Questa estate, con un ritardo di circa due anni, dovrebbe partire la prima missione del programma Polaris di SpaceX, chiamata Polaris Dawn. Sarà una missione particolare poiché, per la prima volta, durante una spedizione privata verrà effettuata un’attività extra-veicolare (EVA).
Per farlo, SpaceX ha dovuto sviluppare delle tute apposite, in quanto quelle utilizzate finora a bordo della Dragon servono solamente a garantire la sopravvivenza degli astronauti all’interno della capsula. Ieri, 4 maggio, SpaceX ha mostrato per la prima volta queste nuove tute. Ecco quello che sappiamo finora.
Il programma Polaris sarà composto in totale di tre missioni, l’ultima delle quali si svolgerà a bordo di una Starship per il trasporto umano. Questo nuovo programma ha l’obiettivo di testare le tecnologie che serviranno proprio alla sviluppo di Starship.
Le tute fanno quindi parte della strumentazione necessaria all’esplorazione futura della Luna e di Marte e SpaceX per esplorare in modo indipendente lo spazio, ha deciso di svilupparne una versione propria. Le tute utilizzate per Polaris Dawn sono infatti solamente un prima versione, poiché non sono totalmente autonome: dipendono dai sistemi di supporto vitale della Dragon.
La passeggiata spaziale di Polaris Dawn
Lo sviluppo di queste tute è ciò che ha causato i principali ritardi, comportando diversi slittamenti alla partenza della missione. Le tute saranno indossate da tutti e quattro gli astronauti già dalla partenza, evitando in questo modo di dover trasportarne due versioni.
Durante uno Spaces tenuto su X, i quattro astronauti hanno annunciato che uno dei piani futuri è quello di avere una sola tuta per la Dragon. Già dalla missione Crew-6, l’azienda ha implementato alcune migliorie alle tute da IVA (IntraVehicular Activity), a seguito degli studi condotti su quelle per l’EVA.
La missione Polaris Dawn dovrebbe durare circa cinque giorni e sarà suddivisa in diverse fasi. La Dragon sarà rilasciata su un’orbita ellittica con perigeo di 140 km e apogeo di 1200 km. Tramite i motori Draco della capsula, raggiungeranno un’altezza massima di 1400 km, che manterranno per circa sette orbite. Sarà il momento in cui l’Essere Umano si troverà più distante dalla Terra fin dall’ultima missione Apollo del 1972.
Durante questa prima fase l’obiettivo della missione è quello di ricavare dati sul comportamento della capsula e di tutte le diverse infrastrutture a seguito dell’esposizione alle radiazioni. Successivamente, la Dragon abbasserà la sua quota, per portarsi su un’orbita circolare a 700 km di altezza, dove avverrà l’EVA.
L’attività extraveicolare durerà in totale circa due ore, considerando anche i tempi per depressurizzare e, successivamente, ripressurizzare la Dragon. Non avendo un airlock infatti, l’intera capsula sarà depressurizzata, esponendo tutto l’equipaggio all’ambiente spaziale. Solamente due astronauti però usciranno dalla Dragon, grazie a un dispositivo chiamato Skywalker collocato sul portellone anteriore. Qui avranno modo di raccogliere dati sul comportamento della tuta in condizioni reali.
SpaceX ha già effettuato test a terra, simulando le diverse fasi in una enorme camera a vuoto in cui hanno collocato la Dragon con manichini che indossavano le tute.
Uno sguardo alle tute
Il design delle nuove tute da EVA è molto simile a quello delle tute da IVA, ma la struttura interna presenta molte differenze. Hanno dovuto sviluppare nuovi materiali per la gestione delle temperature, affinché la tuta sia resistente ma anche comoda. Per tale scopo, hanno sviluppato dei giunti per facilitare i movimenti anche mentre la tuta è pressurizzata.
Le principali difficoltà nello sviluppo di una tuta spaziale da utilizzare nello spazio esterno riguardano proprio i movimenti, resi più complessi dalla pressione interna, che tende a irrigidirla. Per gli stivali della nuova tuta, SpaceX ha utilizzato anche i medesimi materiali presenti nell’interstage del Falcon 9 e nella sezione non pressurizzata della Dragon.
Anche il casco, le cui componenti sono stampate in 3D, presenta diverse modifiche. Hanno aggiunto una fotocamera, per riprendere ciò che vedono gli astronauti, e un Heads-Up Display. Questo fornirà i principali parametri della tuta che l’equipaggio dovrà avere sotto controllo: pressione, temperatura, umidità e durata dell’EVA. SpaceX ha modificato anche la visiera, rivestendola esternamente con ossido di rame e indio-stagno. Questa dovrà fornire un isolamento termico, proteggere dalle radiazioni e fungere anche da “occhiali da Sole”.
L’aria che circolerà all’interno della tuta proviene direttamente dalla Dragon, in quanto le nuove tute non sono autonome. Avranno quindi un “cordone ombelicale” collegato alla capsula, che per le versioni successive SpaceX ha dichiarato non sarà più necessario.
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