Agenzie Spaziali
| On 7 mesi ago

Sei anni fa il primo lancio del Falcon Heavy, e di un Tesla

Share

Il 6 febbraio 2018 dalla rampa 39A del Kennedy Space Center venne lanciato il primo Falcon Heavy, il razzo pesante di SpaceX. Quel giorno diventò il più grande e con più spinta razzo sulla Terra. Lo è rimasto fino al 16 novembre 2022, quando venne lanciato per la prima volta lo Space Launch System per la missione Artemis 1.

SpaceX con il Falcon Heavy ha rivoluzionato, ancora una volta, il settore dei lanci spaziali, creando il primo lanciatore pesante parzialmente riutilizzabile, derivato direttamente dal Falcon 9, e con un costo di lancio per kg che ancora oggi è il più basso sul mercato.

Questo valore si stima essere di circa 2350$ per un kg trasportato in orbita terrestre bassa. Il costo di ogni lancio di questo razzo è stimato fra i 90 e 160 milioni di dollari, a seconda della configurazione e delle richieste specifiche del cliente.

Finora il Falcon Heavy è stato lanciato 9 volte, tutte con successo, 8 di queste per missioni sia commerciali, sia militari che scientifiche per la NASA. Questo aspetto non è banale come può sembrare, ma è la conferma che in pochi lanci il razzo si è dimostrato affidabile e adatto a tre diverse tipologie di clienti, tutti con tre diverse tipologie di richieste.

La NASA lo ha utilizzato per la prima volta a ottobre del 2023 per il lancio della missione Psyche, e nei prossimi anni sarà il cliente principale del Falcon Heavy, che dovrà lanciare nel 2024 sia il satellite meteorologico GOES-U, che l’importante missione di esplorazione spaziale Europa Clipper. La successiva sarà il lancio della missione VIPER verso la superficie lunare, ma sarà rimandato al 2025.

La Space Force ha usato invece il Falcon Heavy ben quattro volte, l’ultima a dicembre 2023 per lanciare lo spazioplano X-37B. Gli altri 3 utilizzi sono stati invece per il lancio di satelliti commerciali, principalmente verso l’orbita geostazionaria.

Il vettore commerciale più potente sul mercato

Il Falcon Heavy è composto da un core centrale che è un booster molto simile al primo stadio del Falcon 9, ma modificato per gestire le forze e pressioni di due booster laterali. Questi sono a loro volta derivati dal primo stadio del Falcon 9. Il Falcon Heavy appare così come tre diversi Falcon 9 affiancati, anche se la realtà è un po’ più complessa.

ANNUNCIO

Il primo stadio del Falcon 9 è un booster molto potente, con una spinta totale derivata dai nove motori Merlin di circa 7.6 MN, e questo ha comportato diverse, e inizialmente impreviste sfide progettuali sul core centrale del vettore, soggetto a sforzi non banali. Questa difficoltà di progettazione fu uno dei motivi, per ammissione di Musk, che comportò il ritardo del lancio inaugurale del Falcon Heavy.

Una volta assemblato, il Falcon Heavy dispone di una spinta totale, fornita da ben 27 motori Merlin, di quasi 23 MN, capace di trasportare un carico utile in orbita terrestre bassa di 63.8 tonnellate, nella sua versione non riutilizzabile (ciò con la perdita di tutti e tre i booster).

Al primo annuncio, nel 2011, Musk dichiarò che il vettore pesante sarebbe partito già nel 2013 da Vandenberg. Qui SpaceX aveva già iniziato a modificare una rampa di lancio per adattarla al nuovo razzo. Diversi ritardi e rinvii portarono il lancio inaugurale al 2014 e poi al 2015 e il fallimento della missione CRS-17 a giugno 2015 (quando il Falcon 9 esplose a pochi secondi dalla partenza) portano SpaceX a doversi concentrare maggiormente sul vettore più piccolo, e già sul mercato. La partenza della versione Heavy venne quindi rimandato al 2017 e poi al 6 febbraio 2018.

Il lancio di una Tesla nello spazio

Il lancio inaugurale del Falcon Heavy fu uno degli eventi spaziali più seguiti del ventunesimo secolo, forse il lancio spaziale più seguito dai tempi dello Space Shuttle. Al Kennedy Space Center erano presenti oltre centomila persone, e lo streaming su YouTube del lancio fece registrare decine di milioni di spettatori. Da quel giorno i lanci di SpaceX iniziarono a essere dei veri e propri eventi, seguiti da appassionati e curiosi e non solo dagli addetti ai lavori.

Complice di questi numeri fu la preparazione mediatica che SpaceX organizzò. Prima di tutto, a bordo del razzo non c’era una semplice massa di prova, come si fa spesso nei lanci inaugurali dei nuovi razzi, ma una Tesla Roadster, il primo modello di auto costruito dalla Tesla. In particolare era di proprietà dello stesso Musk.

Una foto reale scattata da una fotocamera a bordo della Tesla.

Al posto di guida era posto Starman, e dalla radio dell’auto risuonava David Bowie con Space Oddity. Nel portaoggetti era contenuta una copia digitale della Guida Galattica per Autostoppisti e sullo schermo della tesla c’era la scritta “Don’t Panic”.

A completare il tutto la missione stessa di questa Tesla che non sarebbe solo entrata in orbita terrestre, ma addirittura è andata oltre, spinta dal secondo stadio del Falcon Heavy. L’auto, che a tutti gli effetti è diventata un detrito spaziale, è stata posta in orbita attorno al Sole, con una traiettoria che ha intersecato l’orbita di Marte. Un altro segnale dato da Musk e da SpaceX per ricordare quanto per loro sia importante il Pianeta Rosso.

Ti è piaciuto questo articolo? Lo abbiamo scritto grazie al supporto degli abbonati ad Astrospace Orbit. Solo questo ci ha permesso di scriverlo in modo competente, revisionandolo, rileggendolo e consultando diverse fonti. Ne è valsa la pena? Se ti sembra di sì, puoi iscriverti anche tu ad Astrospace Orbit, avrai accesso a diversi vantaggi e contenuti esclusivi.

Entra anche tu in Astrospace.it Orbit.

Non perderti le ultime notizie e approfondimenti sul settore spaziale:
Iscriviti al nostro canale Telegram e seguici su Instagram