News
| On 2 mesi ago

Installato lo specchio secondario dell’Osservatorio Vera C. Rubin, uno dei più grandi mai realizzati

Share

Il NOIRLab ha comunicato che il 24 luglio 2024 è stata completata l’installazione dello specchio secondario da 3.5 metri di diametro sul Simonyi Survey Telescope presso l’Osservatorio Vera C. Rubin, in costruzione sul Cerro Pachón in Cile.

Lo specchio, realizzato da Corning Advanced Optics e lucidato da L3Harris Technologies, è il primo componente permanente del sistema ottico a largo campo del telescopio ad essere installato. Successivamente, saranno installati uno specchio primario (con annesso terziario) da 8.4 metri e la LSST Camera, la più grande fotocamera digitale al mondo.

Rubin, finanziato dalla National Science Foundation e dal Department of Energy’s Office of Science degli Stati Uniti, è ormai quasi pronto a dare il via a una nuova era di osservazioni astronomiche, grazie all’indagine decennale Legacy Survey of Space and Time (LSST) che comincerà nel 2025.

Uno specchio convesso tra i più grandi mai realizzati

Con un diametro di poco meno di quattro metri, lo specchio secondario di Rubin è uno degli specchi convessi più grandi mai realizzati. Lo specchio grezzo, spesso 10 centimetri, è stato prodotto da Corning Advanced Optics a Canton, New York, utilizzando il vetro Corning ULE Glass (Ultra-Low Expansion Glass).

Lo specchio secondario del Simonyi Survey Telescope, uno dei più grandi mai realizzati. Credits: Osservatorio Rubin/NSF

Dopo la consegna nel 2009, il grezzo dello specchio è stato conservato per cinque anni presso l’Università di Harvard a Cambridge, prima di essere lucidato e rifinito presso L3Harris Technologies a Rochester, New York. L’azienda ha utilizzato nuove tecniche di misurazione nel processo di lucidatura, per gestire una superficie convessa così ampia.

L3Harris ha anche progettato e costruito l’assemblaggio della cella dello specchio secondario. La cella consiste in una piastra di montaggio in acciaio rigido con: 72 attuatori assiali e sei tangenti (che supportano e controllano la forma dello specchio sottile sotto gravità); l’elettronica; i sensori; un sistema di controllo termico; il sistema di controllo dello specchio.

Dopo l’arrivo in Cile nel 2018, lo specchio secondario è stato rivestito con argento protetto presso l’Osservatorio Rubin nel 2019. Infine è stato integrato con la cella dello specchio all’inizio di luglio 2024, prima di essere installato sul Simonyi Survey Telescope.

Installazione completata

Per installare il gruppo specchio sulla montatura del telescopio, il team ha utilizzato un carrello specializzato per posizionare il gruppo specchio in verticale. Successivamente, hanno sollevato il gruppo dal carrello e lo hanno montato sul supporto del telescopio, mantenendo un controllo costante per evitare di sollecitare il vetro e sottoporlo a stress eccessivo.

ANNUNCIO
La procedura di installazione dello specchio secondario del Vera C. Rubin sul telescopio Simonyi Survey Telescope. Credits: Osservatorio Rubin/NSF/AURA/S. MacBride

Dopo aver fissato il gruppo specchio secondario in posizione con dei bulloni, il team ha collegato la cella dello specchio all’armadio elettronico presente sul supporto del telescopio. Infine, ha riattivato il sistema di controllo software dello specchio.

Nelle prossime settimane, il team reinstallerà la Commissioning Camera. Si tratta di una versione molto più piccola della LSST Camera, che verrà utilizzata per condurre una serie di campagne di test sul sistema ottico, inclusi entrambi gli specchi. Nel frattempo, ci si concentrerà sulla preparazione dell’assemblaggio dello specchio primario, che sarà integrato ad agosto 2024. E successivamente della LSST Camera, che sarà installata entro la fine del 2024.

Abbiamo parlato dell’Osservatorio Vera C. Rubin e di altri telescopi in costruzione attesi per i prossimi anni in questo approfondimento video sul nostro canale YouTube.

© 2024 Astrospace.it Tutti i diritti riservati. Questo articolo può essere riprodotto o distribuito integralmente solo con l’autorizzazione scritta di Astrospace.it o parzialmente con l’obbligo di citare la fonte.