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| On 7 mesi ago

Il JPL sta capendo il problema di comunicazione della sonda Voyager 1

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Dalla fine del novembre 2023, la sonda Voyager 1 della NASA invia un segnale radio costante alla Terra, ma il segnale non contiene dati interpretabili. La fonte del problema sembra essere uno dei tre computer di bordo, il Flight Data System (FDS) che è responsabile della raccolta dei dati scientifici e ingegneristici dagli strumenti prima che vengano inviati a Terra dalla Telemetry Modulation Unit (TMU).

L’1 marzo, il team della missione Voyager ha inviato un comando, chiamato “poke”, alla sonda, con lo scopo di indurre l’FDS a provare diverse sequenze nel suo pacchetto software, nel caso in cui il problema possa essere risolto circoscrivendo una sezione danneggiata.

Il 3 marzo, il team ha notato che in risposta a quel comando, da una sezione dell’FDS proveniva ora un segnale diverso dal resto del flusso di dati incomprensibili del computer. Il nuovo segnale non era comunque nel formato utilizzato da Voyager 1 quando l’FDS funziona correttamente, quindi inizialmente il team non era sicuro di come poterlo interpretare.

Il Flight Data System (FDS) della sonda Voyager. Credits: NASA/JPL

La risposta della Voyager 1

Due giorni fa, 13 marzo 2024, con un post su X il JPL ha comunicato che un ingegnere del Deep Space Network è stato in grado di decodificare il nuovo segnale e ha scoperto che contiene una lettura dell’intera memoria FDS.

La memoria FDS include istruzioni di lettura, variabili e valori utilizzati nel codice del computer, che possono cambiare in base ai comandi o allo stato del veicolo spaziale. Inoltre, contiene dati scientifici e ingegneristici per il downlink.

Il team ora confronterà questa lettura con quella ricevuta prima che si verificasse il problema, e cercherà discrepanze nel codice e nelle variabili per trovare potenzialmente l’origine del problema in corso.

Sempre più lontana

Poiché la Voyager 1 si trova a più di 24 miliardi di chilometri dalla Terra, attualmente sono necessarie 22.5 ore perché un segnale radio raggiunga la sonda e altre 22.5 ore perché la sua risposta arrivi alle antenne del Deep Space Network qui sulla Terra. Ecco perché i risultati del comando inviato l’1 marzo sono arrivati il 3.

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Il 7 marzo gli ingegneri hanno iniziato a lavorare per decodificare i dati ricevuti il 3, e il 10 marzo hanno stabilito che contenevano una lettura della memoria FDS. Attualmente il team sta analizzando la lettura. Utilizzare tali informazioni per ideare una potenziale soluzione e tentare di metterla in atto, però, richiederà tempo.

Intanto, la Voyager 1 si allontana sempre di più dal Sistema Solare. Da 46 anni sta viaggiando nello spazio profondo, e ormai dista quasi 163 Unità Astronomiche da noi (1 UA è pari alla distanza della Terra dal Sole). Qui un tool per vedere la sua posizione in tempo reale.

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