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| On 9 mesi ago

Il lander Peregrine rientrerà a Terra, bruciando in atmosfera

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Il lander Peregrine si trova nello spazio da oltre sette giorni e non raggiungerà la Luna a causa di un problema al sistema di propulsione. Per questa missione Astrobotic ha programmato una traiettoria in orbita attorno alla Terra molto ampia, che avrebbe portato il lander due volte a una distanza simile a quella della Luna. Solo durante la seconda orbita però, Peregrine sarebbe stato catturato dall’influenza gravitazionale della Luna e quindi entrato in orbita attorno al nostro satellite.

In questo momento il lander sta “tornando” in vicinanza della Terra, dopo aver quasi concluso la sua prima orbita. Astrobotic ha confermato il 14 gennaio che Peregrine incontrerà la Terra, impattando con l’atmosfera e concludendo così la sua missione. Si tratta di una decisione che l’azienda ha preso durante il weekend, affermando che volendo si poteva ancora tentare un’accensione del motore per rimanere in orbita terrestre e teoricamente raggiungere quella lunare.

Il rientro in atmosfera conclude la missione di Peregrine evitando che esso crei dei detriti spaziali permanenti in orbita terrestre o in orbita lunare. Questo vuol dire che l’azienda rinuncerà a diversi giorni di operatività in orbita, ma nei limiti concessi dalla situazione, denota una attenzione alla sostenibilità dei detriti spaziali.

Il rientro da un’orbita così ellittica, soprattutto quello di una sonda non più sotto controllo, non è però senza rischi. Il pericolo che possa colpire un satellite terrestre è reale, anche se molto basso. Il rientro in atmosfera terrestre senza controllo non è una cosa piacevole, soprattutto perché pone in pericolo la superficie terrestre per l’impossibilità di predire un luogo di rientro.

In questo caso però, il lander in questione è di dimensioni particolarmente ridotte, con una massa di 1280 kg, paragonabile ad esempio al satellite Aeolus dell’ESA rientrato in atmosfera a luglio in modo controllato.

Lo stato di Peregrine

Astrobotic ha comunicato che attualmente la perdita di propellente è diventato un problema secondario per il lander, tanto da poter estendere la sua vita operativa ancora per diversi giorni. Ciò non vuol dire che il problema sia risolto, anzi.

Questa perdita ha sbilanciato il rapporto fra carburante e ossidante all’interno del motore principale, andando a intaccare le sue prestazioni. È soprattutto per questo motivo, oltre che per la scarsa quantità di propellente, che l’allunaggio non sarebbe comunque possibile. Domenica 14 gennaio hanno annunciato di aver acceso il motore principale con successo per 200 millisecondi, ma non è garantito che possano farlo per accensioni più prolungate.

ANNUNCIO

Nonostante questi test, hanno deciso di non effettuare manovre per modificare l’orbita, confermando che il lander rientrerà in atmosfera terrestre. Astrobotic ha inoltre organizzato una conferenza stampa per il 18 gennaio, che sarà svolta con la NASA.

Il rientro in atmosfera del lander lunare di Astrobotic sarà un evento particolare, mai avvenuto con queste caratteristiche (un mezzo commerciale diretto verso la Luna che invece rientra sulla Terra). Oltre all’acquisizione dati che l’azienda potrà trarne, sarà un evento in grado di creare un precedente nel settore spaziale, in quanto, nonostante le indicazioni della NASA e dalla Space Force, la decisione di rientrare in atmosfera terrestre è stata presa in modo autonomo da Astrobotic.

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