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Lanciato EarthCARE, satellite per lo studio delle nuvole

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Nella notte italiana di oggi, 29 maggio 2024, è arrivato in orbita con successo un nuovo satellite per lo studio dell’atmosfera terrestre. Si chiama EarthCARE (Cloud, Aerosol and Radiation Explorer) ed è stato realizzato tramite una collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e quella giapponese (JAXA). Il compito del satellite sarà quello di studiare e analizzare l’impatto e il contributo sul clima delle nuvole e dell’aerosol, ovvero particelle solide e liquide disperse nell’aria. EarthCARE fa parte del programma Earth Explorer, nato per la realizzazione di strumenti in grado di studiare diversi aspetti che regolano il clima del nostro pianeta.

Il primo satellite di questo programma è arrivato in orbita a marzo 2009. Si chiamava GOCE e aveva il compito di mappare il campo gravitazionale terrestre. Lo hanno seguito poi SMOS, per lo studio dell’acqua, CryoSat, che analizza lo spessore dei ghiacci, tre Swarm, per l’analisi del campo magnetico, e Aeolus, per il monitoraggio dei venti.

Il decollo di EarthCARE è avvenuto alle 00:20 del 29 maggio dalla base militare di Vandenberg, in California, grazie a un Falcon 9 di SpaceX. Inizialmente il lancio sarebbe dovuto avvenire con il vettore russo Soyuz ma, a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, l’ESA ha deciso di optare per il Vega C. A causa del fallimento della sua seconda missione, a dicembre 2022, l’ESA ha scartato anche questo vettore per passare al Falcon 9 e evitare ulteriori ritardi.

Per SpaceX questa è stata la missione numero 56 dall’inizio del 2024, completata sfruttando un booster al suo settimo volo, il quale ha poi fatto ritorno direttamente sulla terraferma.

Migliorare le conoscenze sul clima

Grazie ai quattro strumenti presenti a bordo di EarthCARE, sarà possibile ottenere diversi dati riguardo l’impatto che nuvole e aerosol hanno sul clima della Terra. In particolare, il satellite analizzerà come questi elementi riflettono le radiazioni solari e la loro capacità di intrappolare la radiazione infrarossa emessa dalla superficie terrestre. L’obbiettivo, quindi, è quello di apprendere i meccanismi che regolano la temperatura del nostro pianeta.

Tramite l’Atmospheric Lidar, EarthCARE sarà in grado di misurare il profilo verticale delle nuvole, cioè la forma e la dimensione della parte più vicina al satellite. Ciò avverrà sfruttando impulsi luminosi e analizzando come e in quanto tempo questi ritornano verso il satellite.

Il Cloud Profiling Radar è stato realizzato dalla JAXA e servirà per osservare e profilare la struttura interna delle nuvole, andando più a fondo rispetto all’Atmospheric Lidar. Tramite l’utilizzo di un radar, che opera su lunghezze d’onda millimetriche, EarthCARE sarà in grado di ottenere diversi dati sulla formazione e dissipazione delle nuvole.

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A differenza dei due precedenti strumenti, che analizzano una porzione di cielo ristretta, il radar multispettrale di EarthCARE è in grado di analizzare un’area di circa 150 km. Questo radar opera su più bande spettrali, dall’ottico all’infrarosso, per distinguere meglio i diversi tipi di nuvole, aerosol e superficie terrestre. Il radar inoltre sarà di supporto agli altri due strumenti, fornendo un contesto più ampio per le misurazioni effettuate.

Il quarto strumento, invece, è un radiometro a banda larga, che avrà il compito di rilevare e misurare le radiazioni solari riflesse dalla Terra. EarthCARE opererà a un’altitudine di circa 393 km su un’orbita eliosincrona, che gli permetterà di osservare tutto il nostro pianeta in circa 25 giorni. Per alimentare i suoi strumenti, il satellite è dotato di un unico pannello solare, con una superficie di 21 metri quadrati.

Questo il press kit per tutti i dettagli sulla missione.

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