Il primo telescopio Flyeye per la difesa planetaria sarà costruito sul monte Mufara in Sicilia. Il via libera per iniziare la costruzione dell’osservatorio è arrivato ieri, 24 settembre 2024, dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Regione Sicilia.
Il progetto fa parte del programma di sorveglianza e tracciamento di oggetti vicini alla Terra (Near-Earth Objects, NEO) dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Questo telescopio, il primo di una rete globale di quattro telescopi identici, sarà dedicato al monitoraggio degli asteroidi e alla protezione del pianeta da possibili minacce.
Lo scorso 6 settembre si sarebbe dovuta tenere la posa della prima pietra dell’osservatorio in Sicilia, ma ciò non è avvenuto: la costruzione infatti era stata sospesa a causa di una disputa ambientale sollevata da alcune associazioni locali. Ora, con la decisione del TAR, il progetto può procedere e l’Italia potrà ospitare uno dei telescopi più avanzati per il monitoraggio di oggetti potenzialmente pericolosi.
Perché la sospensione di Flyeye?
Il 6 settembre 2024, la costruzione del telescopio Flyeye era stata sospesa a seguito di una decisione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) di Palermo, che aveva accolto una richiesta di sospensione cautelare avanzata da alcune associazioni locali.
La principale preoccupazione riguardava l’impatto ambientale del progetto, che avrebbe previsto l’installazione del telescopio sul monte Mufara, un’area situata all’interno del Parco delle Madonie, una zona protetta per il suo elevato valore naturalistico. Le associazioni avevano espresso timori per la possibile alterazione dell’ecosistema locale, sottolineando la necessità di preservare la flora e la fauna tipiche di quell’area montuosa.
Secondo il loro punto di vista, la presenza di infrastrutture per un progetto così tecnologicamente avanzato all’interno di un’area naturale protetta avrebbe potuto avere un impatto negativo, compromettendo la biodiversità del parco. Inoltre, veniva messa in discussione la mancanza di consultazioni pubbliche adeguate e di studi di impatto ambientale aggiornati e trasparenti.
A seguito della richiesta di sospensione, il TAR aveva dunque ordinato l’interruzione temporanea dei lavori in attesa di una valutazione più approfondita del caso, creando un blocco significativo per il progetto Flyeye. La sospensione aveva sollevato dubbi sul futuro del telescopio: l’ESA già lo scorso anno stava valutando di spostare l’osservatorio alle Canarie.
La decisione del TAR
Il 24 settembre, il TAR ha rigettato il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste. Secondo i giudici, il progetto rispetta le normative vigenti.
Il sito di monte Mufara è stato selezionato nel 2019 come il sito migliore d’Italia per l’installazione del primo Flyeye, attraverso uno studio condotto dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). L’ASI aveva identificato Mufara come il luogo ideale grazie alla sua altitudine, alla bassa latitudine (che permette l’accesso a parte del cielo australe), al bassissimo inquinamento luminoso del sito. E alla sua geometria “a cono”, utile a prevenire la formazione di turbolenza atmosferica che degraderebbe le immagini ottenute al telescopio.
La struttura del telescopio Flyeye, con il suo particolare design “a occhio di mosca”, sarà in grado di rilevare centinaia di asteroidi simultaneamente, contribuendo in modo fondamentale al monitoraggio dei NEO. Teodoro Valente, presidente ASI, ha affermato:
La decisione è il riconoscimento di lavoro di attenzione che in questi anni le istituzioni, ESA e ASI hanno messo a punto per giungere alla progettazione di una infrastruttura che rispetti l’ambiente circostante. Si tratta di un telescopio per la sorveglianza planetaria che nasce da un brevetto italiano, e che consentirà al Paese di posizionarsi all’avanguardia a livello mondiale.
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