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La missione BurstCube della NASA sta rilevando raggi gamma, ma terminerà prima del previsto

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L’analisi delle osservazioni effettuate dalla missione NASA BurstCube nel corso degli ultimi mesi, dalla sua posizione in orbita terrestre bassa, hanno mostrato il suo primo rilevamento di un intenso lampo di raggi gamma. L’evento, denominato GRB 240629A, si è verificato il 29 giugno nella costellazione australe del Microscopio.

BurstCube è stato lanciato in orbita dalla Stazione Spaziale Internazionale il 18 aprile 2024, dopo il suo arrivo il 21 marzo. La missione è stata progettata per rilevare, localizzare e studiare brevi lampi di raggi gamma, lampi di luce ad alta energia creati quando oggetti superdensi come le stelle di neutroni si scontrano. Queste collisioni producono anche elementi pesanti come oro e iodio, un ingrediente essenziale per la vita come la conosciamo.

Purtroppo, a causa di uno dei pannelli solari non completamente dispiegato, la missione è destinata a terminare molto prima del previsto. La NASA prevede che BurstCube brucerà in atmosfera nelle prossime settimane.

La missione BurstCube

BurstCube è un satellite delle dimensioni di una scatola da scarpe, progettato per studiare le esplosioni più potenti dell’universo. È stato lanciato verso la Stazione Spaziale Internazionale a bordo della 30a missione Commercial Resupply Services di SpaceX il 21 marzo 2024 ed è entrato in orbita il 18 aprile 2024.

Il piccolo cubesat BursCube della NASA su una piattaforma in un laboratorio del Goddard Space Flight Center, durante la calibrazione degli strumenti nel 2023. Credits: NASA/Sophia Roberts

BurstCube è il primo cubesat a utilizzare il sistema TDRS (Tracking and Data Relay Satellite) della NASA, una costellazione di veicoli spaziali per comunicazioni specializzate. I dati trasmessi da TDRS aiutano a coordinare le rapide misurazioni di follow-up da parte di altri osservatori nello spazio e a terra, attraverso il General Coordinates Network della NASA .

BurstCube trasmette regolarmente dati sulla Terra tramite il sistema Direct to Earth, che come TDRS fa parte del Near Space Network della NASA. Dall’analisi dei dati inviati finora, è stata confermata la sua capacità di rilevare raggi gamma con energie che vanno da 50mila a 1 milione di elettronvolt (per confronto, la luce visibile varia da 2 a 3 elettronvolt).

Il problema ai pannelli solari

Dopo che BurstCube è stato rilasciato dalla Stazione, il team ha scoperto che uno dei due pannelli solari non si è esteso completamente. Ciò oscura la vista del rilevatore di stelle della missione, il che impedisce di orientare la navicella spaziale in modo da ridurre al minimo la resistenza.

Pannelli solari di BurstCube, in configurazione di volo. Credits: NASA/Sophia Roberts

Il team sperava originariamente di far funzionare BurstCube per 12-18 mesi, ma ora stima che l’aumento della resistenza farà sì che il satellite rientri in atmosfera entro settembre.

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Attualmente quindi, il team sta cercando di sfruttare al meglio il tempo rimasto per BurstCube per operare in orbita. Jeremy Perkins, PI di BurstCube presso Goddard, ha affermato:

Piccole missioni come BurstCube non solo offrono l’opportunità di fare grande scienza e testare nuove tecnologie, come il rilevatore di raggi gamma della nostra missione, ma anche importanti opportunità di apprendimento per i membri emergenti della comunità astrofisica.

Questa la pagina NASA dedicata a BurstCube.https://science.nasa.gov/mission/burstcube/

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