News
| On 3 ore ago

L’India annuncia i suoi obbiettivi spaziali: Luna, Venere, la stazione spaziale e un razzo riutilizzabile

Share

Il 18 settembre, il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha annunciato i prossimi quattro ambiziosi obbiettivi dell’India in campo spaziale. Il Governo indiano ha approvato il finanziamento per le future missioni spaziali proposte dall’Agenzia Spaziale Indiana (ISRO) con la supervisione del Dipartimento dello Spazio.

Quest’ultimo è un ramo del Governo che controlla agenzie ed enti impegnati nelle attività spaziali. Durante l’annuncio, il Primo Ministro Modi ha confermato la timeline ambiziosa proposta durante l’incontro con ISRO del 17 ottobre 2023. Non solo, ha anche spiegato i dettagli e gli step per raggiungere gli obbiettivi prefissati. Questi, saranno propedeutici al grande obbiettivo: portare un cittadino indiano sulla superficie della Luna entro il 2040.

  • Innanzitutto, l’India tornerà sulla Luna con la missione (robotica) Chandrayaan-4 “Moon sample return”. Questa volta, a differenza della recente Chandrayaan-3, l’India avrà l’obbiettivo di riportare sulla Terra dei campioni di suolo provenienti dal Polo Sud lunare.
  • Il secondo grande obbiettivo dell’India sarà nell’esplorazione di Venere con il progetto  “Venus Orbiter Mission“.
  • Il terzo step è la conferma dei finanziamenti a ISRO per realizzare e lanciare il primo modulo abitativo Bas-1 (Bharatiya Antariksh Station), la Stazione Spaziale indiana.
  • Infine, il quarto obbiettivo dichiarato da Modi riguarda un nuovo lanciatore riutilizzabile NGLV (Next Generation Launch Vehicle).

Chandrayaan-4: Moon Sample Return

La missione indiana Chandrayaan-3, allunata il 23 agosto 2023, ha segnato un momento storico per il Paese e per la comunità scientifica globale. La missione è stata un trionfo per l’India, specialmente dopo il fallimento della missione Chandrayaan-2 nel 2019.

Con questa missione, che aveva un budget di circa 75 milioni di dollari, l’India è diventata il quarto Paese a effettuare un atterraggio lunare di successo. Si è unita così al ristretto club che comprende Stati Uniti, Unione Sovietica e Cina. Inoltre, è stata la prima Nazione nella storia a effettuare un allunaggio vicino al Polo Sud lunare.

La missione Chandrayaan-4 sarà un upgrade generale della precedente. In particolare, come esposto dal Primo Ministro indiano Modi, essa prevederà un rientro a Terra con campioni di rocce lunari a bordo.

Vikram fotografato dal lander Pragyan

ISRO sarà responsabile della progettazione e realizzazione della missione e dovrà rispettare il tempo massimo stabilito dal Governo indiano di 36 mesi a partire da ora fino al lancio. La partenza è cioè prevista entro la fine del 2027. Per farlo, si servirà del contributo dell’industria spaziale e delle università del Paese.

Il Governo indiano ha stanziato per la missione circa 250 milioni di dollari (corrispondenti a 21 miliardi di rupie). I costi includono tutte le fasi di sviluppo fino al lancio, compreso l’ambizioso progetto di usare ben due razzi LVM3. Essi lanceranno separatamente i vari moduli che costituiranno la missione.

Ci sarà un modulo propulsivo per il raggiungimento della Luna, per il trasferimento dei campioni e il rientro a Terra e uno sarà il lander che allunerà. Per la difficoltà della missione, il Presidente di ISRO, S. Somanath, ha annunciato una proroga di ulteriori due anni rispetto ai tempi concordati per lo sviluppo.

ANNUNCIO

Venus Orbiter Mission (VOM)

Il secondo obbiettivo confermato dal Governo indiano è Venere, con la missione VOM (Venus Orbiter Mission). Per la missione, il Governo indiano ha stanziato una cifra che va da 8.2 miliardi di rupie (circa 99 milioni di dollari) a 12.36 miliardi di rupie (circa 150 milioni di dollari). I fondi permetteranno lo sviluppo dell’orbiter Shukrayaan che per marzo 2028 dovrà essere pronto al lancio verso Venere. La sonda studierà dapprima l’atmosfera venusiana per poi approfondire la geologia e l’evoluzione del pianeta.

La sonda, come anticipato dal Primo Ministro indiano, dovrà fornire una maggiore comprensione dei processi atmosferici derivanti dall’influenza del Sole sull’atmosfera di Venere. Inoltre, sarà di grande importanza nello stabilire le cause della trasformazione di Venere. Si pensa infatti che un tempo il pianeta fosse simile alla Terra per condizioni al suolo. Partendo da questo assunto, potremmo scoprire se anche la Terra possa andare incontro allo stesso destino ed eventualmente come fermare il processo.

Il primo modulo della Stazione Spaziale Indiana

Per permettere lo sviluppo e il lancio del primo modulo del Bharatiya Antariksh Station (BAS-1), la Stazione Spaziale indiana, il Governo ha ritenuto necessario stanziare ulteriori fondi a favore del programma Gaganyaan.

Si tratta dell’attuale programma di esplorazione umana dell’India. Esso ha come obbiettivo una missione di tre giorni durante la quale un equipaggio di tre astronauti raggiungerà l’orbita LEO e rientrerà a Terra. Il programma è costituito dal piano di sviluppo della capsula per il trasporto di astronauti verso l’orbita e un razzo in grado di lanciarla. L’India, al contrario di Cina, Russia ed USA, non dispone infatti di un sistema per portare esseri umani verso lo spazio.

La capsula Gaganyaan recuperata dopo l’ammaraggio durante la missione di abort test TV-D1. Credits. Isro

I fondi stanziati per l’intero programma prevedevano due missioni preliminari senza equipaggio e una con astronauti, tutte già approvate dal Governo indiano. Dopo aver completato con successo il test TV-D1, una prova generale del sistema di aborto missione della capsula, l’India è pronta alla prima missione di test senza equipaggio.

Secondo Somanath, la missione dovrebbe partire tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Ora, aver aumentato i fondi di circa 111 miliardi di rupie (1.35 miliardi di dollari) per il primo modulo, significa aver aumentato anche le missioni propedeutiche.

Con le modifiche del 18 settembre, ISRO intraprenderà ora quattro missioni nell’ambito del programma Gaganyaan entro il 2026; successivamente lo sviluppo del primo modulo di BAS e ulteriori quattro missioni per la dimostrazione e la validazione di varie tecnologie per BAS entro dicembre 2028.

SOORYA: il primo lanciatore indiano riutilizzabile

Il Governo Modi ha infine stanziato 82.4 miliardi di rupie (circa 995 milioni di dollari) per lo sviluppo di SOORYA: un lanciatore moderno riutilizzabile. Questo vettore dovrà un giorno sostituire LMV3 (lanciatore di Chandrayaan-3), uno dei cinque lanciatori attuali utilizzati dall’India e non riutilizzabile.

Quest’ultimo, prima chiamato Geosynchronous Satellite Launch Vehicle Mk III, è il lanciatore che si occuperà delle missioni Gaganyaan. Recentemente è stato anche aggiornato e ora può condurre in LEO fino a 10 tonnellate di payload e 5.7 tonnellate in GEO nella versione heavy.

Il lanciatore LVM3, attualmente in fase di aggiornamento delle capacità.

Il Next Generation Launch Vehicle (NGLV) SOORYA potrà portare ben 30 tonnellate in LEO, tre volte LMV3, e costerà solo 1.5 volte. Grandi capacità di trasporto di payload e riusabilità sono i requisiti minimi del nuovo lanciatore indiano.

Per la realizzazione, Somanath prevede un tempo di lavoro di circa 8 anni. Nei prossimi 96 mesi, è previsto che NGLV affronti tre voli di prova denominati D1, D2 e D3. Se tutto procederà come previsto, potrebbe essere proprio una versione aggiornata del NGLV a condurre il primo astronauta Indiano sulla Luna nel 2040!

Perchè iscriversi a ORBIT?

Da oltre due anni, qui pubblichiamo articoli di informazione e approfondimento per il settore spaziale, mentre sui social raccontiamo e commentiamo l’esplorazione dello spazio e seguiamo insieme in live i principali eventi. Ma facciamo anche molto altro. Puoi supportare la nostra attività di giornalismo e divulgazione entrando in Astrospace ORBIT, dove avrai accesso a tutti i vantaggi esclusivi della community di Astrospace.

© 2024 Astrospace.it Tutti i diritti riservati. Questo articolo può essere riprodotto o distribuito integralmente solo con l’autorizzazione scritta di Astrospace.it o parzialmente con l’obbligo di citare la fonte.