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La NASA conferma che i transistor di Europa Clipper possono resistere alla missione nominale

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La NASA ha confermato nella tarda serata italiana di ieri, 28 agosto 2024, che i test condotti sui transistor di Europa Clipper mostrano che questi componenti riusciranno a “supportare la missione di base”. Ciò significa che dovrebbero poter resistere per la durata nominale della missione, prevista di 4 anni.

Il problema dei transistor è emerso a maggio 2024, quando il team di missione è stato informato che parti simili si guastavano a dosi di radiazioni inferiori a quelle previste nell’ambiente di Giove, dove Europa Clipper opererà. A giugno è stato inviato un avviso all’industria per informare gli utenti di questo problema. Il produttore ha collaborato con il team per sostenere test e analisi su queste componenti.

I dati dei test ottenuti fino a luglio indicavano che alcuni transistor potrebbero guastarsi nell’ambiente ad alte radiazioni vicino a Giove e alla sua luna Europa. Sono però stati ripetuti e poi revisionati in queste settimane. I risultati delle analisi potrebbero essere sufficienti per la NASA per confermare il lancio, fissato in una finestra che va dal 10 al 31 ottobre 2024 a bordo di un Falcon Heavy di SpaceX.

La decisione finale sul procedere ai preparativi per il lancio sarà presa durante la Key Decision Point E prevista per lunedì 9 settembre. In seguito, la NASA darà comunicazione ufficiale sul destino della missione.

Cosa sappiamo sui transistor di Europa Clipper?

I transistor in questione sono Metal Oxide Semiconductor Field-Effect Transistors (MOSFET). Sono utilizzati come interruttori elettrici in molti dispositivi elettronici digitali. Secondo quanto riportato dalla rivista Science, sarebbero stati prodotti da un’azienda chiamata Infineon Technologies, che qualche anno fa avrebbe cambiato il processo di produzione dei MOSFET resistenti alle radiazioni per soddisfare le specifiche militari statunitensi. Gli stessi standard di resistenza utilizzati dal team di Europa Clipper.

Tuttavia, alcuni dei lotti forniti dal produttore per la missione durante i test si sono guastati a livelli di radiazioni inferiori a quelli previsti nel sistema di Giove, da 100 a 300 kilorad (krad). Il team di missione si è subito mosso per capire se quei transistor, che controllano il flusso di elettricità di Europa Clipper, sarebbero comunque stati in grado di sopravvivere alla missione. O se si sarebbero invece bruciati prima del suo termine, causando guasti importanti.

Il problema più grande è stato che il caveau elettronico in alluminio e zinco di Europa Clipper, destinato a fornire una misura della resistenza alle radiazioni, è stato sigillato nell’ottobre 2023. Quindi quei transistor non potevano – e non possono – essere semplicemente sostituiti.

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Europa Clipper il 21 agosto al Kennedy Space Center, dopo che ingegneri e tecnici hanno dispiegato e testato i giganteschi pannelli solari per essere certi che funzioneranno in volo. Credits: NASA/Frank Michaux

Lancio confermato? Lo sapremo il 9 settembre

L’analisi preliminare dei test approfonditi eseguiti sui transistor doveva essere conclusa a fine luglio, ma solo ieri la NASA si è pronunciata al riguardo.

L’Agenzia ha espresso la sua volontà di procedere verso il lancio come da programma, nella finestra di lancio di tre settimane che si apre il 10 ottobre prossimo, perché Europa Clipper possa raggiungere il sistema gioviano nel 2030. Tuttavia, rimanda al 9 settembre la decisione definitiva.

Europa Clipper avrebbe delle opportunità di lancio nel 2025 e nel 2026. Tuttavia, entrambe potrebbero portare a ulteriori ritardi a causa dei multipli assist gravitazionali richiesti. Inoltre, come per tutti i grandi progetti, anche per quello di Europa Clipper i ritardi porterebbero a un aumento dei costi. Tenere a terra la missione per un altro anno costerebbe alla NASA qualche centinaio di milioni di dollari. Che l’agenzia dovrebbe prelevare dal suo già basso budget per la scienza planetaria.

Questo il comunicato sul blog della NASA.

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