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| On 11 mesi ago

Starship è arrivata nello spazio per la prima volta

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Dopo una lunga attesa durata circa sette mesi, SpaceX ha finalmente effettuato il secondo lancio di Starship. Il decollo è avvenuto alle 14:02 del 18 novembre da Starbase, la base di lancio in Texas al confine con il Messico. SpaceX, poco prima della partenza, ha confermato che l’obbiettivo principale era quello di riuscire a eseguire la separazione tra primo e secondo stadio. Questa manovra è stata eseguita (sembrerebbe) correttamente, ma poco dopo sono iniziati i problemi.

Il volo è iniziato in modo nominale, ma subito dopo l’hot staging il booster 9 è stato fatto esplodere, e pochi minuti dopo anche la Starship è andata persa. Per quello che abbiamo visto, si tratta di un importante passo avanti per SpaceX, ma il progetto deve ancora crescere e maturare prima diventare operativo, soprattutto in vista delle importanti missioni per cui è progettata Starship che diventano sempre più vicine.

Siccome Starship con ha completato tutte le frasi previste per il volo, con conseguente perdita del vettore, la Federal Aviation Administration ha aperto un’indagine sull’accaduto.

Una prima analisi del volo

Questo secondo lancio è stato molto differente rispetto a quello di aprile. Abbiamo visto come SpaceX abbia migliorato tutti quegli aspetti che riguardano la prima fase di volo. Il decollo è avvenuto senza problemi e il Booster 9 ha mantenuto accessi tutti e 33 i suoi Raptor fino al momento della separazione. Ognuno di questi è in grado di generare 230 tonnellate di spinta, per un totale di 7590 tonnellate generate dal Super Heavy, il più potente razzo della storia.

Dalle prime immagini, sembrerebbe inoltre che il pad sia sopravvissuto senza grossi impatti, un notevole passo avanti rispetto al primo volo. Il Water Deluge System è riuscito a contenere la spinta generata dai motori.

Dopo circa 2 minuti e 40 secondi dalla partenza, è iniziata la manovra di hot staging. Il Booster 9 ha spento 30 Raptor, mantenendo accesi solamente i 3 centrali, continuando a fornire spinta alla Starship. In contemporanea, la Ship 25 ha avviato tutti e 6 i Raptor, i tre ottimizzati per il volo in atmosfera e i 3 per il vuoto.

Effettuata la separazione, il Booster 9 avrebbe dovuto riavviare i 10 Raptor dell’anello centrale di motori, per poter fare ritorno. Tre di questi Raptor però non si sono avviati e le forze generate durante la rotazione del booster hanno compromesso la sua integrità. Dopo 3 minuti e 20 di volo, il Super Heavy è esploso, probabilmente per l’attivazione del Flight Termination System, anche se non è stata ancora data conferma ufficiale.

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La Ship 25 invece, ha continuato a mantenere attivi i suoi Raptor, raggiungendo un’altezza di 148 km. Per la prima volta quindi, una Starship è riuscita ad arrivare nello spazio. Dopo circa 8 minuti di volo però, subito dopo lo spegnimento dei sei motori, SpaceX ha perso i contatti con la Starship.

Dalle prime informazioni sembrerebbe che sia stato attivato il Flight Termination System, ma attualmente non si hanno informazioni sui motivi di questo problema.

La storia dei due prototipi

SpaceX aveva completato la struttura principale del Booster 9 il 27 ottobre 2022, mentre quella della Ship 25 circa un mese prima, il 19 settembre. Per la Starship, i test strutturali sono iniziati a novembre del medesimo anno, mentre il Super Heavy ha dovuto attendere un mese in più per i collaudi.

Grazie ai numerosi test effettuati in passato, a SpaceX sono bastate molte meno prove rispetto quelle eseguite sulla Ship 24 e sul Booster 7, che hanno poi volato il 20 aprile. Per la Ship 25 è stato necessario solamente uno static fire test, avviando tutti e 6 i Raptor, per verificare che tutto funzionasse correttamente.

Con il Booster 9 invece, i test con i motori sono stati due. Il primo, avvenuto il 6 agosto, si era concluso prematuramente e senza l’avviamento di tutti e 33 i Raptor. Il secondo è avvenuto il 25 agosto, durante il quale, per la prima volta, hanno avviato contemporaneamente tutti i motori di un Super Heavy.

Due Raptor si sono spenti prima del termine della prova, ma per SpaceX è stato comunque un successo. In queste occasioni hanno potuto collaudare anche il nuovo Water Deluge System (WDS), che ha protetto la base del pad dal calore e dalla pressione dei motori. È stato proprio il nuovo WDS che ha richiesto un’analisi da parte del Fish and Wildlife Service per poter ottenere i permessi di lancio.

Il 24 ottobre, in attesa della licenza di volo, SpaceX ha eseguito il Wet Dress Rehearsal, ovvero una simulazione di tutte le procedure di lancio. Sia il Booster 9 che la Ship 25, posizionata sul Super Heavy 4 giorni prima, sono stati riforniti con circa 4500 tonnellate di ossigeno e metano liquidi. Il test si è poi concluso con l’attivazione del WDS ma senza avviare i motori.

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