Esplorazione spaziale
| On 1 settimana ago

Polaris Dawn è partita. Segnerà l’inizio di una nuova era spaziale?

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È finalmente iniziata la missione spaziale con astronauti più ambiziosa degli ultimi decenni: Polaris Dawn. La partenza è avvenuta il 10 settembre alle 11:23 italiane, dallo storico pad 39A del Kennedy Space Center, in Florida.

La missione è stata annunciata per la prima volta a febbraio 2022 e sarebbe dovuta partire entro la fine di quell’anno. I numerosi problemi, soprattutto legati allo sviluppo delle nuove tute, hanno portato a un ritardo di due anni. Più recentemente, problemi meteo hanno portato a ulteriori rinvii, fino al 10 settembre.

Questa missione fa parte di un programma più strutturato, chiamato Polaris, che attualmente si compone di tre missioni. Le prime due saranno condotte con la capsula Dragon, mentre la terza potrebbe rappresentare il primo volo di un equipaggio a bordo di una Starship.

L’attività Extraveicolare di Polaris Dawn sarà svolta il 12 settembre. Il viaggio della capsula Dragon si potrà invece seguire direttamente da questo sito, costantemente aggiornato da SpaceX. Di seguito, la live del lancio di Polaris Dawn.

Il comandante della missione è Jared Isaacman, finanziatore del programma Polaris, nonché di Inspiration4, la spedizione condotta a settembre sempre da SpaceX. Scott Poteet, suo collega nella società di pagamenti Shift4 e tenente colonnello in pensione dell’aeronautica militare americana, è il pilota della Dragon Resilience.

Sono invece due dipendenti di SpaceX, che ricoprono il ruolo di specialisti di missione: Sarah Gillis e Anna Menon, la quale è anche ufficiale medico.

Una serie di sfortunati eventi

Polaris Dawn sarebbe dovuta partire già a luglio, ma, a causa di diversi problemi, in gran parte non legati direttamente alla missione, il lancio è stato rimandato molte volte. La prima data comunicata per l’inizio della missione è stata quella del 12 luglio, spostata poi al 31 luglio per effettuare gli ultimi controlli.

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Per il 12 luglio, SpaceX aveva programmato un altro lancio per portare in orbita i suoi satelliti Starlink. Prima del rilascio dei satelliti, il secondo stadio del Falcon 9 ha avuto una perdita di ossigeno che ha portato al fallimento della missione. Ciò ha comportato un’indagine da parte della Federal Aviation Administration (FAA) e una sospensione dei lanci.

SpaceX ha così dovuto riprogrammare le sue missioni, decidendo di dare la precedenza alla missione Crew-9, che in quel momento era prevista per il 18 agosto. Polaris Dawn sarebbe così dovuta partire dopo che quell’equipaggio avesse raggiunto con successo la ISS. La complessa questione legata alla gestione della Starliner ha portato la NASA a decidere di far partire la Dragon di Crew-9 con soli due astronauti a bordo e di rinviare il lancio a settembre.

Fissando la partenza di Crew-9 per il 24 settembre, SpaceX aveva quindi il tempo di dedicarsi a Polaris Dawn. Un nuovo incidente però ha nuovamente messo a rischio il lancio.

Il 28 agosto, durante una missione Starlink, il primo stadio del Falcon 9 ha fallito l’atterraggio sulla chiatta, portando quindi la FAA ad aprire una nuova indagine. Questa ha costretto SpaceX a una nuova interruzione dei voli del Falcon 9, con possibili problemi sulla programmazione delle missioni. Fortunatamente, la FAA ha rilasciato in tempi brevi i permessi di lancio e così Polaris Dawn è finalmente potuta partire.

Il viaggio della Dragon Resilience

I quattro astronauti hanno iniziato i preparativi al lancio circa 3 ore e mezza prima della partenza, indossando le nuove tute sviluppate da SpaceX. Con Polaris Dawn queste tute raggiungeranno lo spazio per la prima volta, permettendo così all’azienda di collaudarle sul campo, sebbene abbiano già effettuato numerosi test, anche in camere a vuoto. Il conto alla rovescia è poi proseguito come per le missioni con equipaggio svolte fino a oggi.

La novità è la traiettoria seguita dal Falcon 9 per immettere la capsula Dragon su una particolare orbita ellittica. Resilience si è separata dal secondo stadio a circa 215 km di altezza e da qui segue un’orbita con perigeo di 190 km e apogeo di 1200 km. Dopo circa 8 orbite attorno alla Terra, utilizzando i suoi motori Draco, innalzerà l’apogeo fino a 1400 km, l’altezza massima che SpaceX ha pianificato di raggiungere con Polaris Dawn. Questa verrà mantenuta per circa 6 orbite.

Questa particolare orbita ellittica evita che gli astronauti rimangano per troppo tempo esposti alle radiazioni. Proprio questo assorbimento di radiazioni sarà l’oggetto di studio di molte ricerche che gli astronauti porteranno avanti durante la loro permanenza nello spazio.

Raggiunta la quota massima, Resilience utilizzerà i suoi motori per modificare nuovamente l’orbita, a un’altezza massima di 700 km, mentre il perigeo sarà mantenuto sempre a 190 km. Sarà a questo punto che i quattro astronauti potranno iniziare i preparativi per effettuare la loro attività extraveicolare, la prima condotta da privati. L’intera operazione durerà all’incirca due ore, considerando anche i tempi per depressurizzare e, successivamente, ripressurizzare la capsula. Tutti e quattro gli astronauti saranno così esposti all’ambiente spaziale, ma solamente due, Isaacman e Gilles, usciranno all’esterno.

Il viaggio di Resilience si concluderà con un ammaraggio al largo della Florida ma, dal prossimo anno, i rientri avverranno di fronte alle coste della California. Ciò eviterà a SpaceX i numerosi problemi legati al meteo.

Usato garantito

Il primo stadio che ha portato nello spazio la Dragon Resilience di Polaris Dawn è il B1083, che ha volato per la quarta volta. La prima missione è stata Crew-8, a marzo di quest’anno, seguita poi da due lanci Starlink ad aprile e maggio.

Per Resilience, invece, Polaris Dawn rappresenta il terzo viaggio in orbita terrestre. Il suo primo lancio risale a novembre 2020, per la prima missione di lunga durata verso la ISS. A settembre dell’anno successivo ha poi trascorso altri tre giorni circa nello spazio, con la missione Inspiration4.

In preparazione a Polaris Dawn, SpaceX ha dovuto effettuare importanti modifiche alla Resilience. La principale riguarda il sistema che permette la depressurizzazione dell’intera cabina che, al termine dell’EVA, deve poi essere nuovamente pressurizzata.

Al posto del meccanismo di attracco alla ISS, hanno aggiunto una struttura, chiamata Skywalker, che permetterà agli astronauti di uscire all’esterno della Dragon. Inoltre, questo permetterà loro di effettuare alcuni test con le nuove tute.

Nella sezione posteriore della capsula, quella dotata di pannelli solari e radiatori, SpaceX ha anche aggiunto i sistemi di comunicazione laser per connettersi agli Starlink. È la prima volta che l’azienda monta questi dispositivi su un mezzo che non siano i satelliti della mega costellazione. SpaceX ha inoltre iniziato a vendere proprio questi apparati ad altre aziende che intendono dotare i propri mezzi di una connessione veloce.

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