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| On 7 giorni ago

Il quinto lancio di Starship è rimandato a novembre, (anche) per ritardi normativi

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Il quinto lancio di Starship si sarebbe dovuto svolgere ad agosto, stando alle dichiarazioni di SpaceX, che all’inizio del mese disse di essere pronta alla partenza, ma in attesa dei permessi di lancio della FAA. A ora, sembra che per problemi burocratici di rilascio dei permessi, il quinto lancio non potrà verificarsi prima del novembre 2024. SpaceX a ora non sembra comunque pronta a eseguire un nuovo volo, ma sembra che nei piani dell’azienda l’obbiettivo fosse la fine di settembre.

Questo rinvio a novembre però, sembra essere dovuto non solo alla lentezza burocratica, ma anche una sbagliata interpretazione di SpaceX, per lo meno in base a quanto dichiarato dalla FAA, la Federal Aviation Administration, che concede i permessi di lancio alle aziende americane.

Il 10 settembre SpaceX ha pubblicato un aggiornamento piuttosto complesso sul proprio sito, intitolato “Le Starship devono volare”. In questo comunicato viene annunciato che la FAA ha annunciato una data indicativa per il rilascio dei permessi per il quinto volo a metà novembre, mentre SpaceX dichiara di essere stata precedentemente assicurata che sarebbero arrivati per metà settembre.

Le lamentele di SpaceX

Secondo SpaceX questo nuovo ritardo è dovuto al fatto che sono state aperte diverse segnalazioni non motivate, in particolare per le modifiche apportate al quinto volo rispetto al quarto. SpaceX cita ad esempio il fatto che la separazione dell’hot stage del Super Heavy (un anello aggiuntivo posta sopra il primo stadio) avverrà in un momento diverso e quindi l’atterraggio di questo anello sarà in un luogo diverso del Golfo del Messico.

Questo fatto, seppur SpaceX abbia dimostrato che non comporta rischi aggiuntivi, ha portato all’apertura di una consultazione di 60 giorni dell’FAA con il National Marine Fisheries Service. Inoltre, i meccanismi di questo tipo di consultazioni stabiliscono che eventuali nuove domande sollevate durante quel periodo possono far ripartire il conteggio di 60 giorni, più e più volte.

Un’ulteriore consultazione della FAA è stata aperta per controllare le conseguenze del boom sonico che si verificherà al rientro del Super Heavy. Anche in questo caso SpaceX ha affermato di aver dimostrato ampiamente la non pericolosità per persone e per la fauna locale, di questo fenomeno.

Un’ulteriore critica di SpaceX è quella mossa al Texas Commission on Environmental Quality (TCEQ), che insieme alla United States Environmental Protection Agency (EPA) hanno inflitto a SpaceX delle leggere sanzioni per l’uso non autorizzato del sistema di sopressione ad acqua delle vibrazioni. Secondo SpaceX queste sanzioni sono state effettuate senza che i due enti sapessero dell’esistenza di ulteriori permessi ottenuti da SpaceX. Ne abbiamo parlato meglio nell’ultima edizione di “I progressi di Starship”. 

La risposta della FAA

La FAA ha risposto a queste critiche rispondendo a una richiesta di commenti del sito NASASpaceFlight, affermando che le licenze emesse dalla FAA non richiedono nuovi permessi ogni volta che si esegue un volo uguale al precedente. SpaceX però ha deciso di cambiare profilo di volo con il lancio di test numero cinque.

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La FAA ha dichiarato inoltre che diverse informazioni sul profilo di volo del quinto lancio sono state fornite da SpaceX alla FAA solo a metà agosto. Questi elementi hanno portato a una stima per il rilascio dei permessi a metà novembre.

A oggi appare quindi difficile aspettarsi un volo prima di novembre, anche se SpaceX dovesse ottenere un’accelerazione dei permessi di lancio. A riprova della situazione particolarmente tesa, il 10 settembre si è tenuta una udienza presso la sottocommissione spaziale della Commissione scientifica della Camera del Governo Americano, alla presenza di diversi rappresentanti delle industrie spaziali americane, oltre che dei rappresentanti della FAA.

Da tutti è stata criticata la nuova normativa chiamata Part 450, entrata in vigore nel 2021 e che tutti gli operatori spaziali americani dovranno rispettare entro il 2026. Ad esempio, questa normativa tenne nello spazio la capsula dell’azienda Varda Space per diversi mesi, senza i necessari permessi di atterraggio.

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