La NASA ha comunicato di aver spostato l’1 agosto 2024 la sonda Europa Clipper all’interno della Payload Hazardous Servicing Facility, presso il Kennedy Space Center, per procedere con l’installazione dei pannelli solari.
L’array, fornito da Airbus Defence and Space, è composto da due ali da cinque enormi pannelli. Si estenderà per circa 30 metri, quando questi saranno completamente dispiegati. Raccoglieranno la luce solare, che nel sistema di Giove è intensa solo il 4% di quanto lo è per la Terra, e saranno la fonte di energia di Europa Clipper.
Per l’installazione, l’array è stato sospeso su un sistema di supporto di scarico gravitazionale, che aiuta a sostenerne il peso mentre si trova qui sulla Terra. Una volta completato l’assemblaggio di tutte le componenti, la NASA si dedicherà agli ultimi test e preparativi prima del lancio. Questo è attualmente previsto a bordo di un Falcon Heavy di SpaceX per ottobre 2024, in una finestra che va dal 10 al 31 del mese.
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Le due ali di pannelli solari di Europa Clipper, estese per 30.5 metri, sono ciascuna lunga 14.2 metri e alta 4.1 metri. Al momento del lancio, saranno ripiegate all’interno della carenatura del Falcon Heavy. Poi, una volta nello spazio, si dispiegheranno passivamente grazie a cerniere motorizzate a molla.
L’array utilizza celle solari Azur Space 3G28, con pannelli di substrato di Airborne nei Paesi Bassi, posati da Leonardo in Italia e integrati nei pannelli solari da Airbus. Queste celle solari, progettate appositamente per i viaggi spaziali con la capacità di funzionare nell’ambiente carico di intense radiazioni dello spazio, sono le stesse installate sui pannelli della missione JUICE dell’ESA, attualmente in viaggio verso Giove.
Come fonte di energia per la sonda erano stati inizialmente valutati sia il fotovoltaico che un generatore termoelettrico a radioisotopi (RTG), alimentato con il plutonio-338. Nel settembre 2013 è stato scelto l’array solare, la cui capacità di alimentazione di un orbiter gioviano era già stata testata e confermata dalla missione Juno della NASA. Nonostante il peso maggiore dei pannelli solari rispetto ai generatori alimentati al plutonio, la massa del veicolo era stata progettata per essere comunque entro limiti di lancio accettabili.
A luglio la NASA ha annunciato che nel corso di alcuni test alle componenti elettroniche di Europa Clipper, a maggio il team di missione si era accorto che alcuni transistor si stavano guastando a dosi di radiazione addirittura inferiori rispetto a quelle previste nell’ambiente gioviano.
L’Agenzia ha spiegato che stava collaborando con l’azienda produttrice dei transistor per determinare quanti di questi sono difettosi, come si potrebbero comportare durante la missione e che opzioni ci sono per massimizzare la longevità dei transistor nell’ambiente gioviano. Sull’analisi preliminare, che doveva essere completata verso la fine di luglio, la NASA non si è ancora pronunciata.
Così come non si è ancora espressa sulla reale possibilità di lanciare la sonda, come da programma, nella finestra di lancio di tre settimane che si apre il 10 ottobre prossimo, e che dovrebbe condurre Europa Clipper a raggiungere il sistema gioviano nel 2030. Attualmente ci sono opinioni contrastanti al riguardo, ma ancora nessuna notizia ufficiale.
La missione ha delle opportunità di lancio nel 2025 e nel 2026, ma entrambe potrebbero portare a ulteriori ritardi a causa dei multipli assist gravitazionali richiesti. Inoltre, come per tutti i grandi progetti, anche per quello di Europa Clipper i ritardi porterebbero a un aumento dei costi. Tenere a terra la missione per un altro anno costerebbe alla NASA qualche centinaio di milioni di dollari, che l’agenzia dovrebbe prelevare dal suo già basso budget per la scienza planetaria.