Il JPL ha annunciato ieri, 13 giugno 2024, che la sonda Voyager 1 della NASA ha ripreso a inviare correttamente a Terra dati scientifici da tutti e quattro i suoi strumenti ancora attivi.
Dopo un problema tecnico sorto a novembre 2023 che aveva causato l’invio di dati illeggibili, tra marzo e aprile 2024 il team di missione ha trovato la causa: un chip nella memoria di uno dei tre computer di bordo, il Flight Data Subsystem (FDS). Il 19 maggio il team aveva trasmesso un comando alla sonda per iniziare a restituire dati scientifici, e due dei quattro strumenti sono tornati immediatamente alle normali modalità operative. Si trattava del Plasma Wave Subsystem e del magnetometro.
Gli altri due, il Cosmic Ray Subsystem e il Low-Energy Charged Particles, hanno richiesto del lavoro aggiuntivo, ma ora tutti e quattro stanno restituendo dati scientifici utilizzabili. Si tratta, chiaramente, dei soli quattro strumenti ancora attivi, da quando la NASA ha scelto di spegnere gli altri un po’ alla volta a causa della diminuzione dell’energia elettrica disponibile.
Quattro strumenti, 24 miliardi di km di distanza
La Voyager 1 si trova attualmente a più di 24 miliardi di kilometri dalla Terra, mentre la gemella Voyager 2 ha superato i 20 miliardi di km di distanza. Le sonde festeggeranno quest’anno 47 anni di attività dal loro lancio, nel 1977, e sono attualmente i veicoli spaziali che si sono allontanati di più dal nostro Sistema Solare.
La Voyager 1 ha attraversato l’eliopausa il 25 agosto 2012, diventando la prima sonda a farlo. Due anni dopo, ha iniziato a sperimentare una terza ondata di espulsioni di massa coronale dal Sole che sono continuate almeno fino al 15 dicembre 2014, confermando si trovava (e si trova ancora) nello spazio interstellare.
Gli strumenti che la NASA ha scelto di mantenere attivi sono i rivelatori di particelle, di campi magnetici e di radiazioni. Infatti, si tratta di strumenti che possono inviare dati importanti sull’eliosfera e sulle caratteristiche dell’ambiente che stanno attraversando.
Un problema (quasi) risolto
La Voyager 1 ha iniziato a trasmettere dati illeggibili il 14 novembre 2023. Il 12 dicembre 2023, la NASA ha annunciato che il sistema dati di volo della Voyager 1 non era in grado di utilizzare la sua unità di modulazione della telemetria, impedendole di trasmettere dati scientifici. Il 24 marzo 2024, il JPL ha comunicato di aver compiuto progressi significativi nell’interpretazione dei dati ricevuti.
Tra marzo e aprile, l’Agenzia americana ha confermato che il guasto era probabilmente in un banco di memoria dell’FDS), probabilmente per essere stato colpito da una particella ad alta energia o semplicemente per l’usura. L’FDS non comunicava correttamente con la Telemetry Modulation Unit (TMU), che ha iniziato a trasmettere una sequenza ripetuta di uno e zero indicando che il sistema era in una condizione bloccata.
Dopo il riavvio dell’FDS le comunicazioni sono rimaste inutilizzabili. Solo il 20 aprile è stato possibile ripristinare la corretta telemetria. E successivamente anche l’invio di dati scientifici utilizzabili.
Mentre Voyager 1 è tornata a condurre attività scientifiche, sono necessari ulteriori lavori (minori) per eliminare gli effetti del problema. In particolare, gli ingegneri risincronizzeranno il software di cronometraggio nei tre computer di bordo della sonda, in modo che possano eseguire i comandi al momento giusto. Il team eseguirà anche la manutenzione del registratore digitale, che registra alcuni dati per lo strumento a onde di plasma che viene inviato sulla Terra due volte all’anno.