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| On 4 mesi ago

La FAA inizierà un’analisi ambientale per i lanci di Starship da SLC-39A

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In vista dei futuri lanci di Starship dal complesso di lancio 39A del Kennedy Space Center, in Florida, la Federal Aviation Administration presto inizierà un’analisi di impatto ambientale, l’Environmental Impact Statement (EIS).

Nel 2019 si era già conclusa un’analisi di questo tipo, l’Environmental Assessment (EA), e la NASA e la FAA avevano concesso a SpaceX l’autorizzazione per la costruzione delle infrastrutture di lancio. Da quella autorizzazione però, l’azienda di Elon Musk ha apportato numerose modifiche sia al vettore Starship che alle strutture di terra.

A causa di questo numero elevato di cambiamenti, la FAA deve effettuare una nuova indagine per verificare che non vi siano impatti significativi sull’ambiente circostante. A marzo, al Kennedy Space Center SpaceX ha smantellato i pilastri del pad di Starship, probabilmente proprio a causa di una modifica del progetto. La torre sulla quale si muoverebbero i bracci di mechazilla sembra invece già pronta.

Con un comunicato rilasciato il 10 maggio, la FAA ha annunciato l’inizio dei lavori per l’EIS e l’apertura delle consultazioni pubbliche. Agenzie, organizzazioni, associazioni e privati cittadini avranno tempo fino al 24 giugno per inviare i propri commenti.

Oltre alla FAA, anche l’Air Force sta lavorando a un EIS per l’utilizzo del complesso di lancio 37 ed eventualmente del complesso di lancio 50. Quest’ultimo sarebbe una nuova rampa costruita da zero. Entrambe saranno in futuro usate per Starship. Dopo l’ultimo lancio del Delta IV Heavy, potrebbe essere SpaceX a prendere il controllo della rampa Space Launch Complex-37.

L’analisi dell’Air Force è iniziata a marzo 2024 e dovrebbe concludersi per la metà del 2025. Non ci sono delle timeline ufficiali per l’analisi aperta ora dalla FAA, ma è plausibile che impiegheranno circa un anno per completarla.

Le modifiche di Starship dal 2019

I piani di SpaceX nel 2019 per il progetto Starship erano molto differenti rispetto a quelli attuali. Innanzitutto, il Super Heavy sarebbe dovuto rientrare sulla Terra o in una chiatta in mezzo al mare, come il Falcon 9. Ora invece, SpaceX punta alla sua cattura al volo, evitando in questo modo di montare delle gambe di atterraggio sul booster.

È stato quindi necessario realizzare una torre, simile alla Mechazilla che si trova a Starbase, con bracci in grado di eseguire tale manovra. Il numero di motori del booster inoltre non era ancora certo e variava da 29 a 31, mentre ora un singolo Super Heavy è dotato di 33 Raptor. Con la prossima versione questo numero potrebbe salire a 35.

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Anche il design della Ship, il secondo stadio, ha subito molte modifiche da allora, e anch’essa sarà catturata al volo. Il numero dei suoi motori è passato da 7 a 6 ma, dall’ultima presentazione di Musk, la versione finale conterà 9 Raptor, di cui 6 per il vuoto.

Inizialmente SpaceX prevedeva di effettuare 24 lanci di Starship all’anno dal Kennedy Space Center, mentre ora le analisi della FAA prenderanno in considerazione fino a 44 decolli dalla rampa 39A. Ciò è dovuto principalmente al supporto che SpaceX fornirà con Starship al programma Artemis. Per raggiungere la Luna a pieno carico, SpaceX dovrà rifornire la Starship di propellente in orbita terrestre. Per completare le operazioni, saranno necessari almeno 10 lanci per ogni missione.

Nel corso dell’ultimo anno, l’azienda ha anche sviluppato e installato a Starbase il Water Deluge System, un sistema ad acqua per contrastare i gas di scarico dei motori del Super Heavy. Proprio a causa della sua implementazione, la FAA ha dovuto eseguire una nuova analisi di impatto ambientale anche al sito di lancio in Texas.

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