Durante un’intervista, Jared Isaacman, il comandante e co-organizzatore della missione Polaris Dawn, ha dichiarato che il lancio è previsto non prima del 12 luglio. Dopo due anni di ritardo, rispetto a quanto dichiarato inizialmente, l’ambiziosa missione di SpaceX è pronta a partire.
Polaris Dawn fa parte di un programma per sviluppare le tecnologie che confluiranno poi in Starship. L’obiettivo principale di questa missione è quello di effettuare un’attività extraveicolare, durante la quale tutti e quattro gli astronauti saranno esposti al vuoto dello spazio. Solamente due astronauti però usciranno dalla capsula Dragon.
Un altro importante test consisterà nel verificare il funzionamento dei dispositivi laser per comunicare con i satelliti Starlink. Durante Polaris Dawn arriveranno infatti a una quota piuttosto alta, che per ora è stiamata in almeno 600 km. Collegarsi con Starlink, permetterà di trasferire grandi quantità di dati velocemente, oltre a poter effettuare live direttamente dallo spazio.
I motivi del ritardo
Inizialmente la partenza era prevista per l’estate del 2022. SpaceX ha riscontrato diverse difficoltà soprattutto nello sviluppo delle nuove tute, presentate la prima volta a inizio maggio. Quelle utilizzate fino ad adesso infatti, consentono la sopravvivenza degli astronauti solamente all’interno della capsula, in caso di sbalzi di pressione o temperature, ma non sono progettate per uscire all’esterno.
SpaceX ha dovuto adattare anche la capsula Dragon, la Resilience, per effettuare questa particolare attività extraveicolare. Hanno dovuto verificare che le componenti interne potessero resiste al vuoto dello spazio, oltre ad aggiungere un sistema per pressurizzare nuovamente la Dragon.
È previsto che Polaris Dawn duri all’incirca cinque giorni e sarà suddivisa in diverse fasi, posizionandosi su quote differenti. L’altezza massima prevista per la missione è di 1400 km, come detto prima, raggiungendo così il punto più lontano dalla Terra dal 1972. Per la maggior parte del tempo della missione, la Dragon viaggerà poi su un’orbita a una quota di 700 km, dove avverrà l’attività extraveicolare.