Approfondimento
| On 4 mesi ago

C’è un sistema stellare che potrebbe esplodere a breve? Facciamo un po’ di chiarezza

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Più di 800 anni fa, nell’autunno del 1217, un uomo di nome Burchard, abate di Ursberg in Germania, scrisse dell’osservazione di “una debole stella che per un certo periodo brillò di grande luce”. Allora non sapeva che si trattava di T Coronae Borealis, nella costellazione della Corona Boreale, e che il motivo della sua improvvisa luminosità era che si trattava di una nova.

Non stiamo parlando di una supernova, ovvero dell’esplosione di una stella alla fine della sua vita. No, ci riferiamo a un sistema stellare binario, costituito da una stella di tipo gigante rossa e da una nana bianca, attorno alla quale si è formato un disco di gas proveniente dalla compagna. Quando la massa del gas accumulato raggiunge un valore critico, si innesca una fusione dell’idrogeno che causa un’eruzione luminosa, la cosiddetta esplosione. Durante questa esplosione, la luminosità della stella aumenta notevolmente anche fino a 200mila volte più luminose del Sole, per poi tornare ai livelli iniziali.

Il sistema stellare T Coronae Borealis (in breve T CrB), in particolare, è una cosiddetta nova ricorrente, perché ogni circa 80 anni il fenomeno esplosivo si ripete. La nova T CrB è stata vista l’ultima volta dalla Terra nel 1946, e secondo gli scienziati l’evento potrebbe verificarsi nuovamente entro settembre 2024, e potrebbe essere visibile ad occhio nudo.

T Coronae Borealis è una stella binaria presente nella costellazione della Corona Boreale. Ogni 80 anni circa, al raggiungimento di una massa critica, esplode in seguito all’innesco di una fusione nucleare. Credits: bluejourneyastro.com

Non è l’esplosione di una stella!

T Coronae Borealis è stata soprannominata nel tempo “Blaze Star”. Il sistema è composto da una nana bianca, quindi un residuo di una stella morta delle dimensioni della Terra, con una massa paragonabile a quella del nostro Sole, e da un’antica gigante rossa che viene lentamente privata dell’idrogeno dall’attrazione gravitazionale della vicina.

L’idrogeno della gigante rossa si accumula sulla superficie della nana bianca, provocando un accumulo di pressione e calore. Alla fine, innesca un’esplosione termonucleare abbastanza grande da spazzare via il materiale accumulato. Per T CrB, tale evento sembra ripetersi, in media, ogni 80 anni.

A differenza delle supernovae però, che comportano la distruzione totale della stella, le novae comportano solo l’espulsione dello strato superficiale della stella. Dopo una nova, la stella può ripetere il fenomeno, una volta che il disco di accrescimento si è nuovamente alimentato. L’intero processo può durare decine o centinaia di migliaia di anni.

In questa animazione si vedono una stella gigante rossa e una nana bianca che orbitano l’una intorno all’altra. La nana bianca è nascosta dal disco di accrescimento e quando raggiunge la massa critica diventa una nova aumentando notevolmente la sua luminosità. Credits: Goddard Space Flight Center della NASA

Come trovare in cielo T Coronae Borealis?

T CrB si trova nella costellazione della Corona Boreale, che ha una forma a ferro di cavallo ed è posizionata a ovest della costellazione di Ercole. Durante i mesi estivi la Corona Boreale è ben visibile in alto in cielo in direzione nord, poiché raggiunge la massima altezza rispetto all’orizzonte.

Per individuarla più facilmente si possono cercare le due stelle più luminose dell’emisfero boreale, Arturo e Vega, e tracciando una linea immaginaria retta dall’una all’altra, si arriverà a Ercole e alla Corona Boreale.

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Immagine che mostra come trovare Ercole e la “Corona del Nord” nel cielo notturno. Guarda in alto dopo il tramonto per trovare Ercole, concentrati tra Vega e Arturo, dove è possibile identificare la Corona Boreale. Credits: NASA

Si pensa che la nova potrebbe essere visibile ad occhio nudo. La stella binaria infatti è solitamente di magnitudine +10.0 e visibile solo attraverso un telescopio, ma si prevede che la nova aumenterà la sua luminosità fino a mag +2.0, paragonabile a Polaris, la Stella Polare.

La data esatta dell’esplosione non è prevedibile, perciò il consiglio è quello di tener monitorata la costellazione della Corona Boreale per non perdere l’evento. Osservandola, potrebbe sembrare di vedere una nuova stella. La durata non sarà maggiore di una settimana secondo gli scienziati. Che tuttavia sono molto fiduciosi si tratterà di un bello spettacolo.

La scienza dietro l’esplosione di T CrB

Anche i ricercatori osserveranno l’evento di nova al suo apice e poi durante il suo declino, man mano che l’energia visibile dell’esplosione svanisce, per raccogliere dati che vanno dalle fasi iniziali dell’esplosione alle conseguenze. In questo modo, sperano di sfruttare questa rara opportunità di gettare nuova luce sulla struttura e sulla dinamica delle esplosioni stellari ricorrenti come quella di T CrB.

Nel 1946, data dell’ultima eruzione della nova T Coronae Borealis, gli imager a raggi gamma non esistevano, così come la capacità di polarizzazione del telescopio spaziale IXPE, che identifica l’organizzazione e l’allineamento delle onde elettromagnetiche per determinare la struttura e i processi interni dei fenomeni ad alta energia. La combinazione dei loro dati potrebbe offrire una visione senza precedenti dei cicli di vita dei sistemi binari, e dei potenti processi stellari che li alimentano.

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