Esiste una seconda Terra nell’Universo? Siamo soli nel cosmo o ci sono altri luoghi dove la vita può essersi sviluppata? Com’è iniziata questa grande avventura dell’intelletto umano?
Altre terre – Viaggio alla scoperta di pianeti extrasolari dell’astrofisico Giovanni Covone, pubblicato da HarperCollins Italia, cerca di rispondere, almeno parzialmente, a tali domande. La ricerca dei pianeti extrasolari è ormai uno dei settori più in vista dell’astrofisica, grazie agli enormi risultati ottenuti negli ultimi vent’anni, che hanno condotto alla scoperta di alcune migliaia di esopianeti.
Covone racconta di questo viaggio partendo dagli albori, dai primi pionieristici tentativi avvenuti quando parlare dell’osservazione degli esopianeti era considerato al limite della fantascienza. La storia della ricerca scientifica si intreccia con il viaggio personale dell’autore, da giovane studente all’Università Federico II di Napoli, il quale ha la fortuna di ritrovarsi coinvolto in uno dei primi gruppi di ricerca votati alla scoperta di nuove Terre.
Si tratta di un periodo (siamo negli anni ‘90) di grande cambiamento per l’astronomia. A sua volta è un periodo di passaggio per l’autore, che si trova ad affrontare quella trasformazione che lo conduce, da studente, a diventare un ricercatore, con tutti i dubbi e le incertezze che ne conseguono.
Queste due storie, come in un romanzo, arrivano a una serie di cliffhanger, ancora una volta intrecciando ricerca e vita vissuta. Entrambe spesso prendono direzioni inaspettate, e ciò traspare chiaramente dalle pagine di Covone. Eppure “Altre terre” in fondo può essere letto come un inno alla resilienza, alla tenacia di alcuni uomini e donne che hanno creduto fermamente in un’idea, e attraverso fallimenti e passaggi a vuoto hanno infine permesso alla nostra specie di fare un piccolo passo in avanti, nella comprensione di ciò che c’è là fuori.
“Altre terre” si legge tutto d’un fiato, proprio perché caratterizzato da molteplici livelli di lettura, che fanno sì che il lettore voglia sapere “come va a finire”. Molti anni fa ho assistito ad alcune lezioni del prof. Covone, e ho il ricordo di una persona innamorata di ciò che faceva. Il suo stile era sempre chiaro, lineare, ma estremamente rigoroso. Queste caratteristiche le ho ritrovate tutte nel suo libro.
La lettura scorre facilmente, e pur richiedendo alcune conoscenze di base, il testo è perfettamente adatto a un pubblico vasto. Ho apprezzato molto la presenza di numerose immagini e disegni fatti a mano dall’autore stesso, frutto dei suoi anni di insegnamento, per spiegare i concetti più complessi.
Dovessi trovare un difetto, l’unico che mi viene in mente è che, da lettore, avrei voluto saperne di più, perché il libro stimola tanto la curiosità rispetto a un tema che è già affascinante di per sé. Covone infatti si concentra molto sul percorso di ricerca che ha portato alla scoperta dei pianeti extrasolari, sui metodi e le tecniche che gli astronomi, nel tempo, hanno inventato per perseguire tale obiettivo. Dedica molto spazio ai tentativi andati a vuoto e ai retroscena della ricerca scientifica. Meno spazio invece è dedicato ai pianeti stessi, alcuni stranissimi, scoperti nel corso di questo viaggio.
Infine non poteva mancare un’analisi sul tema che fa un po’ da chiave di volta rispetto a tutta l’avventura alla scoperta di altre terre: la ricerca della vita. Da un lato vengono riportati i risultati più all’avanguardia in questo campo, le tecniche utilizzate. Dall’altro, rimanendo con i piedi ben saldi sulla Terra, Covone spiega chiaramente al lettore quali siano le enormi difficoltà nel trovare forme viventi nel Cosmo. Ciò conduce a riflettere sull’unicità della nostra Terra, e pertanto non poteva che chiudersi con un rimando al Pale Blue Dot di Carl Sagan e al nostro luogo speciale nell’Universo.
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