La Cina ha lanciato il 14 dicembre, per la terza volta, il suo spazioplano riutilizzabile, mantenendo un rigido segreto intorno alla missione. Il velivolo è stato lanciato con un razzo Lunga Marcia 2F, decollato dallo spazioporto di Jiuquan, nel Deserto del Gobi.
La notizia è stata resa nota da uno scarno comunicato che parla un “veicolo spaziale di test riutilizzabile” in orbita bassa terrestre, riportato dai media statali cinesi come ad esempio l’agenzia di stampa Xinhua. I NOTAM pubblicati per i lancio erano molto simili alle due missioni precedenti, suggerendo un orario di lancio intorno alle 15:00 UTC.
L’inizio della terza missione per questo misterioso programma di Pechino arriva dopo due test, uno durato 2 giorni nel 2020 e poi un secondo nel 2022. Quest’ultimo terminato con il rientro dello spazioplano circa di sette mesi fa dopo 276 giorni trascorsi in orbita. In questo lasso di tempo lo spazioplano aveva rilasciato alcuni satelliti e modificato più volte la propria orbita, questo in base alle osservazioni condotte dalla Space Force degli Stati Uniti.
Cosa sappiamo sullo spazioplano?
A oggi non esistono foto e informazioni ufficiali su come questo velivolo sviluppato dal colosso statale CASC funzioni né tanto meno il fine, anche se è ampiamente accettato da molti analisti come sia la risposta militare cinese alla controparte americana X-37B.
Due dettagli rilevanti sullo spazioplano cinese sono emersi da un’esposizione di resti del razzo Lunga Marcia 2F in una scuola lo scorso anno. Inclusi erano una parte del fairing e un booster, recuperati dopo il lancio del 4 agosto.
Un pannello descrittivo ha rivelato per la prima volta la massa dello spazioplano: 8 tonnellate, confrontabile con le 5.5 tonnellate dello spazioplano americano X-37B. Analizzando il fairing, si notano sporgenze insolite, suggerendo un design simile all’X-37B per le ali e stabilizzatori. Queste sporgenze, presumibilmente simmetriche, indicherebbero un adattamento del fairing del LM-2F per accogliere il profilo dello spazioplano cinese.
Maggiore attività nella Mongolia Interna
Uno dei punti di maggiore interesse per questo spazioplano dal 2020 è una base militare cinese situata nei pressi del poligono nucleare di Lop Nur, nella Mongolia Interna. Nel 2016 qui fu costruita una pista di oltre 5 km, una distanza nettamente superiore rispetto al normale uso aeronautico. Da allora la base non ha ricevuto particolare attenzione mediatica fino al primo lancio dello spazioplano.
La pista divenne un indizio importante dell’esistenza dello spazioplano il giorno stesso del primo lancio. La sua posizione era perfettamente parallela all’orbita descritta dal Lunga Marcia 2F. Particolare attenzione è quindi arrivata dall’OSINT, l’attività con cui esperti d’intelligence usano fonti open source per l’analisi di questi eventi. In questo caso sono state le immagini satellitari commerciali a raccontare qualcosa sugli eventi alla base.
In particolare un’immagine dell’azienda Planet ha probabilmente ripreso il primo spazioplano nelle ore immediatamente successive all’atterraggio, il 6 settembre 2020. Tuttavia, la bassa risoluzione dell’immagine non ha permesso un’attribuzione certa, pur dimostrando un’insolita attività sulla pista.
Nel corso dei mesi successivi all’atterraggio del primo spazioplano, la base militare ha subito un significativo processo di espansione nei dintorni della pista. A rivelarlo è stata la testata americana NPR tramite delle foto satellitari di Maxar. Le immagini dell’azienda americana delineano diverse nuove costruzioni all’estremo meridionale della pista con cemento e fondamenta. Un dettaglio di rilievo che fa presupporre delle operazioni di lungo periodo rispetto a un uso occasionale come in passato.
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