Il 13 agosto, a South Padre Island, si terrà la prima consultazione pubblica organizzata dalla Federal Aviation Administration (FAA) per discutere sull’aumento dei lanci di Starship a Starbase. SpaceX, infatti, vorrebbe portare a 25 il limite dei voli annuali del suo nuovo razzo dal sud del Texas. La FAA ha quindi iniziato un processo di analisi per stabilire quali siano gli impatti ambientali di un numero crescente di voli di Starship.
L’agenzia federale, inoltre, sta portando avanti uno studio simile anche per il complesso di lancio 39A del Kennedy Space Center, in Florida. Quest’analisi servirà per studiare le modifiche apportate alle infrastrutture di lancio per Starship e gli impatti che avranno 44 voli del vettore.
Sebbene Starship sia ancora in fase di sviluppo, SpaceX prevede già da ora di eseguire un totale di almeno 69 lanci all’anno da questi due siti. Inoltre, SpaceX potrebbe ottenere anche i permessi per utilizzare il complesso di lancio 37, precedentemente sfruttato da ULA e gestito dalla Space Force. Anche in questo caso, sono in corso studi legati all’ambiente e si prevede che da quest’ultimo complesso possano partire 76 Starship. In questo modo i piani di SpaceX prevedono un totale di 120 lanci dalla Florida.
Le analisi, inoltre, prendono in considerazione non solo le partenze ma anche i rientri. Per ogni lancio, quindi, il numero di atterraggi (o meglio, di catture al volo) sarà quindi al massimo il doppio.
Lasciare spazio agli altri
ULA e Blue Origin hanno aspramente criticato la possibilità di concedere i permessi per 120 lanci di Starship dalla Florida. Questo perché un elevato numero di voli del vettore di SpaceX potrebbe compromettere la possibilità di lanciare da parte di altre aziende. Sia ULA che Blue Origin, infatti, prevedono per i prossimi anni di aumentare il numero delle missioni e ciò potrebbe causare conflitti organizzativi.
Un lancio di Starship comporta la chiusura dello spazio aereo per diverse ore, periodo prolungato rispetto a un lancio tradizionale, dato che si considera anche il rientro del Super Heavy. A seconda della tipologia di missione e di orbita raggiunta dalla Starship, il secondo stadio potrebbe rientrare anche diversi giorni dopo, necessitando quindi di ulteriori chiusure aeree. Tra le proposte fatte, Blue Origin ha richiesto che SpaceX effettui i lanci di Starship in orari specifici, consentendo agli altri di programmare le proprie missioni.
Le critiche a SpaceX e al numero di lanci previsti da Starship non sono arrivate solo da altre aziende spaziali. Il 7 luglio, il New York Times ha riportato in prima pagina uno studio secondo cui i lanci di Starship da Starbase abbiano comportato una diminuzione della popolazione dei pivieri, una specie di uccelli migratori. SpaceX ha risposto alle accuse dichiarando che lo studio riportato è incompleto e analisi più approfondite indicano che non ci sono state riduzioni di specie animali.
Il 5 luglio è uscita l’ultima puntata di “I progressi di Starship“, la rubrica in cui ogni mese raccogliamo tutti i progressi relativi a Starship: