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| On 4 settimane ago

Svelata la natura del segnale Wow!: una rara esplosione cosmica, non un messaggio alieno

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Un enigma che ha affascinato gli astronomi per decenni potrebbe finalmente aver trovato una spiegazione. Il cosiddetto segnale Wow!, captato nel 1977 dal radiotelescopio Big Ear dell’Ohio State University, ha generato innumerevoli speculazioni sulla sua possibile origine extraterrestre. Ora, un nuovo studio condotto da Abel Méndez e colleghi del Laboratorio di Abitabilità Planetaria dell’Università di Porto Rico ad Arecibo sembra aver invece trovato una spiegazione scientifica definitiva.

La ricerca si basa su un’analisi approfondita di dati raccolti dal radiotelescopio Arecibo tra il 2017 e il 2020. Parte di un progetto, denominato “Arecibo Wow!”, che mirava a identificare segnali simili a quello del 1977 utilizzando tecnologie più avanzate e sensibili.

Gli scienziati hanno effettuato osservazioni mirate tra 1 e 10 GHz, concentrandosi in particolare sulla frequenza di 1420 MHz, vicina a quella del segnale originale. Le nuove osservazioni offrono vantaggi significativi rispetto a quelle del 1977: una maggiore sensibilità, una migliore risoluzione temporale e la capacità di misurare la polarizzazione del segnale.

Contrariamente alle speculazioni su un’origine aliena, i ricercatori propongono che il segnale sia il risultato di un raro fenomeno astrofisico: l’emissione stimolata della riga dell’idrogeno, causata da una potente fonte di radiazione transitoria.

Il segnale Wow!

Il 15 agosto 1977, il radiotelescopio Big Ear dell’Ohio State University captò un segnale radio insolito proveniente dalla direzione della costellazione del Sagittario. Era caratterizzato da una durata di 72 secondi e una frequenza molto vicina a 1420 MHz, la frequenza di emissione dell’idrogeno neutro.

L’astronomo Jerry R. Ehman, analizzando i dati alcuni giorni dopo, rimase così colpito dall’intensità e dalle caratteristiche peculiari del segnale da scrivere “Wow!” accanto alla sequenza di caratteri 6EQUJ5 che ne rappresentava l’andamento dell’intensità nel tempo. Questa esclamazione diede il nome al fenomeno, che da allora è diventato uno dei più intriganti misteri dell’astronomia moderna.

Il segnale Wow! del 1977 scoperto dall’astronomo Jerry R. Ehman. Credits: Big Ear Radio Observatory e North American AstroPhysical Observatory

Le caratteristiche del segnale lo resero particolarmente interessante per la ricerca di intelligenze extraterrestri (SETI). La sua frequenza, vicina a quella dell’idrogeno, sembrava ideale per una comunicazione interstellare, essendo l’idrogeno l’elemento più abbondante nell’Universo. Inoltre, la banda stretta e l’intensità del segnale suggerivano un’origine artificiale piuttosto che naturale.

Nonostante numerosi tentativi di rilevare nuovamente il segnale negli anni successivi, esso non è mai stato osservato ripetersi. Questo ha alimentato speculazioni e dibattiti sulla sua possibile origine, dividendo la comunità scientifica tra chi sosteneva l’ipotesi extraterrestre e chi cercava spiegazioni alternative, come interferenze terrestri o fenomeni astrofisici sconosciuti.

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No, non è un segnale alieno

La nuova ricerca condotta dal team di Arecibo ha rivelato l’esistenza di segnali simili al Wow!, ma con alcune differenze sostanziali. Questi nuovi segnali, rilevati tra febbraio e maggio 2020, sono significativamente meno intensi del segnale originale, di circa due ordini di grandezza, e provengono da molteplici direzioni nello spazio.

L’analisi di questi dati ha portato i ricercatori a formulare un’ipotesi innovativa: il segnale Wow! potrebbe essere stato causato da un improvviso aumento di luminosità dovuto all’emissione stimolata della riga dell’idrogeno, o maser, provocata da una forte fonte di radiazione transitoria. I candidati più probabili per questo fenomeno sono:

  1. Le esplosioni di energia delle magnetar, stelle di neutroni con campi magnetici estremamente potenti.
  2. I ripetitori gamma soft (SGR, Soft-Gamma Repeaters), oggetti astronomici che emettono brevi ma intense esplosioni di raggi gamma e raggi X a intervalli regolari.

Secondo questa teoria, il segnale originale sarebbe stato generato dall’allineamento fortuito di tre elementi: una potente fonte di radiazione transitoria, una nube di idrogeno freddo e neutro, e la Terra. L’energia proveniente dalla fonte avrebbe stimolato l’emissione dalla nube di idrogeno, causando un improvviso e intenso aumento di luminosità osservabile dalla Terra.

Schema che mostra come è stato generato e rilevato il segnale Wow!. Una sorgente radiativa come una magnetar o un soft gamma repeater (SGR) è posizionata dietro una nube di idrogeno neutro freddo. L’energia della sorgente stimola l’emissione dalla nube HI, che si illumina all’improvviso ed è osservabile dalla Terra. Credits: Abel Méndez et al. 2024

Questo meccanismo spiegherebbe tutte le proprietà osservate del segnale Wow!, inclusa la sua rarità. L’allineamento preciso necessario per osservare questo fenomeno è infatti estremamente infrequente, il che giustificherebbe perché il segnale non è mai stato osservato ripetersi.

Mistero risolto? Sì. E non solo

Questa ricerca rappresenta un significativo passo avanti nella comprensione di uno dei misteri più longevi dell’astronomia moderna. L’ipotesi proposta dal team di Arecibo non solo fornisce una spiegazione plausibile per il segnale Wow!, ma ha anche implicazioni più ampie per la ricerca di tecnofirme extraterrestri e per la nostra comprensione dei fenomeni astrofisici transitori.

In primo luogo, questa scoperta sottolinea l’importanza di considerare spiegazioni naturali, anche per i segnali più enigmatici. Mentre la ricerca di intelligenze extraterrestri rimane un campo di studio affascinante e importante, questo lavoro ci ricorda che l’Universo è pieno di fenomeni sorprendenti e ancora poco compresi che possono imitare segnali artificiali.

In secondo luogo, i ricercatori suggeriscono che questa scoperta potrebbe rappresentare la prima registrazione di un maser astronomico nella riga dell’idrogeno, aprendo nuove prospettive per lo studio di questi fenomeni transitori. La possibilità di osservare queste esplosioni potrebbe fornire nuovi strumenti per studiare oggetti estremi, come magnetar e SGR, arricchendo la nostra comprensione dell’Universo ad alta energia.

Infine, questa ricerca evidenzia l’importanza degli archivi di dati astronomici e del loro riesame con nuove tecnologie e prospettive. Il progetto Arecibo Wow! dimostra come osservazioni archiviate possano rivelare nuove informazioni, quando analizzate con metodi innovativi.

Lo studio completo è reperibile qui.

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