Cina
| On 1 settimana ago

Decollato il satellite franco-cinese SVOM, dedicato allo studio dei lampi di raggi gamma

Share

Oggi, 22 giugno 2024, alle 9:00 italiane e le 15:00 locali, è partito dallo spazioporto di Xichang a bordo di un vettore Lunga Marcia 2C il satellite SVOM (Space Variable Objects Monitor), una missione franco-cinese dedicata allo studio dei Gamma Ray Bursts (GRB), i lampi di raggi gamma.

La missione è frutto della collaborazione tra l’agenzia spaziale cinese CNSA e quella francese CNES, con il contributo di diverse università di entrambi i Paesi. L’obiettivo è lo studio delle esplosioni più potenti dell’Universo, i GRB appunto, utile a far luce su diverse questioni chiave dell’astrofisica moderna.

SVOM porta a bordo quattro strumenti, due francesi e due cinesi. Saranno utilizzati per rilevare e localizzare i GRB nella banda dei raggi X e raggi gamma dalle basse alle più alte energie, e anche per osserverare l’emissione visibile prodotta immediatamente dopo un lampo gamma.

Il satellite, che pesa circa 930 chilogrammi con un carico utile di 450 chilogrammi, sarà posto in orbita terrestre bassa con un’inclinazione di 30 gradi, a un’altitudine di 625 chilometri.

Gli strumenti a bordo di SVOM

La missione è composta da quattro strumenti principali:

  • L’imager ECLAIRs, francese, per rilevare e localizzare i lampi gamma nella banda dei raggi X e i raggi gamma a bassa energia ( da 4 a 250 keV).
  • Il telescopio MXT (Microchannel X-ray Telescope), francese, per l’osservazione dei gamma burst nella gamma dei raggi X molli (da 0,2 a 10keV).
  • Lo spettrometro GRM (Gamma Ray Burst Monitor), per misurare lo spettro dei lampi ad alta energia (da 15 keV a 5000 keV).
  • Il telescopio VT (Visible Telescope), cinese, operante nel campo del visibile, per rilevare e osservare l’emissione visibile prodotta immediatamente dopo un gamma burst.
Gli strumenti scientifici a bordo di SVOM.

SVOM, in particolare, ha alcune caratteristiche uniche: una soglia di energia degli ECLAIR a 4 keV che consente il rilevamento di GRB deboli e morbidi, una buona corrispondenza (in termini di sensibilità) tra i telescopi spaziali a raggi X e ottici, che consente il rilevamento della maggior parte dei bagliori residui dei GRB con entrambi i telescopi. E un set di strumenti ottici presso il segmento di terra dedicati alla missione:

  • La camera a grande campo GWAC (Ground-based Wide Angle Camera) per studiare da terra, nel campo del visibile, l’emissione immediata di parte dei lampi rilevati.
  • I telescopi robotici GFT (Ground Follow-up Telescopes) per misurare con precisione le coordinate del lampo di raggi gamma.

Gli obbiettivi scientifici

Il principale obiettivo scientifico di SVOM, pur essendo progettato per la rilevazione e localizzazione dei GRB, è lo studio degli eventi transitori rilevati nei raggi X duri e nel dominio ottico. Per questo motivo, la missione è adatta per lo studio di transitori ad alta energia come TDE (Tidal Disruption Events), eventi ti distruzione mareale causati dai buchi neri, AGN (Active Galactic Nuclei), ovvero nuclei galattici attivi di galassie con un buco nero supermassiccio attivo al centro, o binarie a raggi X e magnetar, stelle di neutroni con intenso campo magnetico.

Per questo tipo di sorgenti, SVOM è sia in grado di rilevare e quindi scoprire nuovi eventi, con strumenti ad ampio campo che rilevano una frazione significativa del cielo (ECLAIR, GRM e la camera GWAC (Ground Wide Angle Camera), sia di analizzarli e localizzarli, con telescopi a puntamento veloce nello spazio e sulla terra (MXT, VT e la camera GFT) che forniscono un follow-up multi-lunghezza d’onda di diversi tipi di sorgenti.

Interessante sarà anche il follow-up a Terra: non appena SVOM rivelerà un’esplosione di raggi gamma, allerterà un team di scienziati attivo 24 ore al giorno e in meno di cinque minuti, una rete di telescopi a Terra potrà volgere lo sguardo verso l’esplosione. Queste molteplici osservazioni a distanza di poco tempo dovrebbero dare maggiori informazioni sia sugli eventi transitori rilevati dalla missione, sia sulle sorgenti che li causano e sulle loro caratteristiche.

Questo il sito ufficiale della missione.

© 2024 Astrospace.it Tutti i diritti riservati. Questo articolo può essere riprodotto o distribuito integralmente solo con l’autorizzazione scritta di Astrospace.it o parzialmente con l’obbligo di citare la fonte.