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| On 9 mesi ago

Sfide e prospettive dei lanciatori europei: l’Europa può o non può competere?

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Il 6 dicembre, all’NSE 2023 (New Space Economy Expoforum 2023) a Roma, si è svolta una tavola rotonda dedicata agli “Emerging Players in European Launch Industry and the Challenge with USA and China”.

La discussione, moderata da Augusto Cramarossa di ASI, ha coinvolto alcune delle più importanti figure del panorama dei lanciatori europei.

Eravamo presenti a questa discussione, nella quale gli speaker hanno cercato di affrontare alcuni degli argomenti più spinosi che in questi ultimi due anni hanno coinvolto il mercato dei lanciatori in Europa. Abbiamo quindi cercato di riassumere in questo articolo i vari punti di vista emersi oggi.

Al panel erano presenti:

  • Sylvain Bataillard – COO di HyPrSpace
  • Enrico Cavallini – Head of Space Transportation, Space Infrastructures & In Orbit Systems Dept. dell’ASI
  • Marino Fragnito – Senior Vice President di Arianespace
  • Marco Mariani – CEO di SAB Launch Services
  • Giulio Ranzo – CEO di AVIO.

Sfide e opportunità del mercato europeo

Il primo argomento in discussione è stato la disparità tra il mercato dei lanciatori europeo e quelli statunitense e cinese. A tal proposito Cramarossa ha evidenziato quanto il vecchio continente stia faticando rispetto agli altri competitor mondiali e ha chiesto il parere degli speakers sulla questione.

Sylvain Bataillard ha aperto la discussione con una visione proattiva, sostenendo come vi sia necessità di alimentare il mercato dei lanciatori attraverso l’innovazione e la ricerca con l’obiettivo di rendere la propulsione avanzata più accessibile. Bataillard ha sollevato un interessante punto di discussione riguardo alle dinamiche di collaborazione nell’industria europea dei lanciatori. Ha espresso il parere che, a volte, troppe realtà sono costrette a collaborare. “Le aziende dovrebbero avere la libertà di scegliere come e con chi collaborare, permettendo loro di ottimizzare i processi in base alle specifiche esigenze”.

Marino Fragnito di Arianespace ha invece lanciato una critica schietta al settore europeo, evidenziando la mancanza di un interesse comune ai vari Stati Europei. Secondo Fragnito ogni Stato membro tende a comportarsi in modo “autonomo” anziché come parte di un tutto. Ha sottolineato come questa frammentazione abbia conseguenze economiche e strategiche e ha citato l’esempio di Sentinel 6.

Il satellite ESA è stato lanciato con un Falcon 9 di SpaceX a un costo di 97 milioni e, secondo il rappresentante di Arianespace, un lancio con Vega avrebbe tagliato la spesa a metà.

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Interrogato sulla possibile necessità di una regolamentazione comunitaria per gli accordi tra Stati, Fragnito ha respinto l’idea di leggi come soluzione. “Le leggi da sole non possono risolvere i problemi, ma piuttosto è necessario un impegno profondo e collaborativo da parte di tutti i partecipanti al mercato spaziale europeo”.

L’USA un modello da seguire?

Marco Mariani di SAB Launch Services ha contribuito alla discussione sottolineando che il mercato spaziale europeo non deve necessariamente seguire il modello statunitense che ha portato alla nascita di SpaceX. Ha evidenziato le differenze nelle dinamiche europee, affermando che replicare il modello americano non risolverebbe i problemi. Questo punto di vista mette in discussione l’idea che i costi di lancio più bassi siano automaticamente la soluzione, poiché potrebbero non riflettere le realtà del mercato spaziale europeo.

Giulio Ranzo ha iniziato il suo intervento discutendo della situazione attuale del mercato dei lanciatori, sottolineando che c’è attualmente più domanda che offerta e pertanto il prezzo non guiderà necessariamente il mercato nel prossimo futuro.

Una delle critiche principali di Ranzo è stata rivolta alla lentezza delle decisioni nell’industria spaziale europea.

“Nel 2012 l’Europa lanciava il 26% (in kg) dei payload a livello mondiale mentre negli ultimi anni la percentuale si è ridotta a meno del 5%. Non recupereremo mai il livello di prima e il problema è la lentezza nelle decisioni”.

In un atto di autocritica, Ranzo ha riconosciuto l’importanza di offrire un sistema affidabile e continuo. Ha indicato Rocket Lab come un esempio virtuoso, sottolineando la necessità di emulare tali approcci innovativi e agili per restituire all’Europa una posizione di rilievo nel settore spaziale globale.

Riusabilità e Nuovi Modelli di Business: Prospettive Innovative per il Futuro

Il secondo tema affrontato durante questo panel ha sollevato questioni fondamentali sulla riusabilità dei lanciatori e la necessità di modelli di business innovativi per affrontare la mutevolezza del settore spaziale.

Marino Fragnito ha sollevato un punto chiave sull’adattamento della riusabilità alle esigenze del mercato, sottolineando che dovrebbe essere basato sulla domanda reale e non solo su una sfida tecnologica. Ha quindi sottolineato la necessità di valutare se esista un mercato sufficiente per sostenere questa tecnologia.

Questo mette in discussione l’entusiasmo intorno alla riusabilità, suggerendo che non sia una soluzione automatica.

Marco Mariani ha portato avanti l’idea che il mercato dei lanci spaziali europeo sia attualmente troppo piccolo anche a causa della poca ambizione. Secondo Mariano è necessario rivedere il business model. Ad esempio, ha proposto l’espansione dei ruoli dei lanciatori per coinvolgerli in più attività, come servizi in-orbit, oltre al semplice rilascio del payload nello spazio.

Giulio Ranzo, a tal proposito, ha introdotto un modello di business all’avanguardia che Avio prevede di adottare per i propri lanciatori. Il vettore avrà il compito di portare e posizionare in orbita il payload, ma potrà anche occuparsi del deorbiting di elementi già in orbita, come ad esempio space debris.

A tal proposito Ranzo ha fatto notare come il Falcon 9 lascia l’upper stage in orbita come rifiuto spaziale mentre il Vega non lo fa. Occorre specificare però che la questione è più complessa di così, bisogna valutare effettivamente quando il deorbiting degli upper stages sia possibile e quando questo venga effettivamente fatto.

Conclusioni: un appello alla collaborazione e all’Innovazione

In conclusione, la conferenza ha evidenziato la complessità del panorama spaziale europeo attuale, esortando a una riflessione profonda sulla necessità di collaborazione e innovazione. Le critiche alla frammentazione e alla lentezza decisionale sono state chiaramente espresse, con un appello all’azione urgente.

Il futuro dei lanciatori europei dipenderà dalla capacità di superare le barriere interne, adottare soluzioni innovative e creare un ambiente favorevole alla collaborazione. È quindi necessario un deciso cambio di rotta affinché l’Europa possa emergere come un giocatore chiave nel settore spaziale globale.