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| On 1 mese ago

La prima Ship V2, e i nuovi Raptor 3. I progressi di Starship

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SpaceX è sempre più vicina a un nuovo lancio di Starship, ora che ha effettuato le prove statiche di accensione dei motori sia con il Booster 12 che con la Ship 30. Il decollo dovrebbe avvenire tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, e uno degli obiettivi principali sarà la cattura al volo del Super Heavy. A causa dell’introduzione di questa manovra, rispetto al volo precedente, SpaceX dovrà attendere che la Federal Aviation Administration (FAA) rilasci nuovi permessi di volo.

SpaceX ha i permessi per effettuare lanci simili a quello avvenuto il 6 giugno, con l’ammaraggio controllato del Super Heavy nel Golfo del Messico. Questa volta, invece, il Booster 12 farà ritorno direttamente sulla terraferma, perciò il piano di volo sarà diverso.

Vi ricordiamo che “I progressi di Starship” è anche in versione video, si può vedere qui:

Intanto, nel sito di costruzione di Starbase, hanno fatto la loro comparsa le prime componenti della nuova versione di Starship. Si tratta della Ship 33, che avrà numerose modifiche e sarà il primo prototipo mai costruito della Ship V2. La più evidente è lo spostamento e il ridimensionamento delle ali superiori. Inoltre, SpaceX ha mostrato anche la nuova versione del motore Raptor.

Ecco quindi cosa ha fatto SpaceX nell’ultimo mese in questo nuovo articolo della rubrica “I progressi di Starship”.

Motori accesi

A luglio, SpaceX ha collaudato con successo sia i motori del Booster 12 sia quelli della Ship 30. Il 15 luglio, 39 giorni dopo il quarto volo di Starship, un nuovo prototipo di Super Heavy ha avviato tutti e 33 i suoi Raptor per alcuni secondi. Tre giorni prima, SpaceX aveva eseguito uno spin prime test, verificando il corretto funzionamento di tutti i sistemi prima dell’effettiva accensione dei motori.

Il tempo trascorso tra il quarto lancio e lo static fire test del Booster 12 sarebbe potuto essere anche inferiore, ma a fine giugno SpaceX ha occupato Mechazilla per eseguire alcune prove con i bracci di Mechazilla per la cattura al volo. Il 16 luglio, il Booster 12 è tornato al sito di costruzione per gli ultimi preparativi prima del lancio. Tra questi, l’installazione dell’anello per l’hot staging, che molto probabilmente verrà rilasciato prima della manovra di rientro a terra.

SpaceX è poi passata al collaudo della Ship 30, trasportandola al sito di Massey il 21 luglio. Qui, cinque giorni dopo, la Starship ha avviato tutti e sei i suoi motori Raptor, utilizzando il nuovo pad per i test. La Ship 26, un particolare prototipo non utilizzato per i voli, aveva inaugurato questo pad a giugno.

Per la Ship 30 questo è stato il secondo test con tutti i motori, in quanto SpaceX ne aveva già effettuato uno a giugno. A seguito di quel test, i tecnici hanno sostituito un Raptor ottimizzato per il vuoto, quindi hanno deciso di eseguire una nuova accensione.

I precedenti prototipi di Starship avevano effettuato anche uno static fire test avviando un solo motore, alimentandolo con il propellente contenuto negli header tank. Questa prova viene utilizzata da SpaceX per simulare l’accensione del motore durante il rientro sulla Terra. Attualmente non sappiamo se questo test non verrà eseguito oppure se sarà effettuato nei prossimi giorni.

Il 3 agosto, al sito di costruzione, gli operai hanno sostituito un altro Raptor per il vuoto dalla Ship 30, quindi è possibile che SpaceX debba effettuare un altro static fire test.

I primi pezzi della Starship V2

Il nose cone della prossima generazione di Starship, chiamata per ora V2, ha fatto la sua comparsa per la prima volta il 14 luglio. Questo elemento è stato intravisto mentre gli operai lo trasportavano da un edificio all’altro. Abbiamo così potuto osservare il nuovo design e il posizionamento delle ali superiori.

Rispetto alle Starship utilizzate finora, la nuova versione monta ali più piccole, posizionate più indietro, verso la sezione non ricoperta dallo scudo termico. Come spiegato da Musk, questa modifica ha un duplice vantaggio: migliora il controllo della Starship durante la fase iniziale del rientro in atmosfera e protegge le cerniere delle ali dal plasma.

Quando la Ship inizia le manovre per fare ritorno sulla Terra, si posiziona con un’angolazione compresa tra i 65° e i 70°. Il controllo è fornito principalmente dalle ali inferiori, mentre quelle superiori, con la configurazione attuale, tendono a riportare il vettore in verticale. Spostando le ali, il loro contributo alla rotazione diventa inferiore.

La nuova posizione delle ali, inoltre, le allontana dalla zona maggiormente interessata dal plasma, evitando in questo modo i danni che si sono osservati durante il volo numero quattro del 6 giugno.

Lo scudo termico, inoltre, copre una porzione maggiore della punta della Starship, probabilmente per fornire un maggiore isolamento ai serbatoi che si trovano in quella zona. Musk ha dichiarato che anche gli header tank hanno subito una modifica nella seconda versione, rendendoli più facili da produrre.

Il 25 luglio, gli operai hanno spostato nuovamente la parte superiore della nuova Starship, che sarà la Ship 33. In quell’occasione è stato possibile notare che al nose cone sono stati aggiunti altri anelli, che includono anche il portellone di carico e scarico degli Starlink. Rispetto alle versioni attuali, però, il portellone della Ship 33 si trova più in alto.

Ecco il primo Raptor 3

Un ulteriore importante elemento che farà parte della seconda versione di Starship è stato mostrato da Musk il 3 agosto. Si tratta del primo Raptor di terza generazione, che presenta un design più “pulito”, ossia con molte meno componenti esposte. Come affermato dallo stesso Musk, la progettazione e realizzazione di questo motore è stata molto complessa, tanto che ha dichiarato di aver raggiunto i limiti della fisica per quanto riguarda le diverse componenti. Lo ha anche definito un vero e proprio pezzo d’arte.

L’obiettivo era realizzare un Raptor riutilizzabile velocemente e che non avesse bisogno di uno scudo termico, permettendo così di risparmiare peso, soprattutto sul Super Heavy, migliorando anche la velocità e i costi della produzione in serie. Rimuovendo lo scudo termico, è anche possibile eliminare il sistema antincendio, alleggerendo così l’intero Super Heavy di circa 10 tonnellate.

Il circuito di raffreddamento rigenerativo ora si trova direttamente all’interno del Raptor, così come i percorsi del flusso secondario. Sebbene queste modifiche rendano il nuovo motore più compatto e resistente, la manutenzione risulta molto più complessa.

Gran parte degli elementi eliminati dalla prima all’ultima versione del motore sono le linee di rimando, utilizzate per acquisire dati in punti specifici. Grazie ai numerosi test e ai dati ottenuti, SpaceX ha potuto rimuovere molti sensori non più necessari.

SpaceX ha dichiarato che il Raptor 3 è in grado di generare 280 tonnellate di spinta, ma le future iterazioni supereranno le 300 tonnellate. Ciò significa che la Starship, al decollo, sarà in grado di produrre oltre 10.000 tonnellate di spinta, più di tre volte rispetto al Saturn V. Questi sono valori in linea con quelli annunciati ad aprile dallo stesso Musk durante una presentazione a Starbase.

Altri “pezzi di Starship” – Brevi novità e aggiornamenti

  • L’11 luglio, gli operai hanno iniziato a installare la prima sezione della nuova Mechazilla a Starbase, continuando nei giorni successivi. Il 3 agosto hanno posizionato la sesta sezione. La struttura principale della nuova torre dovrebbe essere completata entro il 15 agosto. Una volta ultimata, la nuova Mechazilla dovrebbe raggiungere un’altezza di circa 170 metri, più alta della torre numero 1.

  • A Starbase, la Federal Aviation Administration ha avviato la procedura per redigere un’analisi di impatto ambientale al fine di concedere a SpaceX i permessi per effettuare 25 lanci di Starship all’anno. Un’indagine simile è in corso anche in Florida, dove SpaceX punta a lanciare il suo nuovo vettore 44 volte all’anno.
  • Secondo quanto riportato da Reuters, SpaceX starebbe valutando la possibilità di far rientrare la Starship su una chiatta al largo dell’Australia, riducendo così la sua permanenza nello spazio. Si tratta di un’indagine preliminare, quindi non sono noti ulteriori dettagli o modalità di impiego. È possibile, inoltre, che si tratti della prima applicazione del point-to-point, ovvero il trasporto di carichi da un punto all’altro sulla Terra passando dallo spazio tramite voli suborbitali o addirittura voli orbitali.
  • In vista del quinto lancio, nella parte inferiore delle ali superiori della Ship 30 sono state aggiunte diverse piastrelle dello scudo termico, in prossimità della cerniera. Si tratta di una soluzione adottata per cercare di arginare almeno in parte il problema riscontrato con il prototipo precedente. Per risolvere definitivamente il problema, SpaceX ha dovuto riprogettare le ali con la Starship V2.

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