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In orbita Transporter 11 con 116 satelliti. Nello spazio anche il nuovo satellite Iperdrone.0 dell’ASI

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SpaceX ha portato a termine una nuova missione del programma Transporter, la dodicesima da quando ha lanciato questa nuova offerta a giugno 2020. Le missioni Transporter sono dei lanci rideshare, che permettono a diversi clienti di condividere lo stesso vettore, abbattendo in questo modo i costi.

Quest’ultimo lancio è classificato come Transporter-11 e ha previsto il rilascio di satelliti in orbita polare. A bordo erano presenti anche diversi satelliti italiani, tra cui il nuovo dimostratore tecnologico dell’Agenzia Spaziale Italiana Iperdrone.0 che dimostrerà tecnologie per l’In Orbit Servicing.

Transporter-11 è iniziato il 16 agosto alle 20:20 ora italiana, con la partenza del Falcon 9 dalla base militare di Vandenberg, in California. La missione è durata circa 2 ore e 36 minuti, il tempo necessario per rilasciare i 116 satelliti a bordo del vettore.

Nelle missioni Rideshare partecipano anche aziende specializzate nel rilascio e trasporto di satelliti una volta nello spazio. Tra queste c’è la tedesca Exolaunch, che ha sviluppato diversi meccanismi per la separazione dei satelliti dal secondo stadio del razzo. Con Transporter-11, Exolaunch ha gestito il rilascio di 42 satelliti per conto di 23 clienti diversi.

Exolaunch si è occupata anche del rilascio di due satelliti dell’ESA: l’Arctic Weather Satellite e il Φsat-2. Il primo, con una massa di circa 125 kg, avrà il compito di monitorare il clima artico e servirà anche a collaudare le tecnologie necessarie per sviluppare una costellazione. Φsat-2, con dimensioni di 22 x 10 x 33 cm, è dotato di una telecamera multispettrale e di un potente computer che analizzerà le immagini utilizzando l’intelligenza artificiale.

Il satellite Iperdrone.0 dell’Agenzia Spaziale Italiana

Anche l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha partecipato a Transporter-11 con il primo satellite del programma Iperdrone. Si chiama Iperdrone.0, ha le dimensioni di 6U (circa 10 x 20 x 30 cm) ed è un dimostratore tecnologico per lo sviluppo di un satellite per l’in-orbit servicing.

L’obiettivo, infatti, è quello di sviluppare un satellite che possa rifornire altri oggetti in orbita, per poi fare ritorno sulla Terra ed essere recuperato. Con questa prima missione, Iperdrone.0 dovrà effettuare delle manovre attorno a un punto virtuale. Il satellite è stato realizzato grazie alla collaborazione di CIRA, Tyvak International e Kayser Italia.

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Teodoro Valente, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha dichiarato: “In questa missione dimostrativa il drone spaziale tutto Made in Italy ha il ruolo di fattorino speciale, sta portando in orbita carichi utili di studio. È un vero precursore destinato a testare le tecnologie che apriranno la strada a sistemi di trasporto spaziali che saranno in grado di effettuare operazioni in orbita e successivamente di rientrare in atmosfera.

Iperdrone.0 condurrà delle operazioni intorno a un punto virtuale, acquisendo immagini che dimostrino la capacità di ispezione di un target di riferimento e la possibilità di eseguire una manovra propedeutica al rientro. Il satellite è stato tracciato dopo il lancio tramite la stazione dell’ASI in Kenya, nella base di Malindi.

Il satellite Iperdrone.0 dell’ASI.

Tra le sfide tecnologiche della missione anche l’innovativo sistema di propulsione a gas freddo, denominato PERSEUS, ideato e realizzato appositamente per questa missione. Con la missione successiva, Iperdrone.1, verranno testate in volo strategie innovative di guida, navigazione e controllo e nuovi sistemi di protezione termica progettati per proteggere il Cubesat dalle temperature estreme incontrate durante il rientro atmosferico.

L’Italia a bordo del Falcon 9

Tra i numerosi satelliti a bordo del Falcon 9 ce ne sono anche diversi italiani. Uno di questi è l’ION di D-Orbit, che in questa missione è l’unico Orbital Transfer Vehicle (OTV). Ciò significa che, al suo interno, trasporta altri satelliti che verranno rilasciati su una determinata orbita successivamente al termine della missione. Con questo ION, chiamato “Magnificent Monica”, sono 14 gli OTV di D-Orbit arrivati in orbita. A luglio, l’azienda ha annunciato la creazione di D-Orbit USA, con sede in Colorado, per meglio gestire i rapporti con il mercato americano.

A bordo del Falcon 9 si trovano anche i picosatelliti (10 x 10 x 3 cm) di Apogeo Space, un’altra azienda italiana che sta realizzando una costellazione per l’Internet of Things (IoT). La creazione di questa costellazione è iniziata a luglio dello scorso anno con il rilascio dei primi 9 satelliti.

A marzo sarebbe dovuto partire il secondo carico di picosatelliti, questa volta a bordo dell’OTV dell’azienda americana Momentus. A causa dei problemi finanziari di Momentus, l’azienda non ha partecipato alla missione. Dal prossimo anno, i satelliti di Apogeo Space arriveranno in orbita anche grazie al vettore dell’azienda sudcoreana Innospace.

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