A ottobre partirà la prima missione della storia dedicata allo studio di un sistema binario di asteroidi. Si tratta di Hera, missione dell’Agenzia Spaziale Europea direttamente collegata alla missione DART della NASA.
Il 26 settembre 2022, durante il primo test di difesa planetaria della storia, la sonda DART si è schiantata contro l’asteroide Dimorphos, compagno del più grande Didymos. In questo modo ha testato la nostra capacità di modificare l’orbita di un asteroide tramite impatto cinetico.
Il test di DART è riuscito: il periodo orbitale del satellite Dimorphos è diminuito di 32 minuti, l’orbita è stata modificata. Molto probabilmente anche la forma stessa dell’asteroide è cambiata. Hera avrà il compito di avvicinarsi a questo sistema di asteroidi e di eseguire un’indagine ravvicinata di Dimorphos, per raccogliere informazioni essenziali riguardo la sua massa, composizione e struttura.
Durante il suo viaggio fino al sistema di asteroidi, Hera effettuerà un flyby molto ravvicinato di Marte a marzo 2025, sfruttando la gravità del pianeta per accelerare in direzione della sua destinazione. Con l’occasione, la sonda arriverà a soli 1000 km dalla luna di Marte Deimos, e in questo modo potrà raccogliere interessanti informazioni anche su questo satellite naturale, molto simile agli asteroidi della Fascia Principale.
Hera: direzione Dimorphos
Hera sarà, insieme a DART, la prima sonda dell’umanità ad incontrarsi con un sistema di asteroidi binari. Si tratta di una classe asteroidale di cui conosciamo molto poco, e che costituisce circa il 15% di tutti gli asteroidi conosciuti.
La missione è il contributo europeo alla collaborazione internazionale AIDA (Asteroid Impact Deflection Assessment), cominciata con DART. In particolar modo, Hera proseguirà la missione di DART con un’indagine dettagliata post-impatto, che intende trasformare questo esperimento su larga scala in una tecnica di difesa planetaria ben compresa e ripetibile.
Hera, inoltre, dimostrerà molteplici nuove tecnologie, come la navigazione autonoma attorno all’asteroide. E raccoglierà dati scientifici di grande importanza per aiutare gli scienziati a comprendere meglio la composizione e le strutture degli asteroidi.
Nell’avvicinarsi a Dimorphos, la sonda effettuerà un passaggio ravvicinato di Marte il prossimo marzo, per sfruttare la gravità del pianeta ed essere accelerata verso la sua destinazione. Con l’occasione, scenderà fino a 6000 km dalla superficie del Pianeta Rosso, più vicino delle orbite delle sue due lune.
L’occasione per studiare Deimos
La traiettoria di Hera sarà modificata in modo da poter puntare i suoi strumenti scientifici sulla luna più piccola di Marte, Deimos, da una distanza di soli 1000 km, osservando allo stesso tempo anche Marte .
In orbita a 23 460 km da Marte, Deimos (il cui nome in greco significa “paura”) è la più lontana e la più piccola delle due lune marziane. Ha una forma bitorzoluta e un diametro medio di 12.4 km, e la sua superficie scura ricorda gli asteroidi di tipo C. Una teoria è che sia Deimos che la sua compagna luna marziana Phobos siano in realtà asteroidi, catturati dalla Fascia Principale. Le loro caratteristiche superficiali, tuttavia, sono simili a quelle del pianeta ospite.
Hera utilizzerà tre dei suoi strumenti durante il suo sorvolo tra Marte e Deimos. L’Asteroid Framing Camera raccoglierà immagini, mentre lo strumento HyperScout-H osserverà in una gamma di colori oltre i limiti dell’occhio umano, raccogliendo dati mineralogici in un totale di 25 bande spettrali visibili e nel vicino infrarosso. Infine, il Thermal Infrared Imager è un mappatore di calore, in grado di distinguere le caratteristiche durante la notte locale e misurare come le temperature superficiali cambiano nel tempo per aiutare a limitare le proprietà superficiali.
“Deimos non è mai stato osservato prima con la combinazione di strumenti scientifici di Hera, quindi spero in qualche scoperta” ha detto Patrick Michel, PI di Hera. Gli scienziati hanno in programma delle osservazioni mirate. Anche in sinergia con la missione Mars Hope Probe degli Emirati Arabi, lanciata nel luglio 2020 ed entrata in orbita attorno a Marte nel febbraio 2021, e con le missioni Mars Express ed ExoMars Trace Gas Orbiter dell’ESA.
Le immagini e i dati che saranno raccolti aiuteranno anche nella pianificazione della missione Martian Moons eXploration, MMX, dell’agenzia spaziale giapponese JAXA, il cui lancio è attualmente previsto per il 2026.
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