Lanciato lo scorso 1 dicembre come parte della missione Transporter-9 di SpaceX e posto su un’orbita eliosincrona a 513 km dalla superficie terrestre, il satellite SpIRIT (Space Industry Responsive Intelligent Thermal) è il primo satellite australiano a trasportare il carico utile di un’agenzia spaziale straniera come principale strumento scientifico.
Si tratta del rilevatore a raggi X e gamma HERMES (High Energy Rapid Modular Ensemble of Satellites) dell’Agenzia Spaziale Italiana, il cui coordinatore scientifico è Fabrizio Fiore dell’INAF. Dopo le attività di commissioning, in cui è stata svolta un’analisi delle prestazioni e la calibrazione in orbita, HERMES è entrato nella modalità di osservazione nominale il 27 marzo 2024.
Oggi, 23 aprile 2024, l’ASI, l’INAF e l’Università di Melbourne hanno annunciato che la raccolta dei primi fotoni di HERMES è stata un successo. Si tratta della cosiddetta “prima luce” dello strumento, che segna il momento in cui esso inizia a guardare l’Universo. Ed è poi il culmine di anni di sforzi, pianificazione, progettazione, sviluppo e test del compatto e innovativo monitor ad alte energie.
Alla ricerca dei raggi gamma con HERMES
SpIRIT è un satellite di 11.8 kg sviluppato da un consorzio che comprende l’Università di Melbourne, l’ASI, Inovor Technologies, Neumann Space, Sitael Australia, Nova Systems in Australia, nonché l’INAF, la Fondazione Bruno Kessler, l’Università di Tubinga e i loro partner.
Al suo interno, lo strumento HERMES pesa poco più di 1.5 kg e occupa un cubo di 10 cm di lato. Tuttavia, questa piccola scatola è quasi sensibile quanto gli strumenti all’avanguardia a bordo di satelliti centinaia di volte più grandi e massicci, come il Gamma-ray Burst Monitor del satellite Fermi della NASA.
HERMES è stato concepito con l’obiettivo di sondare il cosmo alla ricerca di lampi di raggi gamma. Si manifestano quando stelle giungono al termine della loro esistenza o quando avvengono collisioni cosmiche, che generano un’enorme quantità di energia, superiore persino a quella di un’intera galassia. Tali osservazioni richiedono l’impiego di telescopi spaziali e rivestono un’importanza cruciale per avanzare nella comprensione della fisica in ambienti estremi.
Il primo di una costellazione
SpIRIT è il primo di una costellazione di sette nanosatelliti che ospiteranno ciascuno lo strumento HERMES. L’Agenzia Spaziale Italiana ha in programma di lanciare gli altri sei satelliti della costellazione HERMES Pathfinder nei prossimi 12 mesi.
Questa costellazione di telescopi spaziali sarà in grado di scansionare simultaneamente una grande area di cielo alla ricerca di lampi di raggi gamma. E anche di localizzarli, grazie all’analisi dei diversi tempi di arrivo del segnale della sorgente su almeno tre satelliti.
I dati scientifici vengono ricevuti e distribuiti attraverso un Segmento di Terra parzialmente condiviso tra le missioni SpIRIT e HERMES Pathfinder come parte dell’accordo internazionale che regola la cooperazione. Il processamento dei dati e la loro archiviazione vengono effettuati presso lo Space Science Data Center (SSDC) dell’ASI. Lo SSDC ha inoltre sviluppato il software scientifico per la calibrazione e la pulizia dei dati ed ospita il Science Operation Center (SOC) di HERMES.
Qui maggiori informazioni sulla missione.
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