In questi giorni, l’eruzione del vulcano Fagradalsfjall sta interessando l’area della città costiera di Grindavík a sud della capitale Reykjavik, nel sud-ovest dell’Islanda. Nella sola giornata di venerdì 10 novembre 2023 sono stati registrati più di 800 terremoti, ed è stato dichiarato lo stato di emergenza con la conseguente evacuazione da Grindavík nella notte tra venerdì e sabato.
L’Agenzia Spaziale Italiana, che dal 2014 fornisce in modo continuativo a CEOS WG Disasters i dati acquisiti dai satelliti della costellazione COSMO-SkyMed sui vulcani in Islanda, sta supportando le attività di monitoraggio svolte dal Icelandic Meteorogical Office (IMO) relative all’eruzione. Le immagini radar sono elaborate per formare degli interferogrammi, che hanno mostrato la deformazione del suolo in atto e permesso di stimare le dimensioni del tunnel di magma in formazione.
L’eruzione vista dai satelliti COSMO-SkyMed
Nella zona circostante il vulcano, nei pressi di Sundhnjukagigar, si è formata una faglia lunga circa 15 km, divisa tra la crosta terrestre e il mare. L’Agenzia di Protezione Civile dell’Islanda ha dichiarato che il tunnel di magma in formazione potrebbe presto raggiungere Grindavík. Le previsioni effettuate dall’Icelandic Meteorogical Office sono state confermate grazie ai dati forniti dalla costellazione COSMO-SkyMed, i cui satelliti radar stanno permettendo di monitorare l’eruzione.
Le due immagini riportate di seguito rappresentano gli interferogrammi ottenuti dall’elaborazioni dei dati satellitari acquisiti nel periodo dal 2 all’11 novembre. Mostrano un ampio campo deformativo, correlato a un aumento di magma iniziato nel pomeriggio del 10 novembre all’interno del sistema vulcanico Reykjanes-Svartsengi.
La prima immagine è il risultato dell’elaborazione dei dati acquisiti dai satelliti tra il 3 e l’11 novembre. Con essa è stato possibile stimare le dimensioni del tunnel di magma, stabilendo una lunghezza media di 15 km, una profondità massima inferiore a 1 km sotto la superficie e una variazione di volume di circa 70 milioni di metri cubi. La seconda immagine, invece, si riferisce all’elaborazione dei dati satellitari acquisiti nel periodo dal 2 al 10 novembre 2023. Ha confermato che l’intrusione di magma si estende sotto la città di Grindavík, confermando l’obbligo a evacuare la città.
La collaborazione dell’ASI con l’Islanda
L’ASI ha stretto una collaborazione importante con il CEOS WG Disasters per potenziare il monitoraggio dei vulcani in Islanda, che prosegue ininterrottamente dal 2014. Questa cooperazione mira a utilizzare tecnologie spaziali avanzate, come i satelliti radar di COSMO-SkyMed, per migliorare la comprensione e la prevenzione delle attività vulcaniche nell’isola.
Attraverso l’integrazione di dati provenienti da satelliti e altre risorse spaziali, l’ASI e il CEOS WG Disasters lavorano congiuntamente e costantemente per fornire una sorveglianza continuativa dei vulcani islandesi, identificando segnali precoci di eruzioni e mitigando potenziali minacce per la sicurezza.
L’impiego di tecnologie spaziali consente infatti una copertura ampia e tempestiva, che permette agli scienziati di monitorare le variazioni del terreno e rilevare anomalie termiche che potrebbero indicare un’attività vulcanica imminente. Il caso dell’eruzione di Fagradalsfjall rappresenta quindi un esempio tangibile di come l’innovazione tecnologica nello spazio possa contribuire significativamente alla gestione e alla prevenzione dei disastri naturali.