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Il Sole mostra già alcuni segni dell’inizio del prossimo ciclo solare

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Durante il National Astronomy Meeting della Royal Astronomical Society, tenutosi presso l’Università di Hull nel Regno Unito dal 14 al 19 luglio 2024, è stata presentata una ricerca dell’Università di Birmingham che ha mostrato interessanti novità riguardanti il prossimo ciclo solare.

Il ciclo principale di attività del Sole dura circa 11 anni, contati da minimo a minimo di attività. Attualmente ci troviamo circa a metà del Ciclo 25, quindi intorno al massimo solare. Ovvero il massimo di attività, un periodo caratterizzato da intense tempeste solari, come quelle osservate lo scorso maggio.

Tuttavia, nonostante non sia ancora terminato il Ciclo 25, i primi segnali del prossimo ciclo solare sono già stati rilevati nell’analisi delle onde sonore all’interno della nostra stella.

Cos’è un ciclo solare?

Un ciclo solare è una serie di variazioni periodiche nell’attività del Sole, caratterizzata principalmente dalle fluttuazioni nel numero di macchie solari visibili sulla sua superficie. Questi cicli durano in media 11 anni. Durante un ciclo, l’attività solare passa attraverso diverse fasi, in particolare un minimo, in cui le macchie solari sono poche o assenti, e un massimo, in cui il numero di macchie solari raggiunge il picco.

Confronto tra il Ciclo 23, 24 e 25 del Sole dai risultti del Solar Cycle 25 Prediction Panel. Credits: NASA/NOAA

Abbiamo capito cos’è un ciclo solare grazie all’osservazione sistematica e alla registrazione delle macchie solari iniziata nel XVII secolo, integrata successivamente con avanzati strumenti di misurazione magnetica e spettroscopica.

Ad oggi sappiamo che il ciclo solare è causato dalla dinamo solare, un processo che coinvolge il movimento di plasma all’interno del Sole e la rotazione differenziale, che genera e amplifica i campi magnetici solari. Questi campi magnetici emergono sulla superficie del Sole, creando macchie solari e altre manifestazioni di attività solare come le protuberanze e i brillamenti.

L’attuale ciclo solare, denominato Ciclo 25 perché è il 25° dal 1755, anno in cui è iniziata la registrazione approfondita dell’attività delle macchie solari, è iniziato nel 2019 e dovrebbe durare altri sei anni. Ora ci troviamo ormai in prossimità del massimo.

Durante il minimo solare del dicembre 2019 (a sinistra), all’inizio del Ciclo 25, sulla superficie del Sole non è visibile una singola macchia solare. Durante il massimo solare avvenuto nel mese di luglio 2014 (a destra), a metà del Ciclo 24, diverse macchie solari erano ben visibili. Credits: NASA/SDO/Joy Ng

Usare le onde sonore per monitorare l’attività del Sole

Gli astronomi usano le onde sonore interne del Sole per misurare la sua rotazione, così da comprendere la sua struttura interna e il suo campo magnetico. Queste onde sono generate da diversi processi all’interno del Sole, come i moti convettivi. Il campo di ricerca che si occupa di ciò si chiama eliosismologia.

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Da queste misure, è possibile creare un grafico che mostra uno schema di bande, in corrispondenza delle latitudini solari che ruotano leggermente più velocemente e quelle che lo fanno più lentamente. Queste bande variano, spostandosi verso l’equatore del Sole e i suoi poli, durante il ciclo di attività solare, a seconda dei processi interni che stanno avvenendo.

Monitorando il loro andamento, gli scienziati sanno che le fasce a rotazione più rapida tendono a comparire prima che inizi ufficialmente il ciclo solare successivo.

Segni del Ciclo 26

Utilizzando dati eliosismici provenienti dal Global Oscillation Network Group (GONG), dal Michelson Doppler Imager (MDI) a bordo del Solar and Heliospheric Observatory e dall’Helioseismic and Magnetic Imager (HMI) a bordo del Solar Dynamics Observatory a partire dal 1995, i ricercatori dell’Università di Birmingham guidati dalla dott.ssa Rachel Howe hanno studiato queste bande nei primi quattro anni dei cicli solari 23, 24 e 25, per confrontare le fasi crescenti di questi cicli.

Questa mappa mostra quali latitudini del Sole ruotavano più velocemente (mostrate in rosso e giallo) o più lentamente (mostrate in blu e verde) rispetto alla media negli ultimi 29 anni, come dedotto dall’eliosismologia (l’analisi delle onde sonore solari). Per ogni ciclo solare, c’è una fascia di rotazione più rapida che si sposta verso l’equatore. Le linee gialle mostrano le aree in cui i campi magnetici sono più concentrati. Credits: Rachele Howe

Hanno analizzato il modello di materiale in rapido movimento che si spostava verso l’equatore insieme alle macchie solari, osservandolo ripetersi mentre il Ciclo 24 si concludeva e il Ciclo 25 cominciava. E dal confronto con i grafici prodotti di recente, i ricercatori hanno scoperto un debole segnale, che indica che il prossimo ciclo solare sta già iniziando a manifestarsi.

Anche se non inizierà ufficialmente prima del 2030 circa, ci sono quindi già indizi di uno schema visto in passato e che si ripeterà nel Ciclo 26. “Con più dati, spero che potremo comprendere meglio il ruolo che questi flussi svolgono nella danza del plasma e dei campi magnetici che formano il ciclo solare” ha affermato Rowe.

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