
La decisione di spegnere il PLS
Il PLasma Science experiment sulla Voyager 1 aveva smesso di funzionare nel 1980, ed era stato spento nel 2007 per risparmiare energia. Quello della Voyager 2 invece era ancora attivo: nel 2018 si era rivelato fondamentale per determinare che la Voyager 2 aveva lasciato l’eliosfera.
Il PLS è costituito da quattro “coppe”. Tre puntano nella direzione del Sole e hanno osservato il vento solare mentre si trovavano all’interno dell’eliosfera. Una quarta punta ad angolo retto rispetto alla direzione delle altre tre e ha osservato il plasma nelle magnetosfere planetarie, nell’eliosfera e ora nello spazio interstellare.
Fino a qualche settimana fa, i dati più utili della quarta coppa arrivavano solo una volta ogni tre mesi, quando la sonda compiva una virata di 360 gradi sull’asse puntato verso il Sole. Questo fattore ha influito sulla decisione della missione di spegnere questo strumento prima di altri.
Uno strumento in meno, ma il viaggio di Voyager 2 continua
Il 26 settembre, gli ingegneri hanno impartito il comando di spegnere definitivamente il PLS di Voyager 2. Sono servite 19 ore perché il segnale, inviato dal Deep Space Network della NASA, raggiungesse la sonda. E il segnale di ritorno ha impiegato altre 19 ore per raggiungere la Terra.
Gli ingegneri della missione, che monitorano sempre attentamente le modifiche apportate alle operazioni della sonda, hanno confermato che il comando di spegnimento è stato eseguito senza incidenti, e che la sonda sta funzionando normalmente.
La Voyager 2 sta attualmente viaggiando a oltre 20.5 miliardi di km dalla Terra e si trova da più di 47 anni nello spazio. Sta studiando la regione al di fuori della nostra eliosfera, la bolla protettiva di particelle e campi magnetici creata dal Sole. Secondo la NASA, ha abbastanza potenza per continuare a esplorare questa regione con almeno uno strumento scientifico operativo fino al 2030.
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