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Elon Musk si scontra ancora con la FAA, che ha multato nuovamente SpaceX

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La Federal Aviation Administration ha reso pubblica una sanzione nei confronti di SpaceX, che ha riacceso le già note asperità tra l’ente federale ed Elon Musk e SpaceX. Oltre al continuo “botta e risposta” tra la FAA e l’azienda, si sono infatti aggiunti anche i post di Elon Musk su X, nei quali punta a screditare il lavoro dell’agenzia federale, fino a dichiarare più o meno velate intenzioni di ristrutturala una volta che Trump sarà presidente. La questione ha avuto un nuovo aggiornamento dopo che SpaceX e Musk hanno presentato una denuncia all’ente federale il 19 settembre.

Con l’aumento esponenziale delle attività spaziali in USA, negli ultimi anni in particolare le norme e le modalità di lavoro adottate dalla FAA non si sono dimostrate adeguate. Al Washington Post un funzionario della FAA, in forma anonima, ha sottolineato che da anni sia stata fatta richiesta per aumentare il personale che lavora nella divisione spaziale dell’agenzia, ottenendo un timido incremento del budget solo nel 2024.

In un clima in cui SpaceX e FAA si accusano a vicenda, nessuna delle due parti sembra avere pienamente ragione. In questo articolo cercheremo di fare il punto della situazione riguardo all’intera vicenda.

Le sanzioni proposte dalla FAA

Il 17 settembre, la Federal Aviation Administration ha pubblicato una nota in cui comunicava la proposta di sanzionare SpaceX per un totale di 633’009 dollari. Questa multa è relativa ad alcune attività relative a due lanci avvenuti nel 2023, il primo con il Falcon 9 e il secondo con il Falcon Heavy.

La prima missione incriminata è legata al lancio del satellite PSN Satria, avvenuto il 19 giugno dello scorso anno. A maggio, prima della partenza del Falcon 9, SpaceX aveva notificato alla FAA la volontà di apportare due modifiche alle procedure di lancio. Una riguardava l’utilizzo di un nuovo centro di controllo, situato nell’Hangar X, presso Roberts Road del Kennedy Space Center. La seconda, invece, era inerente l’abolizione del sondaggio che si tiene due ore prima del lancio per decidere se procedere o meno con la missione.

A seguito di questa richiesta, la FAA ha risposto che non sarebbe riuscita ad approvare in tempo tali modifiche, senza fornire dettagli. SpaceX ha portato a termine la missione con successo, utilizzando il nuovo centro di controllo e saltando il sondaggio previsto a T-2 ore (due ore prima del lancio).

L’agenzia federale ha quindi deciso di multare SpaceX per un totale di 175 mila dollari per ognuna delle due violazioni, per un totale di 350 mila dollari.

Il secondo lancio incriminato è quello del satellite Jupiter-3, arrivato in orbita con successo con un Falcon Heavy. Il vettore pesante è partito il 29 luglio 2023 e, nove giorni prima, SpaceX aveva fatto richiesta alla FAA per utilizzare un nuovo deposito di RP-1. Anche in questo caso, l’agenzia ha risposto di non essere in grado di fornire i permessi nei tempi richiesti, ma SpaceX ha comunque proceduto al lancio, utilizzando i nuovi serbatoi di terra. La FAA ha quindi deciso di sanzionare SpaceX con 283’009 dollari.

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La difesa di SpaceX

La risposta di SpaceX è arrivata il 19 settembre con una lettera inviata direttamente ai dirigenti della Commissione per la scienza della Camera e della Commissione per il commercio del Senato, le due commissioni che supervisionano l’Office of Commercial Space Transportation (AST) della FAA.

La lettera, condivisa su X, si apre con una critica alla mancanza di risorse della FAA e accusa l’agenzia di concentrarsi su argomenti non inerenti alla sicurezza pubblica. SpaceX afferma di aver fornito tempestivamente ad AST tutte le informazioni riguardo alle modifiche che intendeva apportare, ma le risposte sarebbero sempre arrivate in ritardo.

Per quanto riguarda il cambio del centro di controllo, SpaceX sostiene di aver notificato la modifica il 2 maggio 2023, precisando che il cambio riguardava due sedi entrambe situate al Kennedy Space Center. L’agenzia federale ha risposto all’azienda affermando che vi fossero troppe richieste da analizzare. SpaceX, quindi, ridusse la richiesta al solo cambio di centro di controllo. L’approvazione della FAA è arrivata 110 giorni dopo, il 20 agosto.

In merito al sondaggio condotto due ore prima del lancio, SpaceX sostiene che nelle regolamentazioni non vi sia alcun obbligo di eseguire questa procedura.

Per quanto riguarda l’utilizzo di un nuovo sito per i serbatoi di terra, l’azienda afferma che fosse stato approvato dalle autorità di sicurezza del complesso di lancio. La modifica è stata effettuata per aumentare la sicurezza, spostando i serbatoi da 213 metri a 487 metri dal pad di lancio. L’approvazione della FAA per l’utilizzo di questi serbatoi è arrivata diversi mesi dopo il lancio.

Le accuse di Musk

Infine, SpaceX ha accusato l’agenzia di aver sanzionato l’azienda per motivi politici. Lo stesso Elon Musk, negli ultimi mesi particolarmente attivo in ambito politico a supporto del candidato ed ex Presidente Trump, ha attaccato la FAA. Nelle ultime settimane ha più volte dichiarato la sua disponibilità a un impegno in un futuro governo Trump, in particolare a capo di un “Ufficio per l’efficienza Governativa”.

Il 20 settembre inoltre, si è scagliato contro la dirigenza della FAA, condividendo un noto account che realizza post a sostegno di X e della campagna repubblicana che attaccava una ex direttrice della FAA. Nel dettaglio, Musk ha criticato Polly Trottenberg, che ha diretto la FAA da giugno a settembre 2023, ma che quindi non è più a capo dell’ente federale da oltre un anno. Musk ha inoltre accusato la FAA di non trattare allo stesso modo SpaceX e altre aziende, citando in particolare la missione di Starliner della Boeing, che però poco centra con la FAA. 

La battaglia di SpaceX con la FAA riguarda anche Starship, che attualmente è ferma a terra in attesa dei permessi di lancio. Ad agosto l’azienda si era scontrata con l’ente federale anche per questo motivo. Ne abbiamo parlato approfonditamente anche in questo video.

Non solo SpaceX

Le accuse di SpaceX all’ente federale non sono le uniche, ma esse sono condivise da diverse altre aziende spaziali americane. Nonostante le sfumature politiche dovute alle attività di Musk, SpaceX si scontra spesso con l’ente federale anche per la quantità enorme di attività e lanci che esegue, oltre che per i frequenti test di Starship.

Un altro caso particolarmente importante avvenuto recentemente riguarda l’azienda americana Varda Space, che con una sua capsula è rimasta bloccata in orbita per oltre un anno in attesa dei permessi all’atterraggio.

A riprova della situazione particolarmente tesa, il 10 settembre si è tenuta una udienza presso la sottocommissione spaziale della Commissione scientifica della Camera del Governo Americano, alla presenza di diversi rappresentanti delle industrie spaziali americane, oltre che dei rappresentanti della FAA.

Da tutti è stata criticata la nuova normativa chiamata Part 450, entrata in vigore nel 2021 e che tutti gli operatori spaziali americani dovranno rispettare entro il 2026, oltre alla generale lentezza della FAA nel rilasciare i permessi.

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