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| On 12 mesi ago

Perchè la NASA lancerà una missione verso Marte nel 2024 con Blue Origin?

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A febbraio del 2023 la NASA ha assegnato un contratto per il lancio di una missione verso Marte, chiamata ESCAPADE. La missione sarà lanciata con un razzo New Glenn, e già di per se era una notizia importante, in quanto mai la NASA ha assegnato un contratto di lancio per una missione scientifica a un vettore mai testato.

Recentemente è stato inoltre confermato che questa missione farà parte del carico del lancio inaugurale del New Glenn, aggiungendo particolarità a questa missione. A confermarlo è stato Bradley Smith, director of NASA’s Launch Services Office della NASA, durante una conferenza tenuta il 20 agosto.

Oltre a questa informazione è emerso anche il prezzo del contratto di lancio, del valore di 20 milioni di dollari. Si tratta di una cifra piuttosto bassa, giustificata principalmente dalla tipologia di satelliti. La missione è infatti formata da due satelliti uguali, ognuno di circa 125 kg di massa.

ESCAPADE (Escape and Plasma Acceleration and Dynamics Explorers) raggiungerà l’orbita di Marte con un viaggio di 11 mesi, per poi studiare principalmente la magnetosfera del Pianeta Rosso, come interagisce con il vento solare e come contribuisce alla perdita di atmosfera.

I due satelliti si posizioneranno in due punti diversi dell’orbita, in modo da ottenere le stesse misure, ma in due zone diverse. ESCAPADE fa parte del Small Innovative Missions for Planetary Exploration (SIMPLEx) della NASA. Questi due satelliti sono costruiti sulla base della piattaforma Photon di Rocket Lab.

Un lancio particolarmente atteso

Il lancio inaugurale di New Glenn segnerà un passaggio importante per il mercato aerospaziale americano ma anche per quello internazionale. Il vettore sarà il terzo più potente sul mercato, dopo SLS e Falcon Heavy, e tralasciando Starship.

Sarà anche un vettore particolarmente adatto al lancio verso l’orbita geostazionaria e al lancio di grandi quantità di satelliti. Inoltre, Blue Origin progetta di aggiornarlo per renderlo prima riutilizzabile e poi anche adatto al lancio di astronauti.

Stabilimento per la costruzione del New Glenn.
Credits: Blue Origin

Sempre Bradley Smith ha affermato che il lancio inaugurale di questo vettore è atteso per la fine dell’estate del 2024, un’affermazione in linea con quanto dichiarato da Blue Origin a settembre, che punta a eseguire diverse missioni nel 2024. 

L’assegnazione di questa missione a Blue Origin, in più a bordo di un volo inaugurale, è un’ulteriore dimostrazione di quanto i parametri della NASA stiano cambiando velocemente. Inoltre, bisogna considerare quanto anche l’esplorazione spaziale scientifica stia godendo dei vantaggi del grande avanzamento tecnologico e del crescente mercato dei lanci spaziali.

Se la NASA può permettersi questo alto rischio nel lancio di una missione scientifica è anche per il basso costo con cui essa è stata costruita. Già dal lancio di Artemis 1, che ha portato 10 piccoli satelliti nello spazio come carico secondario, si è visto quanto cubesat e piccoli satelliti possono garantire un ritorno scientifico elevato anche con ridotte dimensioni e bassi costi, anche in missioni interplanetarie.

Inoltre, è importante ricordare come il viaggio verso Marte sia efficace solo una volta ogni due anni circa. Lo è stato nel 2020 e nel 2022 e lo sarà nuovamente nel 2024. Questo lancio quindi, promesso da Blue Origin per l’estate del prossimo anno, non potrà essere ritardato di troppo.

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